E' naufragata al Sud la «Repubblica di Guareschi»

E' naufragata al Sud la «Repubblica di Guareschi» NEGATI I FONDI ALLE 437 SOCIETÀ DEL GRUPPO, VANNO IN FUMO IMEGAPROGETTI DEL FINANZIERE. MOLTI SINDACI DOVRANNO RIVEDERE I PIANI E' naufragata al Sud la «Repubblica di Guareschi» Mario Sensin�ROMA La misteriosa Maguro non ce l'ha fatta. Il gruppo di società spuntato dal nulla e messo insieme da Rodolfo Manosi Guareschi, un eclettico emiliano di cui hanno già avuto eco le cronache giudiziarie, non è riuscito a fare il colpaccio appropriandosi dell'intera dotazione dei fondi pubblici per gli investimenti indu�striali nel Mezzogiorno. Migliaia di miliardi sui quali Marosi aveva messo gli occhi promet�tendo miracoli ai sindaci del Sud, disposti ad accogliere anche un personaggio insolito come lui pur di avere nuove imprese e un po' meno disoccupati nei loro comuni. Poco importa se Marosi proponeva cose strampalate, come la produzione di un nuovo veicolo di trasporto aereo che non consuma nulla e non inquina. In molti gli avevano creduto, lo aspettavano a braccia aperte. Oggi che i suoi piani sembrano falliti, per molti sindaci è un giorno triste. Le banche incaricate dal Ministero dell'In�dustria di svolgere le istruttorie per le agevola�zioni previste dalla legge 488 hanno bocciato senza appello le domande delle 437 società del gruppo. Del resto i progetti erano tutti identi�ci: stesso amministratore unico, stesso nume�ro di addetti, il medesimo tipo di capannone industriale, identica la dotazione di capitale, cos�come l'investimento necessario e l'utile stimato. L'unica differenza era il tipo di produ�zione prevista, avveniristica, se non fantasio�sa: chi doveva progettare il nuovo sistema di circolazione aerea, chi i motori dei nuovi veicoli, chi realizzare un sistema informativo via etere in grado di dar risposta a qualsiasi domanda. Le 437 imprese, costituite in fretta e furia alla vigilia della presentazione delle domande di finanziamento, avevano chiesto oltre 5 mila miliardi di fondi pubblici promet�tendo di risolvere non solo il problema della disoccupazione al sud, ma anche quello dell'in�tero debito pubblico nazionale. Per un po', al ministero dell'Industria e tra le banche, è circolata anche una certa preoccu�pazione, perchè dal punto di vista formale le domande della Maguro erano perfettamente rispondenti al bando. Rodolfo Marosi Guare�schi, ispiratore del progetto «Repùbblica della Terra», l'aveva pensata bene, studiando a tavolino un sistema che ricalcava, in grande stile, la catena di Sant'Antonio. Aveva pure trovato un mercato di sbocco per la produzio�ne delle imprese costituendo una srl, la Mondial Clearing, che ha dichiarato di «impegnarsi ad acquistare tutti i beni prodotti dai nuovi impianti per il periodo 2003-2007 a un prezzo pari al 1270Zo del costo dei beni stessi». I mezzi li avrebbero fomiti i soci della srl la cui assemblea «U 20 novembre 2000, ha deliberato un conferimento soci versato nel 2000 in conto aumento capitale di lire 14.909 miliar�di». Le società che avevano chiesto i fondi erano a posto e i capitali c'erano: per una srl bastano venti milioni di cui solo sei versati. La Maguro spa, che non ha un collegamen�to diretto con le società nate per i fondi della 488, ha mille miliardi di capitale versato, anche se non ha un solo dipendente. Difficile saperne di più: al telefono della sede di Sant'Ilario d'Enza risponde una signorina gen�tile, ma invariabilmente il capo «è sempre occupato». Marosi affida le sue esternazioni al sito internet del gruppo, dove parla della Repubblica della Terra, del progetto Holos, deÙo Stellar, del Piano Economico Nazionale, dell'Impresa Universale e anche delle sue vicissitudini giudiziarie. A Parma e Reggio Emilia pochissimi lo conoscono, anche se molti se lo ricordano per aver fondato un partito. Rinnovamento, escluso dalle elezioni perchè le firme erano fotocopiate. Neanche il suo arresto, avvenuto in genna�io per un tentativo di truffa telematica da 1.700 miliardi al Banco di Sicilia (è stato scarcerato a febbraio) avrebbe inciso sull'esito delle domande: lui non figura tra gli ammini�stratori delle società che avevano chiesto i fondi, né tra gli azionisti. Tutto è filato liscio finché l'istruttoria delle banche non è scesa bel merito di credito, da cui è emersa l'inconsisten�za dei progetti industriali. A quel punto le speranze di Marosi di mettere le mani sui 5 mila miliardi della 438 sono svanite, come ha confermato oggi il ministero. E con esse sono crollate anche le speranze di parecchi ammini�stratori locali. Marosi aveva scritto a tutti i 2.116 sindaci dei comuni meridionali e in molti si erano adoperati personalmente per rendere disponibili le aree per gli stabilimenti, concedendogli l'opzione di acquisto. «Ci dispiace, anche se avevo intuito nei mesi scorsi che c'erano delle difficoltà» dice Giacomo De Luca, sindaco di Mignano, in provincia di Caserta. «C'erano 38 imprese del gruppo Maguro pronte a investire qui. Avreb�bero operato nel settore elettronico, aeronauti�co, nella produzione dei satelliti, nella chimi�ca, roba complicata. I loro investimenti ci avrebbero fatto senz'altro piacere». «L'esclusio�ne della Maguro per noi è veramente una brutta notizia» commenta Vito Guerrera, sin�daco di Carlantino, comune del Subappennino foggiano. ((Avevo sentito dire che tutti iprogetti erano uguali. La delibera per l'assegnazione dei terreni si può revocare, ma è un peccato. La situazione dell'occupazione qui è drammati�ca. Siamo 1.400 abitanti, i giovani che lavora�no saranno una ventina. Qualsiasi investimen�to nell'area avrebbe portato sollievo. Maguro ci aveva promesso 243 nuovi occupati, ma mi sarei accontentato anche di 50. Anzi aggiun�ge Guerrera se oggi questi signori volessero dimostrare allo Stato che ha sbagliato a non dargli le agevolazioni della 488, li invito a fare qui un investimento dimostrativo». Possibile, perchè Marosi Guareschi non s'è perso d'ani�mo. Dopo aver capito che i fondi della 488 non li avrebbe avuti, ha riscritto a tutti i sindaci promettendo che i 437 progetti partiranno comunque, anche senza fondi pubblici.

Luoghi citati: Carlantino, Caserta, Parma, Reggio Emilia, Roma, Sant'ilario D'enza