La francia del Nord; «Parigi ci affoga»
La francia del Nord; «Parigi ci affoga» La francia del Nord; «Parigi ci affoga» Piogge recordjospin accusato di avere deviato le acque Tullio Giannotti PARIGI La voce, la «folle voce» non si ferma più. Era poco più di una diceria, all'inizio. Poi è cresciuta, è montata insieme ai illuni e ai ruscelli in piena, e ora travolge ogni argine. «Per salvare Parigi avete inondato la Somme», grida disperata la gente di Picardia senza più casa, senza più lavoro. Fa una figuraccia anche Lionel Jospin, che si aggira per le vie allagate di Abbeville con gli stivaloni e il cappellaccio da pescatore: «Parigi ci affoga», gridano al premier indi�spettito. Dal 1873, anno in cui fu installa�ta la stazione meteorologica di Paris-Montsouris, non si vedeva tanta acqua. Dalla primavera scor�sa a oggi 1000 millimetri a Parigi, un record assoluto. Ma è a Nord della capitale che la pioggia è ormai un incubo da settimane; e le previsioni dicono che non smette�rà. La Picardia, e più in particolare la Somme, la regione di Amiens, sono un acquitrino. E' successo quello che da anni si temeva, anzi da secoli. Perché anche Asterix insegna che i Galli, sprezzanti di ogni pericolo, avevano un solo terrore: «Che il cielo ci cada sulla testa». Gli esperti ripetono: «Mai vista una cosa del genere». E' una litania ormai quotidiana, la gente è dispe�rata e non ce la fa più a sentire parlare di nappe freatiche saturate e di depressione islandese respon�sabile dei diluvi. Quello che sanno è che 2.141 case sono state allaga�te, quasi 1000 persone sotto "state fatte sgomberare e vivono in éflloggi di fortuna, che ad Abbeville ci sono due metri d'acqua dove prima si passeggiava con i bambini per mano, che 400 persone sono già finite in cassa integrazione perché le fabbriche sono inondate. L'ac�qua è ovunque, se non cade dal cielo arriva dalla Manica, con le tremende maree che ingorgano gli sbocchi dei fiumi e ricacciano indie�tro le acque. Un paio di settimane fa Parigi era sott'acqua: chiuse le vie di scorrimento veloce sulla Senna con conseguente traffico impazzito in città niente più «bateaux mouches» per i delusissimi turisti e cielo eternamente grigio. Poi è arrivata la primavera, la pioggia continuava ma la Senna si è abbas�sata di un paio di metri e tutti hanno dimenticato l'emergenza. Questo lo scenario che hanno da�vanti agli occhi le donne e gli uomini della Somme, dove paralle�lamente al calo della Senna si è ingigantito il fiume che dà il nome alla regione. Gli esperti hanno fatto a gara nello smentire la teoria dei vasi comunicanti, il gioco di dighe, di chiuse e di serbatoi che, secondo la terribile accusa, sarebbe servito per bloccare gli affluenti della Sen�na a monte di Parigi, riversando le acque altrove. «Adesso tornatevene a nuoto», hanno gridato a Jospin e al mini�stro degli Interni Daniel Vaillant gli abitanti di Abbeville, la cittadi�na più sinistrata. E hanno sfilato le tavole sulle quali �due uomini politici avevano camminato barcol�lando per raggiungere qualche me�tro quadrato di terraferma. La «folle voce» si fa strada, nessuno crede più alle autorità, perché sono mesi che «il pleut», che piove, e nessuno fa niente. Anzi, le assicura�zioni si stanno accordando perché non ce la fanno più a pagare i risarcimenti: dal 1988 senza con�tare la disastratissima Somme sono stati sborsati 4.000 miliardi soltanto per i danni da pioggia. Pasqua sarà bagnata e i villaggi alluvionati non torneranno alla normalità prima di alcune settima�ne, dicono gli esperti. Nessuno pensa. a incontrare famigliari o amici: i ponti sono impraticabili, le strade interrotte, i treni procedono a singhiozzo. In molti non sorride�ranno, qualcuno inviterà nella rou�lotte o sotto il tendone i ragazzi della sicurezza civile, i pompieri, i 300 militari che Sfaticano tutto il giomo per consolidare gli argini e le dighe. Con le loro pompe, per tirar via l'acqua dalle case, ma anche con i loro sorrisi: «Dobbiamo rassicurare tutti dice uno dei militari -. Hanno paure incredibili, temono che Parigi li tradisca e riversi quassù le acque della Sen�na, adesso hanno il terrore che ciò che resta delle loro abitazioni ven�ga saccheggiato dagli sciacalli. Ma chi, sciacallo o no, si avventurereb�be in un villaggio alluvionato per rubare povere cose, ormai fradice?». Dalla capitale, per evitare che la situazione si deteriori, è arrivata anche una squadra di psicologi, che ha il sub dà fate iiel convincere gli alluvionati che non è colpa di Parigi. Volontari della protezione civile spingono una barca carica di cibo e altri generi di prima necessità in una strada di Abbeyill^ inondata y rr-rrn—rfl ife—r-1 —H—\i\..i.. 1 ni i1. y , . u i "i an 'jit Ai ' i ^ ^ .—i ;-n
Persone citate: Daniel Vaillant, Jospin, Lionel Jospin, Tullio Giannotti
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