Dopo Marlene, tocca a David

Dopo Marlene, tocca a David Torino, il film di Vilsmaier apre «Da Sodoma a Hollywood» Dopo Marlene, tocca a David E'Bowie l'altra «icona gay» del Festival TORINO Anche Edith Piai? Chissà se è vero. La scena iniziale del piccolo spettaco�lo che ha aperto mercoled�sera il sedicesimo festival del cinema gay, da Sodoma a Hollywood, lasda co�munque intendere pure questa pas�sione fra Marlene Dietrich e la Piaf. A Marlene, un mito del cinema, que�st'anno il festival rende omaggio scegliendola come propria icona. Marlene e Piaf dunque perché a queste artiste hanno dato vita can�tando loro canzoni Virginia Barrett e Raffaella De Vita in apertura del festival al Teatro Nuovo di Torino prima che la rassegna prendesse il via ufficialmente con la proiezione di «Marlene», il film di Joseph Vilsma�ier, basato sulla biografia di Maria Riva, la figlia della Dietrich. La serata è stata aperta da Giovan�ni Minerba, il direttore del festival, con grande velodtà. Niente politici, quest'anno: le elezioni sono troppo vicine, meglio stare alla larga, con l'aria che tira. Niente assessori uscen�ti, tanto la prossima volta non ci saranno più. Niente candidati in corsa. In realtà nel foyer si è visto il leader del centrosinistra torinese Chiamparino. In sala invece Marzia�no Marzano, con signora, assiduo frequentatore del Festival, nonché fra i fondatori, quando era assessore alla cultura. Poi via col film. Una ricostruzione molto ((televisiva» della vita di Marle�ne, scandita nettamente in due parti, la gioventù berlinese e la grande fama in America. Con molti luoghi comuni, per chi conosce la biografia della diva, con il coté sentimentale tenuto vivo, fra mariti, registi, aman�ti, dalla inesauribile passione per un ufficiale tedesco morto nella seconda guerra mondiale rivelata nella bio�grafia di Maria Riva. Realizzato non con la stessa emo�zione e partecipazione con cui Jose�ph Vilsmaier girò «Comedian Harmonistsr, ma la voce di Marlene nelle sue canzoni più famose è toccante. Ieri sera invece, in apertura della seconda serata del Festival che ha come altra icona la figura di David Bowie, Minerba ha ricordato la scom�parsa di Kermit Smith fondatore con Andrea Occhipinti della casa di distri�buzione Lucky Red e successivamen�te della Key Films. [se, tr,] InuFuryo», ' di Nagisa Oshima, l'ufllciale di Sua Maestà Britannica Jack Celi ier (David Bowie) è prigioniero in un campo di concentramento giapponese comandato dal capitano Yonoi (Ryuichi Sakamoto) Yonoi resta vittima del fascino ambiguo dell'ufficiale inglese

Luoghi citati: America, Hollywood, Marzano, Torino