Fassino alla conquista del Nord di Maria Laura Rodotà

Fassino alla conquista del Nord DUE GIORNI IN VIAGGIO PARTENDO DAI LAVORATORI DELLA LOMBARDIA Fassino alla conquista del Nord E' tutta in salita la corsa del vice di Rutelli personaggio Maria Laura Rodotà inviata a BRESCIA PEBO' non è male Fassino» (frase in crescente diffu�sione negli ultimi due mesi tra gli elettori di centro�sinistra scocciati, nuovo mantra sotterraneo per tirarsi su). «Uei, questo dice cose sensa�te» (un cittadino di Parabiago). «Peccato stia dalla parte sbagliata» (aggiunta a distan�za di un imprenditore brescia�no). Sì, ma «l'immagine Piero! Mi raccomando l'immagine!» (un operaio varesotto "aggior�nato"). Fosse il contrario? Fosse proprio perché Piero Fassino non ha un"'immagine" (se con�tinua a non nutrirsi in campa�gna elettorale non l'avrà sul serio perché sparirà) che sta diventando l'unica autentica success story del momento in zona Ulivo? Il candidato vice�premier nonché ministro del�la Giustizia, l'ex funzionario Pei torinese malmostoso poi uomo di governo con caratte�raccio gira come un matto per il Nord, e piace. A seguirlo per un paio di giorni, Varese-Biandronno-Parabiago-Varese-Lo�di-Brescia-Cremona, iniziati�ve tantissime, calorie ingerite pochissime, si incontra soprat�tutto gente che fa il tifo come se il candidato premier fosse lui. «Ecco la squadra dei candi�dati, ed ecco il nostro capita�no!», cos�lo presentano a Varese tra gli applausi. Ok, proconsole al Nord, ma insom�ma. Il capitano sorride fino alle orecchie e alza le braccia come se la Juve avesse fatto gol. «NORD CONTRO NORD». «Visto? Anche questa è aniata bene», ripete ogni volta entrando in macchina. Come se ogni volta non fosse scontato, in effetti non lo era; non nei collegi blindati di Forza Italia e della Lega, dove ogni voto in più strappato rischia di essere un gol di bandiera. «Ostia, se va male abbiamo almeno un lea�der credibile», dicono a Parabiago mangiando pizzette for�nite dall'Ulivo locale. Credibi�le forse perché "Piero, l'imma�gine" viene dalla diversifica�zione del prodotto. Nord con�tro Nord: cieli azzurri e rivol�gimenti contro sfilze di cifre da ministro stakanovista; af�fettuosità berlusconian-lombarda contro buone maniere piemontesi; abbronzatura più fondotinta contro colorito da famiglia Addams. Fa molto Nord pure quello, però. «Se in questi anni fossimo andati di più al Nord potremmo racco�gliere un successo amplissi�mo», dice mentre l'auto arran�ca tra capannoni-villette-cen�tri commerciali e il segretario Ds di Varese Daniele Marantelli va in bestia perché Fassi�no non vuol mettere la sirena («devi, qui la puntualità è un valore»). «Qui hanno avuto la sensazione che non gli si desse retta. Non dico sempre ragione, dico retta. Tempo fa un industriale veneto mi ha detto: "Se parlo della paura degli immigrati mi dite che sono razzista. Se parlo di flessibilità mi dite che voglio licenziare. Se chiedo strade mi dite che odio l'ambiente. Io vi voto, mio padre è stato partigiano. Ma in quanti han�no un padre partigiano?"» Il figlio (anche lui) di un coman�dante partigiano sospira e risponde alla millesima, surre�ale telefonata sulle candidatu�re. TUTE E CACHEMIRE. Ma Roma è lontanissima, Mastella e Pisci�tello solo squilli del cellulare di Fassino. Alla Whirlpool di Biandronno, nella sala del consiglio di fabbrica; incorni�ciati da una riproduzione del Quarto Stato e dalla bandiera rossa della Fiom, gli operai parlano delle tasse che son troppe, dell'immigrazione che è un gran casino, delle