Per Campi l'abbracdo del tempio dell'economia

Per Campi l'abbracdo del tempio dell'economia Per Campi l'abbracdo del tempio dell'economia Applaudito alla Bocconi da studenti e industriali Flavia Podestà MILANO «Ha ragione Tronchetti. Comun�que vadano le cose Carlo Aze�glio Ciampi è una garanzia. Il punto di riferimento, la bussola con cui orientarsi. E' a lui, e non ad altri, che dobbiamo l'ingresso dell'Italia nell'Euro: un miracolo, insomma, lo ha già fatto». Scorrono lenti i minuti in attesa del Presidente della Repubblica, nei dintorni dell'au�la magna della Bocconi dove Luigi Spaventa ha deciso di tenere la sua relazione annuale sullo stato di salute del mercato finanziario nazionale. E si affa�stellano i volti che animano il Gotha della nostra economia: Giovanni Bazoli incrocia Lucio Bondelli, Giampiero Pesenti guadagna l'ingresso zigzagando tra Franco Cingano, Francesco Micheli e Giuseppe Tesauro; Giovanni Agnelli e Marco Tron�chetti Provera arriveranno solo con il Capo dello Stato e Mario Monti, ma intanto, alla spiccio�lata, raggiungono il proprio po�sto (per non fare che degli esempi) Boberto Colaninno e Sandro Salvati, Gianfranco Gutty. Chicco Testa, Alberto Meomartini, Vittorio Mincato, Tom�maso Padoa Schioppa, Benito Benedini, Gabriele Albertini, Sa�verio Borrelli. Di volto in volto, di bocca in bocca il consenso per l'uscita di Tronchetti che. nell'inquilino del Quirinale ha individuato la stella polare ca�pace di non far perdere la bussola nella fase di ormai prolungato travaglio del Belpaese, è cos�corale da indurre il sospetto della liturgia. Il sospetto dura un attimo. Non ha nulla di liturgico, infat�ti, l'applauso prolungato e caldi�ssimo che al Presidente riserva�no gli studenti della Bocconi; quasi un abbraccio, tenuto a freno dalle transenne, e dal poderoso servizio d'ordine che ha bloccato una fetta della città per lungo tempo. Non ha nulla di rituale l'emozione che si legge su quei volti. «Ciampi è un Presidente tra la gente e per la gente», dirà più tardi Emma Marcegaglia che di giovani se ne intende per aver guidato, sino all'anno scorso, gli under quaranta della Confindustria. I bocconiani non sono certo la parte più sprovveduta del Pae�se. Avrà pure un senso se nel bel mezzo di una stagione politica intessuta di contrapposizio�ni frontali e di toni arrabbiati che non aiutano a trovare il bandolo della verità guardano al Presidente come a un punto di riferimento. «Carlo Azeglio Ciampi è l'uo�mo giusto nel momento giusto. Lo senti subito che interpreta naturalmente il suo ruolo ad altissimo livello senza sforzi né costruzioni», spiega Andrea Mondello l'industriale romano, titolare della Peroni, che Anto�nio D'Amato ha voluto alla vicepresidenza di Confindu�stria, addossandogli l'onere di preparare la riforma della Con�federazione. «In un Paese in cui, purtroppo, manca la cultu�ra delle istituzioni Ciampi, con la sua storia personale fatta di qualità e non di scorciatoie né di favoritismi interpreta come non succedeva da tempo il ruo�lo di supremo garante», aggiun�ge: «E i suoi continui richiami perché i toni della campagna elettorale rientrino nella norma�lità, il valore che attribuisce al dialogo rispetto alla polemica e alla contrapposizione dà al cit�tadino comune, come all'im�prenditore, la sicurezza di cui tutti hanno bisogno». Qualcuno, che prudentemen�te preferisce mantenere l'anoni�mato, fa notare che una identifi�cazione cos�forte con il Capo dello Stato non c'era da tempo: dall'epoca di Sandro Pertini. Ma rispetto al suo predecessore . Ciampi ha il vantaggio di non parlare solo al cuore: e l'ingres�so dell'Italia nell'Euro fin dal suo esordio, a dispetto di un debito pubblico dell'ordine di circa due milioni e mezzo di miliardi, è l�a dimostrarlo. «Perché Ciampi si è conquistato questo ruolo di bussola o tribu�nale di ultima istanza?», si chiede il vicepresidente dell'Assolombarda Michele Perini. Che, con concretezza tutta lom�barda, spiega: «Per la stessa ragione per cui, al momento della sua elezione al Quirinale, è stato votato sia dall'Ulivo che dal Polo. Non tanto e non solo perché è un tecnico di prim'ordi�ne prestato alla politica; e nem�meno perché ha bene operato prima in Banca d'Italia, poi come titolare del Tesoro, e infine come premier. Ma perché è un uomo probo. Tenace, deter�minato, anche spigoloso, ma probo. E questo fa davvero la differenza». Alla relazione di Spaventa ha assistito il Gotha della finanza italiana Emma Marcegaglia «E'un Presidente molto amato, la gente lo sente vicino» II presidente Carlo Azeglio Ciampi con il senatore Giovanni Agnelli e Marco Tronchetti Provera ieri alla Bocconi

Luoghi citati: Euro, Italia, Milano