Maria Gioana è meglio di Barolo e Barbaresco?

Maria Gioana è meglio di Barolo e Barbaresco? Maria Gioana è meglio di Barolo e Barbaresco? La tendenza ad utilizzare nomi di fantasia per vini Doc è figlia del marketing che privilegia i produttori rispetto al territorio Carlo Petrini LA vetrina annuale del Vinitaly ha ancora una volta dimostrato di essere un ap�puntamento indispensabile per gli operatori e per gli appassio�nati del mondo del vino.' Nuovi vini, nuove idee, confer�mano la vitalità del settore e il vino piemontese si è posto al centro delle attenzioni di un mer�cato qualificato ed evoluto. Il mio amico Franco Martinetti ha pre�sentato il suo primo Barolo, anna�ta 1997, che ha voluto chiamare Marasco in omaggio al profumo di marasca avvertito netto e ben marcato. Le qualità del vino sono indiscutibili e avremo modo di leggere l'evoluzione nel tempo di questo buon prodotto. Queljo che mi interessa sottolineare, e lo spunto del Marasco me lo confer�ma, è che la tendenza ad utilizza�re nomi di fantasia per vini DOC e DOCG è in aumento. Trovo questa pratica quanto mai confusa, figlia di un concetto di marketing che privilegia la cantina o il produttore rispetto al territorio. Barolo e Barbaresco sono due grandi denominazioni, se a queste si aggiungono i nomi dei crus e quello del produttore, basta e avanza per presentare in piena dignità questi grandi vini. V'è poi la nuova denominazio�ne Langhe anch'essa voluta per tutelare i tanti vini di questo territorio che non godevano della protezione della DOC. Che senso ha chiedere e ottene�re una nuova DOC e poi la si sotterra sotto una valanga di no�mi di fantasia dove la lingua piemontese imperversa in tutte le sue forme? Cosicché dietro l'esempio di Angelo Gaja con i suoi Darmagi e Sperss si dà la stura con Barilot, Pafoj, Monprà, Martin Sec, Cado, Batié, Curde, Furesté, Quatr Nas. Sotto altre denominazioni trovia�mo Rapet, Parej, Adasi, Carobric, Daivej, Re Cit, lo storico Ai Suma, Countacc, Vursù, Amis, Suasì, Stissa d'ie favole, Livrot e udite, udite Pichemej. Ma l'Accademia Piemontese esprime il suo massimo neUe deno�minazioni in omaggio a persone. parenti e quanti altri: Giulin, Narin, Vanotu, Maria di Brun, Gepin, Giada, Maria Gioana, Gisep, Fabio, Carlin, Pin, Pierin di Soc, I due Ricu. Ora con questo florilegio di lingua piemontese non voglio sottovalutare la ricer�ca e l'utilizzo della vecchia lingua madre, il latino: Aerum, In Pecto�re, Salus Ad, Rupestris, Fides, Virtus, Quorum. Questa simpatica ricerca po�trebbe continuare con citazioni pavesiane storpiate di crus, inven�zioni e fantasticherie. Quello che mi chiedo e che chiedo ai produtto�ri è questo: questo proliferare di nomi di fantasia è un ausilio per il consumatore o motivo di confusio�ne? Credo che specialmente al�l'estero la confusione regni sovra�na visto che questa moda è diffu�sa pure in Toscana, Friuli e per tutto lo stivale. Soprattutto, di�venta difficile sviluppare la cultu�ra e l'informazione delle nostre denominazioni e, quindi la cono�scenza del territorio, in questo bailamme di titoli e sottotitoli. c.petrìni(cvslowfood.it

Luoghi citati: Barbaresco, Barolo, Friuli, Toscana