« Andreotti vuole condizionare il Cavaliere »

« Andreotti vuole condizionare il Cavaliere » « Andreotti vuole condizionare il Cavaliere » Cossiga: cerca di temre ancora acceso ilfocherello De ROMA «Impedire alla Casa delle Libertà di poter governare senza essere condizionata». Paro�la di Francesco Cossiga, in riferimento ad un altro «grande vecchio» della De: secondo l'ex presidente della Repubblica sarebbe questo l'obiettivo principale di Giulio Andreotti at�traverso la neonata formazione Democrazia Europea. E' un Cossiga a 360 gradi, quello che ieri si è offerto ai microfoni di «Radio Radicale», in un filo diretto con gli ascoltatori che l'ha portato ad affrontare molti temi al centro del dibattito politico e ricordi della sua vita politica. Ma ampio spazio, rispondendo ad una ascoltatrice, è stato dedicato dall'ex Capo dello Stato all'ex rivale nello scudo crociato. Quella di Andreotti è stata definita da Cossi�ga «un'operazione fatta con grande coraggio» ed ha spiegato che il «divo Giulio» ha sempre rifiutato «l'attualità del bipolarismo, in quan�to lui resta un proporzionalista convinto». L'operazione di D'Antoni con l'ex premier democristiano nasce anche dalla vogha, se�condo il leader dell'Upr, di «tenere acceso il focherello in ricordo della De», che per Cossiga, tuttavia, non potrà mai più rinasce�re». Nei giorni scorsi si era parlato del presidente come di un possibile responsabile della Farnesina nel governo Berlusconi, qualora la Casa delle libertà vinca le elezioni, ma lui si è tirato fuori: «Io ho 72 anni e oggi come oggi un ministro degli Esteri lo vedo saltare da un aereo all'altro, cosa che non ho intenzione assolutamente di farei». Cossiga poi ricorda una notizia di cui si era già parlato, e cioè che la «discesa in campo» in pohtica di Berlusconi (come indipendente) fu soUecitata dall'allora segretario del Ppi, Mino Martinazzoli. Racconta l'ex presidente che «coloro che oggi collaborano con Berlu�sconi e che sono fedeli alla sua linea mi pregarono di andare a pranzo con il Cavaliere per convincerlo a non candidarsi». Sull'episo�dio ieri è intervenuto anche l'attuale segreta�rio popolare, Castagnetti, il quale ha commen�tato che Martinazzoli aveva proposto quella candidatura a Berlusconi «per evitare che nascesse Forza Italia», in quanto aveva intuito che «questa realtà avrebbe portato nella scena pohtica italiana un elemento di novità non positiva». Durante la trasmissione, Cossiga ha anche ricordato le convulse giornate del rapimento Moro, quando era ministro dell'Interno nel governo Andreotti: lo statista democristiano fu ucciso, ha detto, «nei giorno in cui, praticamente avevano vinto, perché la dire�zione nazionale della De stava per convocare il consiglio nazionale che sicuramente avreb�be aperto la trattativa». Ed ha aggiunto che l'obiettivo delle Brigate Rosse, «cioè quello di far saltare l'alleanza tra De e Pei», poteva essere raggiunto «molto più facilmente con la liberazione di Moro, viste le accuse violentis�sime che Moro aveva rivolto al Pei e anche a me: ma la logica pseudorivoluzionaria delle Br non poteva non portare alla teatralità del sequestro, del processo e dell'esecuzione». Infine, un accenno alla sua terra, la Sardegna. «Se domani si formasse un partito nazionale sardo ha detto -, lo sosterrei, pur non rinnegando il mio essere italiano e il mio essere stato Capo dello Stato». [r. i.] «lo ministro degli Esteri? Non mi vedo a saltare da un aereo all'altro» «Sosterrei un partito nazionale sardo»

Luoghi citati: Roma, Sardegna