Laura Pariani: al lago d'Orta Nietzsche sfiora la felicità di Bruno Quaranta
Laura Pariani: al lago d'Orta Nietzsche sfiora la felicità Laura Pariani: al lago d'Orta Nietzsche sfiora la felicità RECENSIONE Bruno Quaranta LE foto, sì, un che continuo, verso mezzogiorno. Da piazza Motta salgono gli americani, hollywoodianamente agghindati, li aspetta, là in alto, la chiesa infiorata, i flash acciuf�fano ogni sorriso o esitazione o stupore, la fiaba in dollari (perché è un business il matrimonio sul lago) sfila sull'acciottolato. Talvolta Lau�ra Pariani, nella casa dei secoli, un angolo anteriore al Mille, l'altro cinquecentesco, scosta.la tendina, o addirittura socchiude l'uscio, un po' commisera un po' sorride. Altri gli album che predilige, che attra�versa, che reinventa. Uno, in parti�colare, l'ha avviluppata, porgendo�le i negativi narrativamente da sviluppare, da incarnare («diven�tando le frasi che cerco»). Ecco «La foto di Orta», rinasco rinasco del milleottocento ottanta�due, in maggio. Una giornata o poco più che avrebbe potuto trasfi�gurare la vita di Nietzsche, se solo... Se solo l'ira gelosa della sorella Elisabeth fosse affogata nel catino che emana «l'odore di oblio», se solo lui fosse stato diverso («Ach, la tua infanzia ti ha consegnato il silenzio come una sorta di eredità che ha reso per te impossibile il darti a un'altra persona»), se solo fosse possibile sceghere in amore («Beatrice mica si sceghe»)... Lou, il nome della felicità sfuggi�ta. Lou von Salomé. Con la madre e con l'amico Paul e con Nietzsche RECENBrQua SIONE no nta scesa a Orta, Orta che inocula «l'idea del rifu�so estremo», che tale a sua «proprietà ipno�tica» offre al filosofo l'ancora salvifica: «Per i naufraghi come te la feheità vera è una discesa interminabile nell'immobilità». E invece... Il professore salirà, con Lou, al Sacro Monte, con Lou si farà fotografare («Per ricordarci uniti, per non dimenticarci mai di questa nostra amicizia»), a Lou rimasta senza stivaletti chiederà, invano, di sposarlo («Mi spiace, ma credo che non sia scritto cos�per noi due»). Laura Pariani ricompone im�mensamente caritatevole quella foto, donando cos�un lume al professore recluso nella tetra stan�za di Weimar, reggendo silenziosa sorella come l'acqua di Orta lo specchio in cui l'annebbiata figura rivede «l'unica vittoria scampata al tempo». Essere e ri-essere...: «Se lei ti ha dimenticato, tu no: avrai tanta forza da ricordare per tutti e due». E' un gomitolo intenso, «La foto. 41'Orta», immerso nella mitologia (Nietzsche-Atteone, Atteone che do�manda ad Artemide di sposarlo) e nel poema cavalleresco («Tristano e Isotta»: «Con ostinazione mania�ca ti intestardisci a richiamare alla mente il motivo con cui si apre il preludio dell'ultimo atto [...]. E' il motivo della Solitudine, l'unica sce�na in cui Isotta manca»). Esige un rispetto assoluto della parola, «La foto di Orta», dominata qual è dal «vizio della parola», attinta nel depositimi classico, nei solai, nei vicoli, nella polvere... Richiede, «La foto», un passo mai distratto. Una disposizione monaca�le verso la letteratura. Laura Paria�ni come non ricordare i racconti d'esordio «Di corno o d'oro»?, una prova non a sé, di un'esemplarità stUistica e morale che si riverbere�rà nelle opere successive distilla pagine possessive, chi le affronta eredita la malìa di chi le ha compo�ste («All'inizio scrivere era una trave di legno per non naufragare, una scusa per isolarmi, un sotterfu�gio per ingannare familiari, colle r ghi, morósi. Ma ora non sono più padrona del bisogno di scrivere, né delle mie notti. La scrittura mi possiede»). Quanto è densa «La foto di Or�ta». C'è l'altalena della mente nietz�schiana. C'è in corsivo, sparsa qua e là una sobria confessione d'auto^ re («Sul divano, ascoltando la Matthaus Passion di Bach [...] in fin dei conti immaginare è solo un modo diverso di essere nelle cose: pensan�dole vere per il tempo che è necessa�rio a comprenderle»). C'è una sterniana, sentimentale guida al reame di San Giulio. C'è D richiamo dei «puaràsci» sono i derelitti, gli «stracci», gli umiliati e offesi le anime predilette da Laura Pariani -, la «tentazione di divagare» rac�contandoli: «Peccato, sarà per un'altra volta, ma non posso devia�re dalla storia della giornata ortese del professore». Come se il professo�re «il volto devastato dalle due depressioni che un tempo furono occhi» non incarnasse il copione dei «puaràsci», di coloro che aristo�craticamente (com'è tragico essere aristocratici) «non sanno vivere se non tramontando». Maggio 1882, il cuore del filosofo batte per Lou Salomé: tra romanzo, guida sentimentale, confessione d'autore rivive una giornata magica, la fotografia di chi non sa vivere se non tramontando La scrittrice Laura Pariani e, nella fotografia accanto, da sinistra, Lou Salomé, Rilke e Nietzsche Laura Pariani La foto di Orta Rizzoli, pp. 215, L 28.000 ROMANZO
Luoghi citati: Sacro Monte, Weimar
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