Nord-Ovest, patto per le grandi opere

Nord-Ovest, patto per le grandi opereTre Unioni Industriali (Torino, Genova e Milano) varano una piattaforma comune Nord-Ovest, patto per le grandi opere «Nuove infrastrutture o si rischia il collasso» Flavia Podestà MILANO Un patto per la sopravvivenza e un ultimatum al nuovo governo (qualunque sia lo schieramento premiato dalle urne il 13 maggio): senza forti e rapidi investimenti in una serie di infrastrutture crucia�li, il Nord-Ovest rischia il collasso. «L'unione fa la forza», dice un vecchio adagio popolare che viene rilanciato con i fatti da Benito Bene�dirli, Andrea Pininfarina e Stefano Zara ossia dai tre presidenti dell'Assolombarda, dell'Unione Industriali di Torino e dell'Assindustria di Geno�va più che mai convinti che, senza una ripresa degli investimenti pub�blici, calati nelle Grandi Opere dal '90 al '99 del 280Zo e pari oggi all' 1,507o del Pil (ossia da uno a tre punti in meno rispetto alle media Uè) «la logistica nell'area più ricca del Paese che da sola rappresenta il 320Zo del Pil, il 260Zo della popolazione italiana e del totale delle imprese, il 300Zo dell'occupazione complessiva, rag�giunga il punto di non ritomo». Con conseguenze drammatiche che Pi�ninfarina si incarica di riassumere: perdita di pezzi del nostro sistema produttivo, pronto a delocalizzare; messa in crisi del just in time che ha fatto fare alle imprese un balzo di competitività; caduta libera della capacità di attrarre investimenti esteri; esclusione dai sistemi integra�ti di trasporto europeo. «Torino rischia il fallimento delle Olimpiadi del 2006, Milano dovrà dire addio al progetto della grande Fiera e Genova dovrà scordarsi la grande piattaforma per il Mediterra�neo», ha avvertito il presidente del�l'Unione torinese. Quello che potreb�be sembrare un pessimismo cosmico si fonda, invece, su dati oggettivi: il Nord-Ovest, ossia «ima delle regioni più ricche d'Europa, con vocazione all'export e l'area italiana più imme�diatamente integrabile nell'Ue» ha una dotazione di infrastrutture fer�roviarie inferiore del 330Zo alla media dell'Unione, mentre il gap per le autostrade è del 120Zo. Il Cahier de doléances presentato ieri in Assolorabarda è chilometrico: in Italia non si costruiscono autostra�de da 25 anni; le tangenziali di Milano, Torino e Genova scoppiano; i coDegamenti con Malpensa sono inesistenti; il terzo traforo appenni�nico che consentirebbe di collegare su ferro Milano e Genova in 40 minuti è lettera morta; ancora un ritardo della Lione Torino e dell'al�ta capacità sulla tratta Torino/ Mila�no e Milano/Verona e il traffico dalla Francia all'Est europeo passerà a Nord delle Alpi; mancano le piatta�forme intermodah; da noi una confe�renza dei servizi dura 7 anni, nel medesimo periodo in Francia, Ger�mania e Spagna si costruiscono oltre 2000 km di ferrovie e se ne mettono in cantiere altrettanti». Il solo traffico merci generato dall'area più forte del Paese, tra l'altro, si prevede in crescita tra il 32,70Zo e il 54,40Zo da qui al 2010: «Senza interventi urgenti concorda�no i tre presidenti le imprese saranno costrette a delocalizzare». Benedini, Pininfarina e Zara spie�gano carenze e ritardi con l'incertez�za dei tempi indotta dalle complica�zioni burocratiche, con il potere di veto attribuito ai sindaci e ai verdi: un potere solo in parte attenuato, per intervento del ministro Bersani, dal fatto che ora le decisioni delle conferenze dei servizi si prendono a maggioranza. Di qui la richiesta che il nuovo governo riveda il quadro normativo eccessivamente vincoUstico; esten�da la regola delle decisioni a maggio�ranza anche alle valutazioni di im�patto ambientale facendole rientra�re nella fase di progettazione degli interventi; modifichi le regole del project financing per consentire ai privati di concorrere alla copertura di interventi che, almeno per quanto attiene alle priorità riassunte nella piantina pubbhcata sopra, postula�no investimenti per oltre 65 mila miliardi. Di qui la firma, da parte dei tre presidenti, di un patto di collabora�zione che prevede la creazione di un gruppo di lavoro permanente sulle infrastrutture, incaricato di indivi�duare le priorità degli interventi, di monitorare sistematicamente lo sta�to di avanzamento dei lavori e la connessione tra gli mterventi prima�ri e le opere di raccordo, di fare pressioni sul governo perché ponga le infrastrutture tra le priorità asso�lute, e di sensibUizzare l'opinione pubbhca sui rischi che attendono il Paese, la sua economia, la qualità della vita dei suoi abitanti. Il primo appuntamento è fissato per novem�bre, a Genova: con la prima edizione dell'European Logistic Forum. Gli investimenti in vie di trasporto sono calati del 28% dal 1990 e molte imprese emigrano UNA RAGNATELA DI PRIORITÀ' porti liguri GENOVA-SAVONA-LA SPEZIA

Persone citate: Andrea Pininfarina, Benedini, Bersani, Flavia Podestà, Pininfarina, Stefano Zara