Fame, fumo, freddo è la vita dello spazzacamin
Fame, fumo, freddo è la vita dello spazzacamin IL ROMANZO FOTOGRAFICO Dl UN MESTIERE DA POVERI, IN FUGA DALLE VALLI ALPINE Fame, fumo, freddo è la vita dello spazzacamin MEMORIE Giovanni Tesìo RICORDATE Cuore? Ricor�date il piccolo spazzacami�no "tutto nero in viso, col suo sacco ed il suo raschiato�io" che piange perché ha perso i trenta soldi che s'è guadagnato e teme le bastonature del "padrone" e scatena una gara di solidarietà tra le bambine della Moncenisio che gli riempiono le mani di denari e lo coprono per soprammercato di maz�zetti di fiori? Là scena appartiene al De Amicis più diabetico, ma la sostanza di uno sfruttamento abi�tuale è ben documentata in un libro di Benito Mazzi Pam, film, frecc (fame, fumo, freddo), le tre "effe" di un "grande romanzo" che parrebbe conciliarsi con i caratteri di un immaginario d'appendice. Roman�zo scritto ma ancora più persuasiva�mente fotografico, ricco di docu�menti che sanno raccontare un mondo megho dehe parole,' edito da Priuli 8Verlucea nei "Quaderni di cultm-a alpina" (pp. 80, L. 35.000). Erano un popolo variegato che veniva dalla nera miseria dei mon�ti, una schiera di piccini disposti a subire lo sfruttamento più ignobile, cui nel tempo cercarono di opporre qualche (sdrucito) sbarramento al�cune società di patronato, di mutuo soccorso, di assistenza laica e catto�lica (da don Cafasso al cardinal Fossati). Ignazio Cantù fratello del più noto Cesare h ha effigiati in versi modesti: "Spazzacamino, spaz�zacamino/ Ho freddo, ho fame, son poverino:/ In riva al lago, ove sor�nato,/ Ho la mia mamma abbando�nato". Ma una dehe tante testimo�nianze raccolte da Mazzi sembre�rebbe sostenere molto più verosi�milmente il contrario: che pur con sofferenza fossero le mamme ad abbandonare i figli: "Avevo otto anni e mezzo, eravamo nel 1919. Un giorno un signore si presentò a mia mamma. Non so di cosa tratta�rono, il fatto è che un paio di settimane dopo, era il 20 settembre, fui svegliato alle sei di mattina. Mia madre mi vestì, mi infilò dehe caldarroste in tasca e un sacchetto sotto il braccio e insieme a un mio fratello maggiore mi trascinò per la strada della Cannobina...". Partivano in autunno, scendeva�no in gruppo dahe valli più povere di Piemonte e Lombardia, dalla Val d'Aosta, Valle Orco, Val Cannobina, Val Vigezzo, dal Canton Ticino e andavano ad avvitarsi su egiù per i camini della "Bassa", spingendosi ben oltre i confini dehe terre più prossime fin nel cuore dell'Italia centrale e in qualche plaga transal�pina, che raggiungevano passando la frontiera di notte per eludere i controlli dei gendarmi. Giravano per le strade mandan�do il loro richiamo, portavano zoccoh chiodati, ginocchiere di cuoio e toppe di rinforzo nel basso schiena e ai gomiti, la corda per salire, la raspa alla cintura, il riccio di lamel�le a raggiera per scrostare, il sacco di iuta in spalla per raccoghere la fuliggine che veniva venduta come concime, la giacchetta di fustagno, il berrettone a forma di sacchetto. Avevano visi mori, sguardi di volta in vOlta smarriti o sfrontati. Ma c'erano poi anche i cani sciolti, gh "ambulanti" che con la loro biciclet�ta macinavano per paesi con l'at�trezzatura adatta (non erano loro a calarsi per i camini, si limitavano a calare il riccio, servendosi di un peso legato alla fune). , I grandi si chiamavano "ramoneur" in Val d'Aosta, "riisca" in Val Vigezzo, Cannobina e Canton Tici�no, 'boma" o 'buma" in Valle dell'Or�co. Mentre i piccoh avevano altri nomi: "piccolo riisca", "gògn", "gàillo". Seguivano a volte i loro padri, ma più spesso venivano affidati ad un padrone, che a sua volta veniva diversamente denominato a secon�da dehe zone ("faìsc" in Vigezzo, Cannobina e Ticino, 'budròc" nella Valle deh'Orco, "maitre ramoneur" in Val d'Aosta). E c'era una ben )recisa gerarchia perché tra i piccoi spazzacamini e il padrone stava il garzone che veniva scelto dal padro�ne tra i ragazzi più cresciuti e ne diventava il vice. Ma è pensando comunque ai piccoh che la canzone di Cherubini e Rusconi spingeva forte sul pedale del patetico: "Come rondine vo, senza un nido né un raggio di sol...".
Luoghi citati: Italia, Lombardia, Moncenisio, Piemonte, Val D'aosta, Valle Orco
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