Flannery O'Connor: se vuoi scoprire Cristo devi sbrigartela da solo di Claudio Gorlier

Flannery O'Connor: se vuoi scoprire Cristo devi sbrigartela da solo Flannery O'Connor: se vuoi scoprire Cristo devi sbrigartela da solo RECENSIONE Claudio Gorlier M ILLEDGEVILLE, nel cuore della Georgia, vecchia capitale dello Stato del Sud negh Sta�ti Uniti, è oggi cittadina sonnac�chiosa che conserva tuttora intat�to il sinistro mercato degh schia�vi. Qui trascorse buona parte dèlia sua esistenza, specie a partire dal '50, Flannery Q'Connor, ormai ri�conosciuta come uno dei classici moderni della letteratura america�na. Era nata nel 1925 a Savanna, mor�nel 1964, uccisa dah'irresistibile progredire di una malattia crudele, il lupus, che già aveva portato alla tomba il padre nel '41. Stava in una viUetta-fattoria nei sobborghi, assistita con un affetto intriso .di naturalezza dalla ma�dre. In uh angolo del cortile, alcuni vaiippinti pavoni che Flan�nery amava, curava e mostrava con orgoglio agli ospiti. Con loro compare spesso nelle rare fotogra�fie che ci rimangono: la prima cosa che lei e la madre mi fecero ammirare quando le visitai nel�l'autunno del'62. La Q'Connor è soprattutto una riconosciuta maestra di narrativa breve, e a suo tempo la Bompiani ne ha offerto al lettore italiano una raccolta completa. Tutti i racconti. Ma i due romanzi/Z deZo . è dei violenti e La vita che salvi può essere la tua, pubblicati da Einaudi, sono ormai riconosciuti come pietre miliari del moderni�smo americano. Ora, con il titolo Sola a presidiare la fortezza, la stessa casa editrice pubblica il nocciolo del 5U0 intenso epistola�rio, convincentemente tradotto da Giovanna Granato e con una limpida, acuta prefazione del cura�tore Ottavio Fatica. Scrittrice colta e avvertita dei proble�mi della narratologia, non a caso la O'Con�nor si era formata alla famosa scuola di scrit�tura creativa dell'Uni�versità dello lowa, e neh'epistolario non manca di indu�giare su problemi teorici e critici, persino didatticamente, come nel�la lettera del giugno '55 a Ben Griffith, con sottili e penetranti riferimenti a modelli significativi deUa narrativa breve, da Cechov, a Joyce, a Pirandello. Né mancano le professioni di dissenso: Gide la «nausea». Ma l'interesse davvero unico RECENClaGo deh'epistolario sta altrove, nelle osservazioni sempre risolute, mai banalmente confessionali. Emer�ge infatti in tutta la sua esphcita interiorità se mi perdonate l'ossi�moro la sua fiammeggiante reli�giosità, che è la ragion d'essere della sua esistenza e del suo me�stiere di scrivere. Di ascendenti irlandesi sia da parte di padre sia da parte di madre,-essa era cattoli�ca insieme coerente e problemati�ca; viveva un paradosso che Fati�ca ha giustamente indicato nella prefazione: professare un cattoli�cesimo coerente nel cuore del Sud, protestante e in larga misura fon�damentalista, specie se si pensa a quegh anni in Georgia, a cavallo tra duro segregazionismo e lento SIONE dio er de-segregazionismo. Di quel Sud era par�tecipe, considerando le venature rigoristi�che del suo cattolicesi�mo, a ben vedere con�taminato dal prote�stantesimo che pure non era affatto suo. Del resto, il vecchio Sud cupo e ilare, severo e mondano, la Q'Con�nor non lo venerava, come il feticismo per la sconfitta ma tutto�ra ben radicata Confederazione, da lei ironizzato con inesorabile piglio specie nei racconti. Come è stato rilevato persuasivamente da un critico americano, James M. Cox, Dio era per lei tale «nel terrore e nella gloria», e agli individui, buoni 0 perversi, non si pre�sentava per sanzionare la bontà, ma «perché è reale». A fronte di un Sud venato di alienazione, gremito di disabih mentalmente e fisicamente, come vuole il suo inconscio coUettivo, di bizzarri «freaks», la scrittrice inventava un mondo permeato di rancori e di speranze, di mortifica�zioni e di visioni, reale e grottesco. Ma, riferendomi alle lettere, vo�ghe sottolineare l'ironia di un simile contrasto: «Sai che goduria sentire la vecchietta che biascica novene. Io, cresciuta a pane e novene... in quehe orribili chiese cattohehe... dopo un po' non le vedo più, anche se ci sto dentro... Odio recitare la maggior parte di quelle preghiere scritte da santisu-di-giri. Hai la sensazione di indossare i fronzoli di qualcun altro, e poi come faccio a dire al Signore che il mio cuore "arde" (se non lo sa Lui) senza ghignare sotto i baffi?». Ma: «se vuoi scoprire Cristo devi sbrigartela da solo». 0: «Sono convinta che Dio ci porti un amore tanto grande da non aspet�tarsi la nostra completa purifica�zione prima di acconsentirci di accoglierLo». Come nei suoi rac�conti e nei suoi romanzi, labile è il confine tra il bene e il male, tra il peccato e il riscatto. Le parti possono facilmente invertirsi, e guai a edificare monumenti lette�rari «alti», eloquenti, epici. «Il primo dovere di uno scrittore del Sud», mi disse, «sta nel dimenticar�si che è esistito Faulkner». Non meraviglia che provasse una partecipe simpatia per Simo�ne Weil, per Maritain, per i roman�zieri cattolici francesi. Nessuna concessione all'idea di miracolo: A Lourdes «vado come pellegrina, non come paziente... Sono di quel�li che preferirebbero morire per la propria religione piuttosto che fare un bagno in suo nome». Sia�mo nel '57, e lei vive la sua malattia quasi strenuamente. Nel '58, quando una notte la madre deve correre in ospedale a causa di un violento mal di schiena, annota: «Sono sola a presidiare la fortezza». Appropriatamente il vo�lumetto einaudiano ricava di qui il suo titolo. Mi sento coinvolto da questo epistolario, perché in una lettera la O'Connor parla di me, e conclude con una breve frase die, a tanti anni di distanza, quasi dolorosamente mi sollecita: «Ci è piaciuto». Preferisco rievocare una sua frase rivelatrice che non posso dimenticare: «Scrivere è un atto di grazia». «SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA», EPISTOLARIO CHE RIVELA UN CLASSICO DEL MODERNISMO AMERICANO: SCRIVERE E' E' UN ATTO DI GRAZIA, LABILE E' IL CONFINE TRA BENE E MALE A emergere è una fiammeggiante religiosità, la ragion d'essere della sua esistenza e del suo mestiere. Il paradosso di questa maestra della narrativa breve: professare un cattolicesimo coerente nel cuore del Sud, protestante e in larga misura fondamentalista La scrittrice cattolica Flannery O'Connor nacque nel 1925 a Savanna (Georgia) e mor�a soli 39 anni, nel 1964, per una crudele malattia. A destra, un'illustrazione di W. Blake """i^f1"1 SOIA '''.«1»»^ Flanneiy O'Connor Sola a presidiare la fortezza trad. di Giovanna Granato, Einaudi, pp. 164. L 18.000 EPISTOLARIO

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