Un cattolico messo in croce

Un cattolico messo in croce Un cattolico messo in croce Angelo Mauri, dirigente del Partito Popolare, in rotta .con padre Gemelli per non piegarsi al fascismo A chiamavano la tessera del pane: nel senso che senza quel! iscrizione al Pnf per k. molti padri di famiglia diven�tava davvero problematico trova�re un lavoro e dunque far quadra�re i conti di casa e sbarcare il lunario. E cos�tessera del fascio e tengo famiglia finiscono, per buo�na parte del ventennio, col costitui�re un italico e inscindibile bino�mio: consentendo possibilità di risposta, ad ogni fastidioso interro�gativo interiore o esteriore che sia in entrambe le direzioni. Infatti si poteva sostenere che, avendo famiglia da sfamare, non si poteva che soggiacere all'imposi�zione della tessera. E viceversa. Naturalmente qualcuno, anche in quegli anni lontani e diffìcUi, si sottrae alla coercizione della tesse�ra del pane. E nonostante quel che si tende a sostenere oggi quando molti premurosi trovano nei cedi�menti e compromessi passati le preventive assoluzioni per attua�lissime svendite di coscienza le infime minoranze che hanno tenu�to la schiena dritta, e hanno detto no, non sono state sempre costitui�te da rentier, da gente che a cuor leggero poteva fare a meno del salario o dello stipendio. Né erano fatte da gente che non teneva famiglia. Aveva, per esempio, undici figli quel professore Angelo Marni a cui nei primi mesi del 1933 padre Gemelli, rettore magnifico dell' Università Cattolica di Milano, comunica che "per il conferimento degli incarichi di insegnamento relativi all'anno accademico 1933-34, ove trattisi di professori estranei ai ruoli, si richiede l'iscri�zione al Pnf1. Mauri come incarica�to dell'insegnamento di Istituzioni di Scienze Economiche alla CattoUca aveva già schivato l'onere del giuramento al regime, che impo�sto come obbligo a tutti i cattedra�tici delle università statali del Regno era stato invece richiesto su base volontaria alla Cattolica. Ma nel 1933 la morsa della fascistizza�zione si chiude anche sulla Cattoli�ca: alla richiesta di tesserarsi al Pnf, trasmessa^ da Gemelli, Mau�ri risponde scnvendo che "non ho la tessera del Pnf né posso credere ch'essa sia necessaria per insegna�re con scienza e coscienza nelle Università, tanto meno in regime di libero insegnamento e nella Università dei cattolici italiani". Tra Mauri e Gemelli s'apre un acceso scambio epistolare. E' l'oc�casione, per Gemelli, di sistemare alcuni conti in sospeso non solo con il Mauri insegnante ma anche con il Mauri esponente di punta del Partito Popolare Italiano del quale nel 1919 è stato uno dei fondatori in Lombardia. Gemelli nel rivolgersi a Mauri va brutal�mente al dunque: "Tu hai dimenti�cato l'articolo 10 del decreto 13 gennaio 1927 nel quale si determi�na che le Università libere potran�no essere soppresse quando l'inse�gnamento in esse impartito non sia sostanzialmente conforme al rispetto delle istituzioni e dei prin�cipi sociali che governano l'ordine sociale... Evidentemente aggiun�ge il rettore della Cattolica non ti sei ancora reso conto delle condi�zioni nelle quali vive il nostro Ateneo...". Il rimprovero non è leggero: soprattutto perché rivolto da Ge�melli ad un uomo che, nato nel 1873 da una famiglia della piccola borghesia lombarda, dopo aver fatto una lunga carriera nel giorna�lismo cattolico e aver retto la Fuci è stato tra i personaggi più rilevan�ti del Partito Popolare Italiano. Inoltre Mauri è stato anche mini�stro dell'Agricoltura nel governo Bonomi. Ha partecipato con suc�cesso a diverse consultazioni elet�torali e ha perduto l'incarico parla�mentare solo nel novembre del 1926 quando con la mozione di Augusto Turati, Farinacci e Stara�ce vengono dichiarati decaduti tutti i 123 deputati che per protestare contro l'assassinio di Matteotti hanno partecipato all' Aventino. E Mauri è appunto tra questi. Ma da parte dei moderati, dei conservatori, dei fascisti maggior�mente legati agli agrari, c'è contro Mauri un'ostilità dura a spegnersi e che risale agli otto mesi in cui ha retto il dicastero dell'agricoltura. In quel tempestoso 1921 mosso da durissime agitazioni nelle campa�gne ci sono due nodi fondamentali che Mauri deve affrontare.. Il primo è dato dalla proroga dei contratti agrari. Mentre gli agrari vogliono fare tabula rasa delle proroghe, sfrattando dai fon�di i contadini in gran parte ex combattenti che non si uniforma�no alle nuove condizioni. Mauri impone prudenza. E questo sia per ragioni di giustizia (la minaccia di sfratto punta ad estorcere un aumento talvolta insostenibile dei canoni e nel frattempo mira a colpire i lavoratori politicamente avversi al fronte agrario) che per mantenere sotto controllo l'ordine pubblico (gli sfrattati si sarebbero immediatamente trasformati in di�soccupati). Un altro nodo è dato dalla proposta di socializzazione delle terre avanzata dai socialisti e che mira ad affidare a cooperative di lavoratori le terre abbandonate e mal coltivate. Mauri non è ostile all'idea: soprattutto perché vi ve�de un "esperimento di collaborazio�ne legislativa da parte del Partito socialista... trasportando qui, nel! ambiente sereno della nostra fuci�na di leggi, questioni che tra le folle e sulle piazze sarebbe invece trattate con più aspre passionalità diparte". Sono aperture tipiche della cultura sociale cattolica che Mau�ri pagherà care: quando caduto il governo Bononi, al quale succede Facta sopravviene poi il Mussoli�ni della marcia su Roma. E il segno di queste incomprensioni, anche da parte cattolica, dieci anni dopo lo ferisce ancora. Tanto che ne fa cenno nella lettera del 1933 con cui, obbligato a lasciare l'insegna�mento, si congeda da Gemelli: "Voglio dirti la profonda amarezza che ho provato nel non sentire da te in questa penosa circostanza neppure una parola di rammarico e d'affetto. Invece... ho sentito da te critiche e addebiti non solo al partito in cui abbiamo tutti e due militato assieme ma anche a noi... che abbiamo portato la croce del governo in momenti difficilissimi per il nostro Paese. Questo, per�mettimi di dirtelo, non è stato nobile da parte tua, tanto meno poi nella specialità del momento". Stupefacente la risposta di Ge�melli che spiega di "aver sempre detto tutto ai miei venerati Supe�riori e di aver sempre avuto la gioia di fare la loro volontà. E ciò ripaga del dolore che recano gh uomini che non comprendono". Come Mauri, appunto. DA LEGGERE AA.W. Angelo Mauri (1883-1936) Contributi per una biografia in "Vita e pensiero" gennaio-aprile 1988 Università Cattolica, Milano Francesco Magri Angelo Mauri Un pioniere dell'azione sociale cristiana Massimo editore, Milano Padre Gemelli, rettore della Cattolica: chiese a Mauri di aderire al Pnf

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Roma