Dalla sabbia sorge «Ifigenia» di Monica Bonetto

Dalla sabbia sorge «Ifigenia» I N SC E N A DAL 6 A P R I L E Dalla sabbia sorge «Ifigenia» Il vecchio cinema Astra è rinato come teatro e ospita la tragedia di Euripide diretta da Castri tftk UANDO la scorsa estate Mas■ZBsimo Castri, neodirettore del ^H^T.S.T. presentò il suo proget�to artistico per l'ente teatrale tori�nese, annunciò anche che avrebbe inserito in cartellone tre suoi spettacoli già realizzati, «un pacchetto di mie poetiche li definìdi linee poetiche per farmi conoscere dalla Città, per indicare quali sono le mie intenzioni di artista e regista». Il «pacchetto» comprendeva «Gl'inna�morati» di Goldoni con cui è stata inaugurata la stagione al Carìgnano, «La ragione degli altri» di Piran�dello e «Ifigenia» di Euripide. Ora, dopo rinvìi dovuti al pro�trarsi dei lavori di sistemazione dell'ex Cinema Astra, debutta «Ifi�genia», in scena da venerd�6 aprile alle 20,45 fino a sabato 12 maggio (tel.011/517.62.46). Lo spettacolo, che Castri defini�sce «lavoro totalmente anomalo che si svolge in uno spazio anoma�lo», era stato allestito nella sua prima edizione al Fabbricone di Prato, un luogo fuori dagli schemi, una ex fabbrica trasformata ampia"mente nel corso degli anni e divenu�ta spazio duttile in grado di offrire le più inconsuete possibilità di allestimento. La scelta di portare «Ifigenia» a Torino è coincisa per il regista con quella di prendere in considerazione la difficile situazio�ne degli spazi teatrali del T.S.T.: «Un teatro pubblico moderno aveva detto la scorsa estate ha bisogno di avere momenti di rap�porto diversificati con il pubblico, con il territorio, ha bisogno di sperimentare e di avere luoghi adatti a tutto questo». Ecco dunque entrare in scena l'ex cinema Astra, smantellato dei suoi arredi principali e trasformato in ima immensa scena (firmata, insieme ai costumi, da Claudia Calvaresi) ricoperta di sabbia da cui affiorano frammenti del viso di un'enorme statua. E' l�che Stefania Felicioli nel ruolo di Ifigenia, Mau�ro Malinvemo in quelli di Oreste, Michele Di Mauro in quelli di Pilade e ancora Pietro Palella (Man�driano) e Milutin Dapcevic (Toante) recitano la tragedia di Euripide, ultimo atto della trilogia che Castri ha dedicato al poeta greco e che è stata inaugurata una decina di anni fa con «Elettra» cui è seguito «Oreste». Ciò che distingue Euripide dai due tragici che l'hanno preceduto. Eschilo e Sofocle, è il processo di dissolvimento dei cardini su cui ruotava sino ad allora la tragedia classica. Gli eroi di Euripide sono uomini che subiscono il destino di eroi, sono sottoposti a prove che non capiscono e che non hanno più alcun senso; gli dei sono distanti e ciò che accade è governato dal caso più che da motivazioni etiche o religiose. Sono eroi soli, lasciati soli a combattere per la propria salvez�za, schiacciati dalle macerie di un passato che non apparteneva loro, costretti a tentare di inventarsi un futuro per sopravvivere. Come in «Ifigenia in Tauride», il testo che Castri ha messo in scena e che ama immaginare con un finale cinema�tografico, una sequenza «possibil�mente in Cinemascope e con gli stupendi colori Anni 60. Una bar�chetta sul mare dentro un rosso tramonto: dentro la barca Oreste e Pilade che remano a tutta forza verso una salvezza imprecisata, ed Ifigenia che si tiene stretta la sta�tua della divinità rubata, pegno di una salvezza promessa da un'altra divinità, che forse non manterrà la parola». Monica Bonetto UNASALA ARTDECO SVUOTATA IN CUI TROVANO POSTO L'IMMENSA SCENA CREATA DA CLAUDIA CALVARESI E UNA TRIBUNA DA 200 POSTI PER IL PUBBLICO Felicioli (anche vicino al titolo) e Dapcevic. In alto la scenografia

Persone citate: Castri, Claudia Calvaresi, Dapcevic, Felicioli, Goldoni, Milutin Dapcevic, Pilade, Stefania Felicioli

Luoghi citati: Torino