Monsanto, sequestro di «sementi a rischio» di Renato Rizzo

Monsanto, sequestro di «sementi a rischio» Biotech, 200 tonnellate a Lodi e Cremona Monsanto, sequestro di «sementi a rischio» Renato Rizzo ROMA Il punto del non ritomo è la prossi�ma settimana, quando s'inizieranno le semine di soia e di mais. Se gli agricoltori, entro quella data, avran�no ormai diffuso nei campi prodotti «inquinati» da Ogm, in Italia, secon�do gli scenari di paura disegnati dagli ambientalisti, potrebbero sor�gere enormi «giardini dell'Eden per le industrie biotech: luoghi dove operare in assoluta tranquillità usan�do tutti noi come cavie». Un dato è certo: si sta correndo contro il tem�po. Per far rispettare una legge dello Stato se non per scongiurare i rischi d'una imminente e per alcuni improbabile apocalisse -. E, duran�te questa corsa, ieri i Nas hanno individuato altre due imponenti par�tite di soia tradizionale con percen�tuali di semi elaborati grazie all'inge�gneria genetica: 88 tonnellate nei magazzini della Monsanto di Lodi, 133 a Madignano di Cremona presso la Syngenta, la più grande multina�zionale agroalimentare del pianeta con un fatturato che, nel '98, ha toccato i 7,9 mihardi di dollari. Quest'ultimo lotto è stata blocca�to a Genova il 6 marzo dopo i controlli dell'autorità sanitaria por�tuale. Ma, aspettando gli esiti dei nuovi esami in corso all'Istituto zoo�profilattico di Torino, «la società venne autorizzata alla libera distri�buzione della merce». Vale a dire che, da allora, i semi di soia hanno già raggiunto decine di rivenditori e, chissà, anche un congruo numero di agricoltori. I carabinieri stanno di�scendendo questi rivoli per recupera�re fino all'ultimo sacco ed impedire semine che, in ogni caso, vedrebbero come imputati d'un reato gli stessi coltivatori. C'è chi, come Ivan Verga, vicepre�sidente dell'associazione Verdi Am�biente e Società che fece scoppiare alcune settimane fa il caso-Monsanto «cingendo d'assedio» l'azienda, tiene la contabilità di questi carichi di sementi «contaminate con Ogm che avrebbero potuto inquinare 200 chilometri quadrati di produzione agricola: sette partite in tutto, una delle quali 600 quintali di semi di mais definitivamente respinta al mittente senza neppure essere sbar�cata dalle stive delle navi». La Monsanto chiarisce che neppu�re un chicco delle 88 tonnellate poste sotto sigillo ha raggiunto rivenditori o agricoltori. Lamenta ritardi ed omisioni: «Non abbiamo ricevuto nessuna notifica ufficiale circa i motivi del nuovo sequestro anche se, considerato il quadro che si è venuto a delineare nelle ultime settimane, questi ci sembrano chiaramente in�tuibili. Ribadiamo la nostra richiesta al ministero della Sanità, perchè vengano al più presto condotte anali�si quantitative». Ecco, il vero nodo della questione che intreccia scienza e pohtica. Ci si domanda: bastano tracce di Ogm riscontrate con esami sulla «qualità» del prodotto importato a dichiarare fuori legge una partita di soia o di mais? 0, piuttosto, occorre un'anali�si sulla «quantità» di questa percen�tuale per stabilire se gli organismi «estranei» sono dovuti ad un fatto accidentale? E soprattutto: è un obiettivo raggiungibile garantire nei semi, come vuole la legge italiana, il «livello zero» di materiale genetica�mente modificato? Alcuni scienziati, sollecitati dall'Ue ad esprimere un parere sulla questione, hanno affermato che l'as�soluta purezza è un'ipotesi di pura utopia. Ecco perchè la Commissione, considerate le difficoltà di arrivare alla «zero tolerance», sta valutando di proporre soglie massime alla pre�senza occasionale di Ogm tra lo 0,3 e lo 0,50Zo. Il ministro Veronesi, dal cui dicastero dipendono gli accertamen�ti sanitari, mostra un atteggiamento di sostegno nei confronti delle biotec�nologie, avallato, mesi fa, dall'appog�gio alla marcia degli scienziati che rivendicavano più aperture a queste ricerche: «Il vero nemico da sconfig�gere in questo campo è l'ignoranza. Tanto minore è la conoscenza, tanto maggiore è il sospetto e la diffidenza che, spesso, sfociano in atteggiamen�ti e toni oscurantisti e antiscientifi�ci». Sacerdote di questa totale chiusu�ra a sementi con tracce seppur mini�me di Ogm, il ministro dell'Agricoltu�ra Alfonso Pecoraro Scanio. Oggi, però, la sua intransigenza sembra legata ad un'interpretazione più se�mantica che scientifica. Sostiene, infatti, che anche gli ambientalisti «pasdaran» sono in grado di ricono�scere una contaminazione dovuta al caso. E, rivolgendosi alle confedera�zioni degli agricoltori, propone un'in�solita equazione: «Per noi la contami�nazione accidentale corrisponde alla tolleranza zero».

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Ivan Verga

Luoghi citati: Cremona, Genova, Italia, Lodi, Madignano, Roma, Torino