« Estradate il boia di Bollano dal Canada»
« Estradate il boia di Bollano dal Canada» « Estradate il boia di Bollano dal Canada» Il caso Misha dopo Engel Giallo ad Amburgo per il fascicolo scomparso inviata a AMBURGO Dopo il caso Engel, si riapre il caso «Misha». Il processo a suo carico è uno dei pochi insieme con quello al ((boia di Genova» che si è concluso con una condanna all'ergastolo dopo il ritrovamento, nel ;94, dei 695 fasci�coli sui crimini nazifascisti nascosti nell'aarmadio della vergogna». L'ucraino Michael «Misha» Seifert, 77 anni, SS responsabile di efferati omicidi tra l'estate '44 e la primavera '45 nel campo di con�centramento di Bol�zano, è stato scoper�to a Vancouver, in Canada: il tribunale militare di Verona lo aveva condanna�to nel novembre del�lo scorso anno. Ora le autorità canadesi ha rivelato l'avvo�cato di parte civile Gianfranco Maris stanno verifican�do se è possibile revocaigli la cittadi�nanza ed estradarlo in Italia. Uccisi a pugni e a bastonate, dopo torture, oppure semplicemente la�sciati morire di fame: questa la fine toccata a 11 internati del campo di concentramento «di transito» di Bol�zano, dopo i trattamenti di «Misha», addetto alla vigilanza. Nove gli episo�di (su 15), di cui è stato ritenuto colpevole. Tra questi, quello avvenu�to tra gennaio e marzo '45 quando Seifert, in concorso con Otto Sein Alla pdella cittdi 7 milè rimsoltanto ocura à tedesca pagine asta l'ultima (altro SS mai rintracciato), «nelle celle d'isolamento del lager uccideva un prigioniero ebreo di 15 anni facendo�lo morire di fame». Altro omicidio quello avvenuto all'inizio di marzo '45, quando secondo il capo di imputazione «nelle celle di isolamen�to del lager, Seifert dapprima usava violenza carnale nei confronti di una giovane donna incinta non meglio identificata, indi le lanciava addosso sacelli di acqua gelata per convincer�la a rivelare notizie e infine la uccide�va», come è scritto nei voluminosi ver�bali d'accusa. Alla procura di Amburgo, invece, dell'incartamento Engel rimane solo un foghe in carta semplice. C'è scritto che «in data 1969 il procedimento a cari�co di Friedrich En�gel viene archiviato». Il foglio chiude�va probabilmente un fascicolo di ben 7169 pagine, di cui si è persa ogni traccia. Si sa della sua esistenza pro�prio perché quest'ultimo foglio pagi�na numero 7170 è finito per sbaglio nell'incartamento di un altro proces�so a un criminale nazista, morto da armi. Prima del ritrovamento di que�st'unico atto nel gennaio 2001 nessu�no alla procura di Amburgo aveva la più pallida idea che Engel avesse già subito un procedimento. Questa è la ricostrazione che il procuratore capo Bagger ha fatto ieri ai giornalisti italiani, non senza imbarazzi e diffi�coltà. ((Non si conoscono né il conte�nuto né le motivazioni dell'archivia�zione del processo del '69 spiega Bagger sono in corso accertamenti per verificare l'accaduto». Un cumulo di errori, quest'inchie�sta, segnata anche da una cattiva comunicazione tra le procure tede�sche e quella di Torino. ((L'Italia ha tenuto U materiale relativo al caso Engel fino al maggio '97 dice il procuratore -, poi i giudici di Torino hanno chiesto alla procura tedesca di interrogare Engel. Nel novembre suc�cessivo Torino è stata informata che Engel poteva essere interrogato, a condizione che il suo avvocato potes�se prendere visione degli atti, cos�come prevede la legge». E poi che cos'è accaduto? «Da Torino non c'è stata risposta». E la pratica si è bloccata. Alla domanda se la procura tedesca può dirsi, in questa fase, immune da errori di procedura Bag�ger è costretto a rispondere che «non è stato fatto tutto quello che si dove�va fare, ma i responsabili di quelle omissioni sono oggi in pensione e non si ricordano nulla». Che cosa succede�rà adesso? ((Entro due o tre mesi arriverà la traduzione degli atti, parti�colarmente compheata perché le te�stimonianze risalgono a molto tempo fa. Una volta venficata la rilevanza penale dei reati di Engel, si passerà alla formulazione di un capo d'accu�sa». [f.s.] Alla procura della città tedesca di 7 mila pagine è rimasta soltanto l'ultima Friedrich Engel nel suo appartamento di Amburgo
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