Seaeco matto iti casa della «Pietà» di Filippo Ceccarelli

Seaeco matto iti casa della «Pietà» Seaeco matto iti casa della «Pietà» Filippo Ceccarelli IN quale altra città del mondo si può immaginare un botto notturno di inusitata violenza che scuote un poetico.Cf^Hccio rococò? Solerà Roma, in effetti, potevano piazzare una bomba a pochi metri da pentite intelaiature geometriche, scintillib.di dorature, tenui marmi policromi, rondini araldiche, putti svolazzan�ti, festoni vegetali, teste muliebri e altre allegorie. Per un attentato, Palaz�zo Rondinini è il palcoscenico più suggestivo e, in fondo, illusorio. Il più romano, dunque. Qui, tra le volte sette�centesche; «azionò per secoli l'incom�piuta Pi^à michelangiolesca, detta Ròndanini; qui Goethe restò impressionato dalla Medusa: «La sola idea che una' cosa simile esiste al mondo, che una cosa simile è stata possibile all'uomo, ci rende uomini due volte». A'Roma Goethe abitava appunto da queste parti, sull'altro marciapiede del Corso. E lì, più o meno, dove i terroristi hanno fatto i sopralluoghi, magari proprio davanti al polirne divelto dall'esplosione, smontava a suo tempo dafcavaUo, con l'inseparabile spadona, il Cavalier D'^tfpino, che era un grande pittore, ma anche untipobià^arro, ' ì;"» E insomma, di nuovo: solo qui nella Città etema potevano, attaccare un prestigioso centro studi di politica intemazionale ; e lasciare che pochi metri più in là, divisa solo da una porta, fosse investita dal boato una delle più romane fra le istituzioni: il Nuòvo Circolo degh scacchi, che poi è nuovo per modo di dire essendo stato fondato nel 1872. Una secessione guidata da Francesco Borghese, duca di Bomarzo, che nel «nuovo» sodalizio, dopo la breccia ^vporta Eia; trascinò l'alistoCrazia piùvn^raj ossisi papalina, stanca di convivere con il patriziato bianco, cioè filo-unitario, all'interno dell'originàrio Circolo del�la Caccia. Poi, con gli anni, come si deduce dalla ricca monogra�fia che Marma Maririélli ha dedicato a «i! Nuovo Circolo Palazzo anni piuta o degli scacchi» (Palombi, 1990) tutto divenne più complicato. Le antiche dinastie romane i Massimo, i Bor�ghese, i Chigi, i Colonna, i Torlonia, i Doria, gh Odescalchi, i Ruspoli si divisero anche al loro intemo; e le vecchie ferite si risanarono. Prima del Concordato fu fatto socio Musso�lini (che ader�con una lettera un po' gaglioffa in cui paragonava la politi�ca al gioco degli scacchi). Dopo il Concordato, con sollievo, fu offerta la presidenza a Umberto di Savoia. Nel frattempo era scoppiato «il fatto dei bari»: si giocava pesante a carte, e pure in modo truffaldino; gli inser�vienti prestavano i soldi a strozzo; scandalo e repulisti, Gh Scacchi, però, rimasero sem�pre gli Scacchi, Lo sono ancora da quando, nel 1987, il circolo ha cam�biato sede lasciando Palazzo Piano, già Qttoboni, per trasferirsi a Palaz�zo Rondinini. Il luogo che l'altra notte ha conosciuto il tritolo è pieno di grazia pagana, con Apollo, Eros, Giove animoso che rapisce fanciulle, Venere che fa toletta, e muse, conchighe, sirene, fauni, nereidi, pavoni. C'è poi una bella palestra; una beUissima terrazza e una spècie d�ufficio postale dove non si fa la fila. Si gioca ancora a carte (a bridge) e a boccette e biliardo; si mangia molto bene; si guardano le caricature dei vecchi soci; si organizzano conferenze, presentazioni di libri, matrimo�ni, feste e pure funerali, con i valletti in livrea che si caricano la bara. Si entra, o meglio si viene inclusi con votazione: palle bianche e nere. Un buon numero di queste ultime, di recente, hanno sbarrato la strada a un simpatico, ma spericolato giocatore. Il Circolo sanziona l'appartenenza a una élite. Cadu�to il fascismo e tra i fascisti Galeazzo Ciano era uno dei frequentatori entrarono a farvi parte Gianni Agnelli, Guido Carli, Giovanni Malagodi e i clinici Frugoni e Valdoni. Poi, per forza di cose, cominciò l'era democri�stiana e ai Marzotto e ai Merloni si aggiunsero Franco Nobili, Remo Cacciafesta, Rocco Basilico, Giorgio Crisci, Felice Gianani, più alcuni onorevoli (da DeUo Giacometti ad Aventino Frau), Per il resto professionisti, amba�sciatori (Ortona, Pulci), costruttori (Federici, Micangeli, Minciaroni), giornalisti (Pieroni, Sensini, Letta) e generali (di prossimità per lo più andreottiana: Jucci e Danese), oltre a numerosi rappresentanti di famiglie romane nobili e non (gh Ambrosi De Magistris, i d'Amelio, i Lais, i Marini Dettina, i Rebecchini, i Sanjust). Unico di sinistra: Nerio Nesi. La bomba, a suo modo, prosegue una storia. Le finestre danno sempre sul Corso, lungo il quale, ha scritto ne «L'americano di Roma» il socio Giorgio Nelson Page «i vecchi giocatori di bridge, tra un contre e l'altro, hanno assistito con uguale indifferenza al passaggio delle camicie nere, a quello delle truppe tedesche, alla sfilata degli eserciti americano e inglese, dei marocchini e dei negri, alle dimostrazioni comuniste e cattohehe. Con lo stesso spirito osserverebbero per brevi istanti il passaggio dei larghisi di Stalin, se tele passaggio fosse compatibile con la sopravvivenza di un'istituzione del genere. Comunque il Nuovo Circolo potrà morire, ma non modificarsi molto». Una delle stanze di Palazzo Rondinini, dove per anni fu custodita l'incompiuta Pietà di Michelangelo Gli affreschi settecenteschi. Qui Goethe, che aveva abitato poco distante, rimase impressionato dalla Medusa

Luoghi citati: Bomarzo, Roma