IL POPOLO CHE UCCIDE SE STESSO

IL POPOLO CHE UCCIDE SE STESSO UNRUSSOSUTREINCARCERE IL POPOLO CHE UCCIDE SE STESSO Anna Zatesova MOSCA T T N maschio russo su tre è U stato in prigione. Questa per�centuale equivale a circa 23 milio�ni di persone, un intero popolo di ex detenuti. Il dato, sconvolgente, è stato rivelato da un'organizzazio�ne che lotta per i diritti umani del milione e passa di cittadini russi che si trovano attualmente dietro le sbarre. Non è più un arcipelago, ma un intero continente Gulag, i cui confini cominciano a coincide�re con quelli del Paese. Tra questi 23 milioni non si troveranno né terroristi ceceni, ricercati con tanto zelo dalla polizia, né killer di quella mafia russa che negli ultimi anni ha attratto l'attenzione dei giornali�sti e degli sceneggiatori di Hol�lywood. Sono operai e contadini, impiegati e barboni, studenti e disoccupati, quella «povera gen�te» dostojevskiana che uccide e muore per un pezzo di pane, per un bicchiere di vodka, per follia della vita quotidiana o per dispe�razione. Come il pensionato Ghennadij Starlyghin che qual�che giorno fa ha sparato all'inge�gnere comunale della cittadina di Sima, negli Urali, dopo aver chiesto inutilmente per due anni di far riparare il riscaldamento nella sua abitazione. Una situazione che è frutto di un codice penale punitivo, in base al quale la mungitrice Zinaida Rodina, vedova quarantenne con tre figli a carico, per 3 litri di latte rubati al proprio kolkhoz viene condannata a tre anni di galera. Ma secondo lo scrittore Anatolij Pristavkin, l'impennata della cri�minalità in Russia è da attribuirsi soprattutto al coltello da cucina, arma più micidiale della bomba atomica. Non solo il coltello: asce, forbici, cacciaviti, ferri da stiro, corde, cuscini, bottiglie, sedie, asciugamani, scope, tutto l'arma�mentario casalingo viene usato nella guerra tra mariti e mogli, figli e genitori, vicini e colleghi. Pristavkin ha dato sfogo ai dieci anni passati in qualità di presiden�te della commissione per la grazia presso il Cremlino in un tremuido libro, uscito da poco a Mosca. Ha tentato di esorcizzare un viaggio nell'inferno, dove non si incontra nessun padrino della mafia e pochi serial killer, mentre i milioni di dannati uccidono e rubano per motivi sorprendentemente irrile�vanti. Come Igor lonov, 35 anni, che ha ammazzato il custode di un magazzino per rubare un sacco di patate. O Vassilij Barmin, 21 anni, di Pietroburgo, condannato a morte per aver picchiato e poi strangolato il pensionato Shevzov. Bottino dell'operazione: una cami�cia e un maglione. Oppure senza motivo, come Fiodor Dremeilov, 40 anni, che ha ucciso l'amica perché non lo faceva entrare nella sua stanza. Come centinaia di altri personag�gi, tutti reali, del libro di Prista�vkin, abitanti di un mondo dove regna per dirla con il linguag�gio dei verbali polizieschi la «violenza senza motivo apparen�te». Un mondo dal quale lo scrittore è emerso perdendo ogni speranaa: «Il criminale più perico�loso in Russia è il popolo che sta uccidendo se stesso». SCHROEDER, MISSIONE DISGELO Il cancelliere a Mosca per tranquillizzare Putin SERVIZIO A PAGINA 9

Persone citate: Anatolij Pristavkin, Pristavkin, Putin, Sima, Zinaida Rodina

Luoghi citati: Mosca, Pietroburgo, Russia, Urali