Tra dolore nuovo e antico

Tra dolore nuovo e antico L'INTIFADA E LA CONDANNA ALLA PRECARIETÀ' Tra dolore nuovo e antico Israele, Giorno della Shoah sull'orlo élla guerra reportage Fiamma Nirensteln GERUSALEMME AVVOLTA in una nuvola di particolareggiate quanto atroci memorie, mentre la radio e la televisione per ventiquattr'ore hanno trasmesso so�lo documenti e dibattiti sulla Shoah, Israele ha attraversato più faticosamente del solito la sua Giornata della Memoria. Ascoltare senza sosta i terribili racconti dei sopravvissuti apre grandi ferite. Stavolta, c'è an�che la guerra. Quando alle dieci la sirena ha suonato in tutte le piazze, per tutte le autostrade, nei centri commerciah e nelle scuole, come ogni anno l'intero Stato d'Israele si è immobilizza�to sull'attenti. E' un momento unico, le macchine ferme in mezzo alla strada con i viaggia�tori a fianco, i bambini come sospesi sui campi di gioco, gli acquisti e gli affari dimenticati, i telefonini spenti: nell'immobi�lità si ricostituisce la catena dell'essere fra i vivi e le madri, i padri, i nonni assassinati. Si afferma ima nazione fatta di cittadini con pieni diritti, i figli di coloro che secondo i nazisti erano sottouomini che doveva�no sparire. Non a caso si chia�ma «Yom ha Shoah ve ha Gvura», giorno della Shoah e dell' eroismo. Le rivolte dei ghetti vengono raccontati con grande passio�ne. Ma la sirena non ha coper�to, nella mente dei cittadini, il rumore della guerra. La nuova Intifada segna ancora quest'an�no la difficoltà uscire una volta per sempre dalla precarietà. Mentre ed Museo dell'Olocau�sto si teneva come sempre la cerimonia della Memoria alla presenza delle più alte cariche dello Stato con l'accensione del�le fiàccole da parte di alcuni sopravvissuti (in Israele sono 320mila,) l'università di Tel Aviv diffondeva un inquietante rapporto sull'antisemitsmo. Due sono le novità: il primo è l'aumento degli episodi di vio�lenza, il secondo è la loro im�pennata con l'insorgere dell'Intifada di Al Aqsa. Gli attacchi terroristici importanti sono pas�sati da 32 nel '99 a 66 quest'an�no, e altri episodi di violenza e attacchi personali e a edifici vari sono passati da 114 a 190. Gli incidenti minori sono mol�tissimi: in Francia, il paese più antisemita, si è lanciata una molotov al giorno su obiettivi ebraici. Nell'Europa Orientale non c'è' stato un giorno in ottobre senza un attacco violen�to. «Purtroppo scrive il rappor�to la molla è stata l'Inttfada, alla fine del settembre scorso. Durante le prime settimane gli attacchi violenti si sono molti�plicati quando le dimostrazioni antisraeliane hanno preso le piazze europee, specie in Paesi con grandi gruppi di immigra�zione mediorentale. Per esem�pio, in Inghilterra gli attacchi antisemiti sono cresciuti del 400 per cento». Tuttavia i ricer�catori sono cauti nel fare del conflitto mediorentale il moto�re unico dei malaugurati inci�denti: gli estremisti anche di estrema destra hanno sempre seguitato nella loro attività vio�lenta, anche quando erano in corso i colloqui di Camp David; gli estremisti includono neona�zisti ed estremisti islamici. Lo choc israeliano nel giorno della Shoah è stato aumentato da un articolo del giornale dell' Autorità Palestinese, «Al Hayat al-Jadida», dedicato all'Olocau�sto e firmato, il 13 aprile, dall'editorialista Hiri Manzur. E' intitolato, semplicemente, «Il mercato delle ceneri»: «La storia dell'Olocausto è di nuovo qui: stenta a sparire benché sia là da mezzo secolo, perché la propaganda sionista ne ha fatto un mezzo per trarne benefici politici ed economici.. I difenso�ri dell'Olocausto ebraico sono ormai in costante allerta, preoc�cupati dello spostamento di attenzione dalla favola dell'Olo�causto all'olocausto vero, quel�lo storico, dei palestinesi... La questione che ormai si discute nelle università e nelle case editrici nel mondo, è se final�mente la gallina dalle uova d'oro abbia raggiunto la sua data di scadenza... Questa è una storia tenuta in piedi dai media, suoi paladini, da cinquant'anni, non certo per il fatto di essere una verità stori�ca». Israele ha discusso e criticato ieri anche la questione dei risarcimenti, che secondo alcu�ni sono stati distribuiti senza equilibrio e senza raggiungere molti vecchi sopravvissuti biso�gnosi. Ancora, a quarantanni precisi dal processo Eichmann, il pubblico ne ha rivisto grandi stralci del processo che dette a Israele la consapevolezza stori�ca minuziosa e precisa della tragedia che persino i sopravvis�suti avevano preferito in gran parte tacere. Eichmann, il quin�to dopo Hitler nella gerarchia nazista, responsabile dei tra�sporti degli ebrei ai campi di concentramento, con il suo ri�vendicare senza espressione la contabilità dello sterminio rive�lò a Israele e al mondo intero la «banalità del male», anche del più grande. Sull'Olocausto, sul�le ceneri di sei milioni di ebrei, nasce allora gran parte dell'iden�tità moderna dell'uomo demo�cratico. Peccato dimenticarlo. Sul quotidiano dell'Autorità palestinese un editoriale negazionista Un rapporto denuncia l'impennata della violenza antisemita

Persone citate: Eichmann, Fiamma Nirensteln, Hayat, Hitler