Vito, il candidalo «rompiscalole»

Vito, il candidalo «rompiscalole» Vito, il candidalo «rompiscalole» Ex radicale, pupillo di Berlusconi: cos�batterò Rutelli personaggio Aido Cazzulki ROMA APOLETANO, eletto a Misterbianco (Catania), pa�racadutato al proporzio�nale in Umbria, sfidante di Rutelli a Roma Prenestino, Elio Vito il provocatore il portavoce anzi no «il rompiscatole di professione» ha l'aria di chi non crede a una parola di quel che dice. Però lo dice bene, e viene creduto. Il lessico è quello pannelliano della giovinezza, costruito attorno al nemico, cioè al «regi�me» «autoritario» «arrogante» e «prevaricatore» della sini�stra. Gli elettori di San Lorenzo o del Prenestino 23, quartieri considerati rossi, lo guardano perplessi ma incuriositi, «l'ab�biamo vista in tv, lei è quello del Raggio Verde», «s�sono io vi sono piaciuto?», «s�ma adesso li deve cacciare», «certo cacce�remo Rutelli e i comunisti», «ma quale Rutelli dovete cac�ciare gli zingari, i centri sociali e i negri». Qui Vito, che è sicuramente a sinistra del suo elettorato «rosso», fa una pau�sa, poi riprende, «noi non vo�gliamo cacciare nessuno», altra pausa, sguardi ostili, «ma vo�gliamo che i vostri diritti siano rispettati», ecco cos�può anda�re. Rutelli è la parola chiave per l'approccio con gli elettori, Ru�telli che non accetta il faccia a faccia con lui, Rutelli che non si fa vedere mai, «tre volte in sette anni, di cui due per inau�gurare lo stesso parco» dice il presidente del locale club di Forza Italia Guido Verdecchia, Rutelli che si è scelto il collegio sicuro, che poi a giudicare dall'accoglienza sorridente ri�servata a Vito proprio cos�sicuro non è. Sorridono al rom�piscatole pure al campo noma�di di via dei Gordiani, novanta bambini cresciuti in condizioni scandalose, anche l�l'hanno visto in tv, «onorevole ci dia le case». I nomadi non sono forse in cima ai pensieri dell'onore�vole Vito, lui è per qui per allenarsi nel ruolo di antirutelli e non perde l'occasione, «ma come, Rutelli che attacca la destra xenofoba non vi ha fatto le case?». Il capo dei nomadi, che si fa chiamare Michele «come Santoro» specifica fiero -, risponde che no, Rutelli le case non le ha fatte. Vito infieri�sce: «E già, tanto lui sta ai Parioli... e pensare che io gli ho fatto pure una campagna eletto�rale, a Francesco», scusi Vito questa è una notizia, «s�era il '90, Rutelli venne a Napoli a fare il capohsta dei Verdi arco�baleno, io gli diedi una mano, lui si fece eleggere, fece un po' d'ammuina, portò in Comune l'acqua sporca di Napoli con telecamere e tutto, e se ne andò». Lei invece Vito... «Io in Consiglio comunale sono entra�to nell'SS e ho fatto le mie battaglie, anche se il sindaco Lezzi era un galantuomo». Poi nel '92 alla Camera, da radica�le, con 571 preferenze appena, un colpo di fortuna. Nel '94 è subito Berlusconi. «Mi ci sono riconosciuto. Non ho rinnegato le mie convinzioni di radicale». Al contrario di Rutelli, s'inten�de. «Ma io lo considero ancora un mio amico. Perché non mi crede? Non ho ragioni di inimi�cizia personale con Francesco. E' che tra lui e Berlusconi non c'è confronto. E siccome Rutel�li è intelligente, lo sa anche lui. Vero guaglioni che è meglio Berlusconi?». I guaglioni, che poi sono commercianti romane�schi del Prenestino 23, più che di Berlusconi chiedono notizie del supermercato in costruzio�ne. L'unica che gli dà soddisfa�zione è la signora bionda del banco della pasta fresca, «io vengo dall'Ucraina», «bella ter�ra» annuisce Vito, «i comunisti hanno fatto di noi i servi d'Eu�ropa, non capisco come gli italiani possano votare i comu�nisti. No, il mio nome non glielo dico, non si sa mai». Di comunisti nel collegi^ «rosso» non se ne vedono, tranne un signore anziano, l'unico che non ha visto il Raggio Verde, ma il rompiscatole ci prova anche con lui e con successo, «allora lei vota Rutelli?», «le ho detto che sono comunista, che c'entra Rutelli?». Sguardo trion�fante di Vito. Qui nel '96 il verde Scalia vinse per 11 mila voti, ma contro una sfidante improbabile. Laura Scalabrini, che aveva riconvertito la sua 126 rossa in auto-sandwich, alle regionah il margine si è ridotto a 4 mila voti, hai visto mai. Certo il quartiere è quel che è mica via Condotti, le insegne indicano «falsi d'auto�re», «materiali per incontinen�za», «ufficio cancellazione pro�testi», ma al mercato c'è anche il banco delle «huìtres normandes» e massaie che, come il sociologo Vito si è laureato con Abruzzese ha intuito, non sono più popolo ma hanno gli stessi desideri dei ricchi, non gli stessi soldi certo, ma forse le si può convincere a votare allo stesso modo. Che cosa offre la sinistra di più? «Beni�gni e se la Roma vince lo scudetto la Fenili nuda», sinte�tizza una signora poco interes�sata a entrambi. Vito concorda. A lui, Berlusconi ha offerto la guida del gruppo parlamenta�re (ora è il vice). L'apprendista�to pannelliano e nove anni di perfezionamenti continui ne hanno fatto il principe dei rom�piscatole d'aula, il padrone del regolamento, il signore delle note a margine, e anche il cocco di Violante, che lo consi�dera il più secchione di Monte�citorio e quindi lo ammira, ricambiato: «Violante ha garan�tito anche noi. Lei dice che sono un po' troppo di sinistra per fare il capogruppo di Forza Italia? Guardi, io sono un libe�rale, convinto che il program�ma del centrodestra aiuti i deboli più di quello del centrosi�nistra. Come sarebbe se credo davvero a quel che dico? Per�ché, Rutelli crede davvero di fare il presidente del Consi�glio?». «Se credo in quel che dico? Provate a chiedere all'ex sindaco se pensa davvero di fare il presidente del Consiglio...»

Luoghi citati: Catania, Napoli, Roma, Ucraina, Umbria, Vito