prosti�tute che non se ne può più. Al centro ricerche lattiero-casearie di Lodi si fanno rassicura�re sulle spese per la ricerca «coi 5000 miliardi deU'Umts». AU'Asea Brown Boveri, azien�da in crisi, Fassino propone di cercare commesse all'estero «accompagnati dal governo» e rifiuta di farsi portare un panino. Al ristorante Lago Maggiore di Varese, colazione con industriali, Fassino tratta con dieci signori elegantissi�mi che gli dicono «non è che si arriverà al dipendente che licenzia l'imprenditore?» Complicato, il Nord. Si ve�dono nel giro di un'ora le operaie della Polenghi che temono di perdere il posto e il presidente della Banca Popola�re di Lodi nella nuova sede fatta da Renzo Piano, con caveau-silos tipo deposito di zio Paperone. Si vedono a sorpresa seicento . persone («qui il Polo ha paracadutato il figlio di Cossiga, la gente è mica contenta, sa») nella sette�centesca Villa Ponti fuori Va�rese. «Un posto di quelli giu�sti», si vanta Marantelli, un rompiballe di sinistra che si comporta come un ammini�stratore delegato e forse per questo Fassino lo vuole sem�pre con sé. Giustissimo, il 25 per cento degli intervenuti è in triplo cachemire; «Abbia�mo la piena occupazione da Grosseto a Bolzano», dice Fas�sino dal podio, à Varese figu�riamoci. Segue comizio; non è un comizio, lui lo chiama «presentare il rendiconto», perciò provoca libidine nei lumbard. ClfRE E BIMBE. E allora: «l'infla�zione più bassa negli ultimi 30 anni... i tassi di interesse più bassi degli ultimi 25 anni... il tasso di crescita quasi al 3 per cento... ora possiamo prospet�tare una riduzione fiscale...». «Io sono un uomo del Nord», ripete Fassino ogni due per tre, gli piace moltissimo. Sbraca sull'accento, si entusiasma per luoghi nebbiosissimi, si trova bene e si rilassa assumendo posizioni impossibili per chiun�que abbia grasso corporeo. E' l'unico candidato totalmente snodabile, a 51 anni «guarda, riesce a assumere coi piedi la quinta posizione di danza», rivendica una del suo staff. Lavoro ingrato: le due Silvie portavoce (Silvia Pellicciari e Silvia Botti, anche beauty edi�tor free lange il che fa molto Milano) tentano di alimentarlo e sostengono «se ti dice che mangia è una palese menzo�gna, pensa di perder tempo». Fassino si sorregge comunque, firma copie del suo libro "Giu�stizia e sicurezza"; chiacchiera e chiama "bimba" tutte le don�ne sotto i sessantacinque anni, politicamente non correttissi�mo, ma funziona. Chiude, al solito, dicendo: «E' utile anda�re a "Porta a porta", è meglio andare porta per porta». Poi ci deve andare, il giomo dopo, a Brescia da Bruno Vespa. PORTA A PORTA. Auditorium Confapi, Gianfranco Fini ab�bronzato, dibattito civile. Piccoli imprenditori in platea che tifano Casa delle Libertà, Fini in vantaggio applausi ma pote�va andare peggio. L'ex ministro del Commercio estero non è un nemico, altri sì: «Peccato però che sia nello schieramento sbaghato». «Sta andando molto be�ne nel Nord, ma qui il centrosi�nistra non vince. Se nessuno fa lo stesso nel Sud...», dice il professore sondaggista Renato Mannheimer. Il candidato nor�dista snodabile è già fuori, che vuole andare a Cremona. Un po'di autocritica: «Qui hanno avuto la sensazione che non gli si desse retta. Se in questi anni fossimo andati di più al Nord adesso potremmo raccogliere un successo ampio» La gente lo ascolta: «Anche se va male abbiamo almeno un leader credibile» E peri sostenitori del centrodestra «dice cose sensate anche se sta dalla parte sbagliata» Il ministro della Giustizia Piero Fassino