Crisi tra Cina e Usa, entra in scena Annan

Crisi tra Cina e Usa, entra in scena Annan Crisi tra Cina e Usa, entra in scena Annan Il segretario Gnu allarmato si offre come mediatore Maurizio Molinarl corrispondente da NEW YORK Kofi Annan offre i suoi buoni uffici per tentare di favorire un compromesso fra Cina e Stati Uniti nella crisi dell'aereo-spia, entrata nella seconda settimana. Il SegretEirio generale deUe Nazioni Unite si è fatto avanti per cercare di superare un'impas�se fra i due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dai toni sempre più accesi, e che rischiano di degenerare. «Sono a disposizione, se questo può esse�re utile a compiere dei progres�si», ha dichiarato Annan mentre Washington e Pechino si scam�biavano per l'ennesima giomata dichiarazioni per nuUa concilia�torie. «La diplomazia fa progres�si e richiede tempo ma ha ammonito il presidente america�no George Bush ogni giorno che passa e che prolunga la crisi aumenta il rischio che le relazio�ni con la Cina siano danneggia�te». I portavoce dei ministero degli Esteri cinese, affatto inti�moriti, hanno risposto per le rime: «L'intera responsabilità dell'incidente è degli Stati Uniti, dovete scusarvi e far s�che situa�zioni simili non si verifichino mai più». Chi Haotian, ministro della Difesa, ha tuonato contro l'esercito Usa: «Non gli consenti�remo di farla franca». Chen Ci, portavoce delle autorità dell'iso�la di Hainan dove l'aereo-spia è fermo da nove notti ha ribadito la richiesta chiave cU interrompe�re l'attività degU EP-3E: «I voi; spia devono cessare perché arre�cano danno alla gente e al turi�smo». In questo dialogo fra sordi i negoziati segnano il passo. Il tentativo di aprire una breccia sulla base della Convenzione Onu sul Diritto del mare si è arenato prima di cominciare (ma Annan potrebbe ritentare) e quel�lo di attivare la Commissione congiunta sino-americana sulla sicurezza mariti ima si è bloccato davanti aUe difficoltà di stesura di una lettera congiunta. Il «New York Times» spiega gU ostacoli con questioni che stanno fra la diplomazia e la linguistica. Il «rammarico» già espresso da Bu�sh e Powell per la perdita del pilota del jet cinese Wang Wei è slato tradotto con l'espressione «yihan», che non implica ammis�sione di colpa; Pechino vorrebbe da Washington invece la pronun�cia di scuse sontite con un «dao qian» o anche un più semplice «dui Iniqui» (mi dispiace), ma gli Usa difficilmente potranno anda�re oltre «bao qian», termine che raffigura il gesto di unire le mani e piegare lentamente il capo. I sofismi lessicali celano divergen�ze profonde: Bush non ha alcuna intenzione di assumersi la responsabiUtà perché consentireb�be a Pechino di reclamare una sovranità de facto suUo spazio aereo intemazionale entro le 200 migUa marine daUa costa, e quin�di pretendere la fine dei voUspia. ((Andiamo avanti piano», ha ammesso Joseph Prueher; amba�sciatore Usa a Pechino. Non a caso in Cina fra gU americanisti si fa spazio l'idea di una soluzio�ne stUe «guerra fredda», con incri�minazione ed espulsione del�l'equipaggio, i ventiquattro mili�tari ancora fermi su Hainan. L'attaché miUtare Usa, generale Neal Sealock, è riuscito a strappa�re ai cinesi U quarto incontro con i «detenuti» ed ha detto che hanno «lo spirito alto», ma la richiesta di avere due incontri fissi al giorno resta in sospeso. Attorno aUa crisi irrisolta fioccano le fughe di notizie. Il «Washington Times», con un dettagUato articolo di BiU Gertz, ha rivelato che la vera missione deU'aereo-spia era di monitorare U centro atomico cinese di Lop Nur, nel lontanissimo Xinjang occidentale, dove Pechino stareb�be preparando un esperimento nucleare sotterraneo: proprio per proteggere i tecnici di Lop Nur le intercettazioni aeree cine�si si sarebbero fatte più intense. Il «Washington Post» chiama in�vece in causa John Bolton, desi�gnato da Bush a sottosegretario di Stato per U controUo degU armamenti, l'uomo che potrebbe decidere entro fine aprile la ven�dita a Taiwan deUe naivi da guer�ra dotate dei sofisticati radar anti-missUe «Aegis». Ebbene pro�prio Bolton, rivela il «Post», al�l'inizio degU Anni Novanta rice�vette 30 mila doUari (oltre 60 miUoni di lire) da Taiwan per aiutarla a ottenere un seggio aU'Onu superando l'opposizione di Pechino. La vendita deUe navi a Taiwan è l'altra faccia deUa crisi deU'aereò-spia. Il presiden�te deUa Cina nazionaUsta, Chen Shui-bian, teme un'intesa a suo danno e lancia un appeUo ai senatori e deputati repubbUcani attenti aUe sorti di Taiwan: «Mi auguro un compromesso suU'aereo, ma spero soprattutto che le navi ci verranno vendute». Un'altra giornata di duello verbale trai due Paesi. Voci a Washington «L'aereo spiava i preparativi. di un esperimento nucleare»