Produzione industriale, timori di frenata

Produzione industriale, timori di frenata A febbraio -1,596 sul 2000. Cadono anche i beni di consumo. Cgil, Cisl e Uil: salari non più adeguati Produzione industriale, timori di frenata Ma il dato giornaliero sale del30Zo Raffaello Nasci ROMA La produzione industriale non va bene: in un anno rileva l'Istat è scesa dell'l,50Zo. Sarebbe sbagliato però affermare che la tendenza sia verso una débàcle recessiva, in quanto se si osservano i vari mesi del 2000, si scopre che la dinamica della produzione è ad alti e bassi, che inoltre la produzione media giornaliera è stata in crescita del 30Zo e che infine il dato «grezzo» degli ultimi due mesi è positivo l+a^/o). La lettura dei dati Istat, dun�que, se è tutt'altro che confortan�te, presenta comunque dei fonda�ti elementi di speranza. Solo la dinamica dei mesi a venire con�sentirà di valutare la situazione. Il dato tendenziale, parla di un -l,507o, quello congiunturale (feb�braio su gennaio) di un -0,30Zo. Quanto alla repentina crescita del «grezzo» (cioè il dato non depura�to dagli elementi stagionali) dei primi due mesi, se è vero che è in crescita lo si deve soprattutto all'impennata stagionale di genna�io (4-9,507o). Gli indici, se letti per destina�zione economica, presentano, ri�spetto a febbraio 2000, un aumen�to dell' 1,30/» nel comparto dei beni di investimento e una diminuzio�ne del 2,30Zo in quello dei beni intermedi e dell'1,6% dei beni di consumo. Quanto all'analisi per settore di attività economica, le variazioni tendenziali risultano positive nei settori della carta, stampa ed editoria ^50Zo), delle macchine ed apparecchi meccani�ci (4-0,607o), del legno e prodotti in legno ^0,607o) e della lavorazione dei minerali non metalliferi (4-0,20Zo). Variazioni negative si registrano, invece, nei settori del�le raffinerie di petrolio (-90Xo), dei mezzi di trasporto {-8,607o), dei prodotti chimici e fibre sintetiche (-6,407o), delle pelli e calzature (-4,80Zo) e della produzione di arti�coli di gomma e materie plastiche (-2,90/0). Confindustria lamenta ovvia�mente questo quadro perché evoca una stagione di ristagno, ma anche i sindacati sono preoc�cupati, soprattutto per la caduta dei beni di consumo che, a loro avviso, sottintende un cedimento del potere di acquisto delle fami�glie. Ne chiedono quindi un recu�pero attraverso i rinnovi contrat�tuali in itinere, che riguardano 6 milioni di lavoratori. Confindustria in una sua nota spiega che «i dati Istat sulla produzione industriale a febbraio confermano il rallentamento in atto in Italia, che riflette in gran parte quello della congiuntura intemazionale» peraltro già previ�sta dal proprio Centro studi. Per gli industriali «è molto importante che le condizioni che hanno permesso la buona crescita dell'occupazione nel 2000 (intro�duzione di elementi di flessibilità sul mercato del lavoro e politiche salariali coerenti) siano mantenu�te e rafforzate». «Come mostra l'evoluzione economica dello scor�so anno spiega ancora Confindu�stria una crescita sostenuta e stabile della fiducia, e quindi della spesa delle famiglie, può venire infatti solo da un continuo miglioramento dell'occupazione e delle condizioni del mercato del lavoro». Il controcanto del sindacato. invece, punta sulla caduta dei beni di consumo come indice di un disagio economico. «Mi sem�bra che il calo della produzione sia lieve e comunque congiuntura�le dice il segretario confederale della Cgil Giuseppe Casadio preoccupa di più invece la flessio�ne dei beni di consumo. È il segno dell'esigenza di una più equa di�stribuzione del reddito». «E' chiaro aggiunge il segreta�rio confederale della Cisl Giovan.jii Guerisoli che le famiglie hanno meno soldi a disposizione. C'è stato un aumento del costo della vita superiore airinflazione programmata e ci sono milioni di lavoratori per i quali non è stato ancora rinnovato il contratto». Per il segretario generale ag�giunto della Uil Adriano Musi i dati dimostrano che è «inutile una politica salariale restrittiva. La produzione rallenta ha detto soprattutto dal lato dei beni di consumo perché le famiglie devo�no fare i conti con retribuzioni non adeguate all'inflazione. Le imprese dovrebbero pensare an�che a questo quando trattano sul rinnovo dei contratti». LA PRODUZIONE A FEBBRAIO Produzione industriale -1,50Zo Febbraio 2001/ Febbraio 2000 1 COMPARTI Variazione "/o rispetto a febbraio 2000 Beni durevoli Beni d'Investimento Beni intermedi I SETTORI CHE FRENANO Variazione Vo rispetto a febbraio 2000 Beni di consumo Raffinerie di petrolio Mezzi di trasporto Chimici e fibre sintetiche md Pelli e calzature Produzione industriale menslle destagionalizzata 112 M M M M M 1 1 M 4 i 110 ~J-—4-—^t|J\| i06U4-4^---j|']i^V;-r i/>f i (rispetto 104 J^r aqehnaio2001) 102^M ' inn U i i | i l00:—rl r—t-' H—< '■' ' > 1 , >—1 , 1 ! Produzione industriale media giornaliera FMAMGLASONDGFMAMGLASONDGF 1999 2000 2001

Persone citate: Adriano Musi, Giuseppe Casadio, Guerisoli, Pelli

Luoghi citati: Italia, Roma