«Decide il giudice? È democrazia» di Francesco Grignetti

«Decide il giudice? È democrazia» L'EX PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE E IL CASO SUD AFRICA «Decide il giudice? È democrazia» Baldassarre-, cos�finisce la ragion di Stato Francesco Grignetti ROMA ALLA fine, tutto dipenderà da un giudice. Anche in Sudafrica. Sempre più spes�so le grandi questioni etiche fini�scono in un'aula di giustizia. Anto�nio Baldassarre, già presidente della Corte costituzionale, non è meravigliato. «E' un fenomeno ben noto. Finiscono le zone fran�che come la politica 0 la Ragione di Stato. Intanto sono meglio tute�lati i diritti della persona umana. La conseguenza è che si scomoda�no i tribunali per difenderli, que�sti diritti». C'è solo da essere lieti, insom�ma, professor Baldassarre, di questa litigiosità? Anche se un cartello di società farma�ceutiche cita il governo del Sud Africa che vorrebbe dare più medicine ai suoi cittadi�ni? «In fondo, è quel fenomeno gene�rale che si chiama "costituzionalismo". Lo sviluppo tipico delle democrazie moder�ne». Lei, ad esempio, ne è felice? «Sì, sempre che non ci siano abusi. Come in tutte le cose, bisogna mantenere il giusto equilibrio». In che senso, scusi? «Evidentemente si richiede più equilibrio a tutti, sia da parte dei politici, che degli Stati, che dei giudici. Occorre una forte etica. Un senso di responsabilità verso la generalità degli uomini che prima era meno richiesta. Ovvia�mente questo sviluppo può porre in crisi il sistema-giudiziario o il sistema politico, dipende dai casi. E dipende soprattutto dai bilancia�menti ». Significa anche la fine della Ragion d�Stato? «Senza dubbio. La Ragion di Stato era legata a zone franche, là dove non entrava il diritto, ma la forza. La tendenza al costituzionalismo e alla democratizzazione sconfig�ge quella concezione dello Stato». Ma secondo lei è possìbile immaginare una soluzione extragiudiziarìa della contro�versia sudafricana 0 d�quelle simili che il futuro ci riserva? «Guardi, la giustizia sulle norme intemazionali è ancora molto gio�vane. Sta cercando ancora le sue forme. Ma come in tutti i fenome�ni, c'è sempre un'ambivalenza. In questo caso, ad esempio, le leggi di tutela dei brevetti su scala mon�diale erano dettate da un interesse positivo: tutelare dappertutto i diritti di scoperta. E questo è giusto. Si ricorderà forse l'epoca dell'Urss, quando in Occidente si facevano le scoperte, e poi i sovie�tici le rubavano e le mettevano in commercio con regole tutte loro. Successe finché l'Urss non ader�all'accordo intemazionale che di�fende i brevetti. Però riconosco anche il fenomeno negativo: ci possono essere oligopoli interna�zionali che impongono dei prezzi particolarmente elevati. Uno stru�mento di tutela come la convenzio�ne sui brevetti diventa cos�uno strumento di oppressione del dirit�to della salute». E quindi? «Quindi bisogna trovare il giusto equilibrio. Ecco perché esce fuo�ri il grande ruolo di tribunali e giudici. Soprattutto le Corti su�preme sono chiamate a trovare un giusto equilibrio tra diverse esigenze. La differenza tra lo Stato parlamentare e lo Stato ottocentesco, in fondo, è questa: allora si credeva, sbagliando, che tutte le questioni vengono risolte dalla legge. Bastava osservare la legge e tutto era a posto. Il mondo moderno invece ci ha fatto vedere che non è affatto così. Molte questioni non sono risolte dalla legge. Il bilancia�mento concreto tra gli interessi è il giudice che deve trovarlo. E questo che viene affidato ai giudi�ci di oggi, si capirà, è un compito molto più delicato di quelli tradi�zionali». Adesso lei parla dell'espe�rienza della Corte costituzio�nale in Italia. 0 no? «Non solo in Italia. Accade a tutte le Corti supreme del mondo. Ci si trova continuamente di fronte a problemi di bilanciamento del ge�nere. Poi spesso le Corti vengono accusate di essere politiche 0 di creare il diritto. Ma è il mondo modemo, con le sue leggi e le costituzioni, che impone un'attivi�tà "creativa"». «Sono tutelati meglio i diritti della persona umana e per questo si scomodano i tribunali per difenderli, ma non se ne deve abusare» Antonio Baldassarre ex presidente della Corte Costituzionale

Persone citate: Antonio Baldassarre

Luoghi citati: Africa, Italia, Roma, Sud, Sud Africa, Sudafrica, Urss