«Questo voto costa quanto rifare la Scala»

«Questo voto costa quanto rifare la Scala» SINDACO E PRESIDENTE «SEPARATI» NELLA CASA DELLE LIBERTA' «Questo voto costa quanto rifare la Scala» L'insofferenza di Albertini: infondo è solo un sondaggio... retroscena Fabio Paletti MILANO D A ieri pomeriggio c'è una lettera sul tavolo del sinda�co di Milano Gabriele Alber�tini. L'ha scritta Nicolamaria Sanese, segretario generale della presidenza della Regione Lom�bardia. Gli chiede di trovare «entro le 20 del 19 aprile» (cioè oggi, ndr) i siti alternativi dove tenere il referendum sulla devo�lution del 13 maggio, quello che Roberto Formigoni deve fare tut�to da solo. Quello per cui ci vorranno 27 mila scrutatori, 9 milioni e 400 mila schede e 100 miliardi. Da contabile e smalizia�to politico, la risposta di Alberti�ni: «Costa quanto la ristruttura�zione del Teatro alla Scala». E per un sindaco che ha gioca�to tutta la sua «non campagna elettorale» sulle cose fatte, tra cui l'avvio dei lavori per il più importante teatro di Milano, è più che un giudizio negativo. Anche se lui cerca di indorare la pillola: «La mia non è una valuta�zione di merito. Io faccio aritme�tica, altri fanno politica». Anche se lui fa il Ponzio Pilato, tra i suoi più stretti collaboratori c'è chi dice di peggio: «Con tutto quello che abbiamo da fare... Se fosse per noi, si farebbe tra venti anni questo referendum...». Roberto Formigoni incassa e trattiene la lingua: «Non com�mento». Per lui parlano i colon�nelli della Casa delle Libertà. Da Roberto Calderoli della Lega: «Al�bertini pensi a fare l'amministrartore di condominio, che alla politica ci pensiamo noi». A Igna�zio La Russa di An: «Il sindaco ha ragione, per questo avevamo chiesto l'accorpamento con le elezioni politiche. La maggior spesa è colpa del governo. La democrazia h^i dei costi. Ci met�tiamo l'elmetto, e votiamo il 13 maggio». Ecco, l'elmetto è l'unica cosa che non si è ancora vista addosso a Gabriele Albertini. Si è fatto fotografare in mutande, seduto su una balla di paglia in costume, ma con l'elmetto proprio no. Ma alla fine, più costretto che con�vinto, collaborerà alla ricerca dei luoghi per il devolution day. Dal suo entourage, escludono però che si metterà sull'attenti davan�ti a Formigoni: «Mica pretenderà che il sindaco dica "obbedisco"...». Sarebbe stato assurdo preten�derlo, con la guerra sotterranea che divide praticamente su tutto Albertini e Formigoni. Dalla giu�stizia alla Sea, per non parlare di questa campagna elettorale. For�migoni più volte dentro la Casa delle Libertà si è lamentato del primo cittadino di Milano. Con critiche non troppo severe: «Da politici abbiamo l'obbligo di con�frontarci con la gente. Albertini non può sottrarsi». O decisamen�te più caustiche: «Crede di gesti�re il Comune come se fosse un'azienda di sua proprietà». Che poi è l'esatta fotografia di Gabriele Albertini, più manager che sindaco e forse proprio per questo una valanga di milanesi sembra volerlo riconfermare a palazzo Marino. Alla faccia di Formigoni: «Anch'io avevo i suoi stessi sondaggi a favore...». Alla faccia di Formigoni chiamato a sua volta a dimostrare l'efficien�za di una Regione in grado di fare tutto da sola. Sicuro che magari a denti stretti, non fosse altro che da qui al 13 maggio saranno su qualche palco insieme, il sindaco Albertini troverà siti e vigili urbani come aveva già promes�so: «Si può fare, i tempi sono stretti ma saremo in grado di farlo». Sicuro che con precisione tut�ta notarile entro questa sera alle 20 Albertini stilerà un primo elenco di possibili luoghi dove tenere il referendum. E che do�mani il segretario comunale di Milano parteciperà ad una delle nove riunioni provinciali, dove saranno raccolte le prime indica�zioni e si conosceranno le disposi�zioni della Regione. Con Formigo�ni che su questo si gioca tutto: «La macchina è in moto. Il refe�rendum ci sarà e non sto parlan�do di farlo nei gazebo o in qualche bar...». Con Formigoni che tra i mille ostacoli organizzativi si troverà di fronte la scarsissima collabora�zione dei sindaci di centrosini�stra. Come Paolo Corsini, primo cittadino a Brescia: «Neanche il buon Dio ci riuscirebbe... E poi alla riunione di venerd�il segreta�rio comunale non lo mando, che Formigoni non ha i poteri per convocarlo». O, ancora peggio, il mezzo sorriso di Gabriele Alberti�ni, collaborativo ma non troppo. Che piuttosto di spendere due parole sul referendum che «alla fine per quanto importante è solo una richiesta di opinione», è pronto ad illuminare il Duomo di nuovo. O a tirar fuori 100 miliar�di per rinfrescare la Scala. Dal Comune di Brescia l'ulivista Corsini confessa: trovare le sedi è impossibile Berlusconi, Formigoni e Albertini: sulla devolution hanno posizioni discordanti. Sotto, il leader del Cdu, Buttiglione

Luoghi citati: Brescia, Comune Di Brescia, Milano