E questi non potete perderveli

E questi non potete perderveli DA SODOMA A H'O'L LYWOOD-160FESTIVAL DI FILM CON TEMATICHE OMOSESSUALI: IMPRIMO PIANO E questi non potete perderveli Un percorso ragionato: dall'esordio registico di Hemmings al cattivo.di Pulp Fiction in versione gay, ai vampiri reazionari N! EL fitto programma del Festival esistono molte cu�riosità che non possono sfuggire ai cinefili. A parte le due retrospettive consacrate a Fas�sbinder e Cukor, due capisaldi per la cinefilia militante che ama il melodramma in tutte le sue forme e sa apprezzare sia la commedia sofisticata sia quella più popolare e scatenata, ci sono mille altre memorabilia che affio�rano qua e là nell'elenco delle proiezioni. Ad esempio, tutti si sono accorti di ima rivalutazione crìtica che finalmente ha toccato il regista italiano più visionario e immaginifico tra quelli in attivi�tà, Dario Argento. Ebbene, imo dei suoi attori cult (David Hem�mings, protagonista di «Profondo rosso») è presente nel program�ma del Festival in qualità di regista: e il suo primo film dall'al�tra parte della cinepresa, è anche l'ultimo interpretato da Marlene Dietrich, altra icona dell'ambigui�tà sessuale. Si intitola «Just a Gigolò» (ma il titolo italiano è più. semplice, «Gigolò»), e presenta un cast da delirio che unisce David Bowie e Sidne Rome, Kim Novak e Curd Jurgens ai quali va aggiunto Ennio De Concini (l'in�ventore di «La piovra», ma anche il creatore degli Ercole interpreta�ti da Steve Reeves) alla sceneggia�tura. Non è solo il cast a essere delirante, ma anche la trama: nazisti, bei giovani, omosessuali�tà vissuta come perversione e come emblema del nazismo or�mai alla fine, costumi kitsch e robuste dosi di umorismo invo�lontario mescolate a sequenze veramente interessanti. Un mo�numento dell'epoca, la fine degli Aimi Settanta, con suggestioni prese da «Cabaret», da «Il portie�re di notte» ma anche dai pomonazi a basso costo girati intensi�vamente in Italia. Cambiamo completamente ge�nere verficando che De Niro affianca ormai stabilmente alla sua attività abituale anche quel�la di produttore sapendo fare film più coraggiosi.dell'insipida commediola di successo «Ti pre�sento i miei». «Hoilday Heart» (interpretato da Ving Rhames, il terribile Marcellus di «Pulp Fic�tion», qui nel ruolo di una bion�dissima drag queen) è anch'esso un film di confezione e con esplicite ambizioni commerciali, ma riesce a essere più interessante, più pazzo, più svariato. Per quanto riguarda il cinema americano, è comunque più inte�ressante «Psycho Beach Party», un film che miscela tra loro gli stereotipi delle produzioni più camp del cinema americano, quelle che appassionano i fanati�ci del B-Movie. In effetti, quando si mescolano le suggestioni dei Thriller psicologici, le atmosfere rarefatte dei film sulle vacanze marine degli adolescenti (uno dei must degli Anni Sessanta ameri�cani, grazie a quei film con Frankie Avalon e Anette Funicel�le che vengono spesso citati da Snoopy e fecero la fortuna dei Drive-in in quegli anni) e gli horror-splatter che discendono dal capolavoro capostipite «La notte dei morti viventi», il risulta�to è abbastanza scontato: situa�zioni assurde, provocazioni visi�ve, umorismo adrenalinico. Re�sta il dubbio se non sia un atteg�giamento simile a coloro che in guerra sparano sulla Croce Ros�sa: erano piccoli film senza prete�se, prenderli in giro è fin troppo facile. Ma in ogni caso, siamo di fronte a un rum che mantiene l'impegno di fare ridere, e questo comunque non è mai poco. A proposito di horror, siamo ormai abituati a vedere di tutto, soprattutto nelle parodie che per forza di cose devono spingere fino in fondo il pedale del bizzar�ro, del demenziale. E' vero, ma vampiri repubblicani (nel senso del partito conservatore america�no) mihtanti non si erano ancora visti, e la loro apparizione in «Tradltlonal Family Vamplres» va comunque ascritta a merito del Festival che per la prima volta li fa apparire in Italia. Per quanto riguarda i compor�tamenti sessuali non ortodossi accompagnati a pratiche sporti�ve estreme, abbiamo già avuto un ottimo saggio in un film at�tualmente in distribuzione «Girl Fight», il primo caso di pellicola interamente dedicata allo sport antifemminile per eccellenza, la boxe, che sta diventando invece una disciplina diffusa e praticata nelle palestre di quartiere ma anche tra le ministre della Repub�blica. Ma ci sono ulteriori frontie�re da superare, come ci testimo�nia un film thailandese, «Sa tree lex» (in Italia uscirà con il titolo «Le signore di ferro»), che ci mostra una pratica sportiva che ha molti addentellati con la vita quotidiana delle sue protagoni�ste. Insomma, c'è molto da scopri�re e molti percorsi, da sperimenta�re, nel Festival del cinema gay. Stefano Della Casa I TITOLI PIÙ' INTRIGANTI SECONDO STEFANO DELLA CASA, DIRETTORE DEL TORINO FILM FESTIVAL La locandina di «Psycho Beach Party»: perfetto stile B-movie Anni Sessanta «Le signore di ferro»: la storia vera di una squadra thailandese di volley, composta prevalentemente da gay, travestiti e transessuali, che vinse il campionato nel 1996

Luoghi citati: Italia