«Non spaventate i bambini parlando del Diavolo»

«Non spaventate i bambini parlando del Diavolo» MONITO DEI GESUITI SU «CIVILTÀ CATTOLICA»: «E' SBAGLIATO CONSIDERARLO UN'ENTITÀ' ASTRATTA, MA ANCHE VEDERLO DAPPERTUTTO» «Non spaventate i bambini parlando del Diavolo» Marco Tosatti SCRIVEVA Baudelaire che il Dia�volo avrà vinto quando non si parlerà più di lui; e «Civiltà Cattoli�ca» sulla scorta di opinioni autore�voli di cardinali, teologi e sacerdotipolitologi lancia l'allarme: «An�che il diavolo sembra morto» nella civiltà dei consumi, una conseguen�za del silenzio che avvolge la pre�senza di Satana. In realtà qualcuno ne parla: l'arcivescovo di Genova, il cardinale Dionigi Tettamanzi, ha dedicato la sua catechesi quaresi�male proprio al «Grande Tentato�re», e più di uno specialista padre Gabriele Amorth, esorcista, ha rie�vocato la figura del maligno in relazione ai fatti di Novi Ligure. Forse non basta; la prestigiosa rivista dei gesuiti toma sull'argo�mento partendo dall'affermazione di uno storico, Adriano Prosperi, che ha rilevato come il diavolo cristiano sia uscito in «punta di piedi dalle coscienze e dalla teolo�gia», diventando lui stesso un «po�vero diavolo». Avverte «Civiltà cattolica: sba�glia «chi fa del diavolo un mito o una personificazione astratta del male morale». Ma sbaglia anche chi «fanaticamente lo vede dovun�que nella creazione e nella storia». Il riferimento è a un libro di don Gianni Baget Bozzo («L'Antricristo», Mondadori), a cui i gesuiti riconoscono «il merito di aver ri�chiamato i'ailenzione sull'alone del Male», osservando come il dia�volo sia (o sembri) morto, a giudica�re dal silenzio che lo circonda sui media. Padre Giandomenico Mucci è l'autore dell'articolo, e osserva che anche se l'opera è per molti versi una rivendicazione dell'ortodossia, vi compare un'«insistenza sulla figura e sull'azione del diavolo all'interno della Chiesa che potreb�be sgomentare o causare perplessi�tà al lettore meno provveduto, quasi che "l'onnipotenza non tota�lizzante" di Dio alluda a un inquie�tante primato demoniaco nella sto�ria degli uomini e della Chiesa». Ma non è così, per i cristiani: «Il Male non è un'astrazione, indica invece una persona: Satana, il Maligno, colui "che si getta di traverso" è colui che vuole ostacolare il dise�gno di Dio e la sua opera di salvezza compiuta in Cristo». Dunque Satana esiste, come per�sona, e, se «da una parte «il male non procede solo dal cuore cattivo dell'uomo, ma di questo cuore catti�vo profitta una potenza malvagia esterna all'uomo», dall'altra «il cri�stiano è chiamato a ricordarsi con�tinuamente della visione integrale dell'uomo e della storia quale emer�ge dalla Rivelazione: è una visione ottimista». Allora, mettiamo anche il Diavolo al suo posto: la demonolo�gia «non è una dottrina a sé stante, ma può essere valutata solo sullo sfondo dell'opera liberatrice dell'uo�mo attuata da Cristo». Insomma, non divinizziamo il Grande Menti�tore: secondo Mucci, è errato «fare del diavolo un mito o una personifi�cazione astratta del male morale» o «vedere dovunque il diavolo, nella creazione e nella storia, come se egli potesse vincere anche coloro che alla sua azione non cedono con libero assenso». Soprattutto, non usatelo come uno spauracchio per i piccoli: non bisogna «intimidire i bambini facendo appello a Sata�na»; evitiamo «ogni movimento che si diletta nel bnvido causato da fenomeni attribuiti a interventi diabolici». Ogni cristiano sa che anche se «è apparentamente schiac�ciato dalle forze del male», la vittoria finale sarà di Cristo. «lanua Inferi non praevalebunt»: Le porte dell'Inferno non prevarran�no. Che, fra l'altro, è anche il motto dell'aOsservatore Romano». Polemica contro l'ultimo libro di Baget Bozzo sull'Anticristo

Luoghi citati: Genova, Novi Ligure