Il battesimo di Colombo

Il battesimo di Colombo La campagna elettorale? Dalla domenica in Albis Il battesimo di Colombo Aldo Cazzullo DOMENICA in Albis. La mia campagna elettorale comincia la domenica in Albis. Avrete fatto il catechismo, no?». Poi, a benefì�cio di cronisti e collaboratori ignari o miscredenti, Emilio Colombo preci�sa: «Era la domenica dei battesimi. Per immersione. Si chiama cos�per�ché i neocatecuraeni indossavano ve�sti bianche», segno della discesa dello Spirito Santo e della manifestazione del Cristo risorto tra i suoi apostoli. La resurrezione di Emilio Colombo ha avuto un impatto non inferiore tra le parrocchie del Potentino, ha riani�mato antiche solidarietà, rinsaldato vecchi rapporti, riawiato ima mac�china da guerra che altro che Occhetto, qui nel '72 Colombo stabil�il record di preferenze di tutti i tempi, oltre il 700Zo dei voti de portava il suo nome (gli altri cavaUi ài razza. Moro Fanfam e Andreotti, oscillavano tra il 39 e il 410Zo). Quel primato che ha resistito più dell'8 e 90 di Beamon, ispirò anche un saggio molto critico, intitolato non a caso «Il cemento del potere», in cui si denunciava, dietro l'exploit elettorale, una fìtta rete di contributi ad associazioni cattoliche. «Una visione preconcetta e distorta», commenta oggi Colombo, che a parte il comizio che si annuncia mistico e si terrà in un teatro o se il tempo lo consentirà in piazza come ai bei tempi, dice che coinvolgerà la curia «il meno possibile». Ieri il neocandidato di Democrazia europea era già a Potenza, a ritrovare le vecchie sensazioni. L'ha presa da lontano, il suo viaggio à rebours comincia dalla riforma agraria di cui com? sottosegretario all'Agricoltura (a 28 anni, altro record purtroppo da dividere con Andreotti) fu uno dei protagonisti. L'ha rievocata in un convegno all'università. Era di buon umore. Non aveva apprezzato il veto di Castagnetti, lui che nel '48 voleva ritirarsi dalla pohtica e fu convinto a perseverare da Papa Pacelli («io non so fare politica», «no, lei deve credere alle opinioni di chi ne sa più di lei»). Rifiutato da Pino Pisicchio, lui che aveva rifiutato il ministero dell'Agri�coltura offertogli da De Gasperi. Snob�bato da Giorgianni, lui che si era schermito di fronte a de Gaulle che insisteva perché accettasse la chiama�ta a Bruxelles. L'invito di D'Antoni e Andreotti, e il ritratto che gli ha dedicato Monta�nelli sul Corriere della Sera «un politico inattaccabile», però «sbucato sotto la tonaca del vescovo di Poten�za» -, hanno riacceso il sacro fuoco pre-elettorale. Degli avversari Vito Gruosso (Ulivo) e Agatino Mancusi (Polo) parla senza spocchia ma anche senza grandi timori: «Ragazzo mio, quando ho fatto la campagna elettora�le per la Costituente il capolista del Pei era Giorgio Amendola. I repubbhcani avevano Gifanelli, gli azionisti il grande meridionalista Dorso. E poi Francesco Saverio Nitti», che una volta perse la pazienza e chiese che gli levassero di tomo «quel chierichet�to». Belle foto d'epoca ritraggono Co�lombo mentre percorre le balze petro�se della Lucania a dorso di mulo. «Questo è il motivo per cui siamo ferrati», sorride. «Stabilirò rapporti personali, andrò casa per casa, paese per paese, ascolterò, spiegherò le mie ragioni», gli apostoli avrebbero fatto così.

Luoghi citati: Bruxelles, Lucania, Potenza