Lo strano caso di Essid e dei suoi amici

Lo strano caso di Essid e dei suoi amici Lo strano caso di Essid e dei suoi amici A Gallarate fra i tridui di casa dei tunisini arrestati reportage Giovanni Cerniti inviato a GALLARATE SOSPETTATI sarebbe trop�po. Ma strani, e in particola�re strano lui, Essid Sami lungo lungo e magro magro, almeno questo sì. In via Dubini 3, secondo piano, due stanze, vista panoramica sul parcheg�gio dell'ospedale, era arrivato da un anno. «Presto arriverà mia moglie, ci dobbiamo sposa�re», aveva detto alla signora del pianterreno. Mai vista la consor�te. Al contrario, un gran viavai di amici con la barba e negli ultimi mesi «c'era sempre quel�lo con la borsa di tela blu», Kammoun Medhi, anche lui ri�cercato. Mercoled�alle sei, quan�do la polizia ha bussato all'uni�ca porta blindata di via Dubini 3, nelle due stanze erano in sette. Due sono usciti in manet�te, un terzo pure peifchè clande�stino, quattro rilasciati. Strani, dice la signora dell'in�terno 1, «perché tenevano la benzina in cantina e quando dovevano fare il piefto alla mac�china andavano giù a prendere le taniche». Stranf'ftperché ap�pendevano le loro tuniche sul davanzale del balconcino e mi colava tutto sulle ipie coperte». Strani perché parava che le chiavi di quel portole le avesse^ ro Jitonnifì, .Uini ..«iti.tr,awapb e '•W vmmo. qù^^ stranezze all'um^àginà: covo, una base d�terroristi, la centrale italiana ed europea di Osama Bin Laden, non ci sareb�be arrivato nessuno. Strani, ma�gari sospettabili e di certo ben nascosti, mimetizzati. A Gallara�te, su 47 mila abitanti, più di 8 mila sono immigrati: quasi tutti magrebini. Non solo Gallarate, non solo via Dubini. A Legnano, cinque minuti d'autostrada, altra sce�na, altri personaggi e altre trac�ce. Via Madonnina del Grappa 5, palazzo più che dignitoso di cinque piani, sopra il cartolaio Borsani e il bar dei fratelli Porta. Irruzione anche qui, l'al�tra mattina alle sei. Qui dove ha sede la «A.r.l.», cooperativa di servizi. Sul citofono il nome di Salhi Mohamed. «Sto facendo la doccia, scendo tra dieci minuti». Appuntamento al bar dove tutti lo conoscono e ne parlano un gran bene. «Basta guardargli le mani, è uno che lavora duro». Muratore, 38 anni, tunisino di Biserta, in Italia dal 1989, è amico di Essid. Tanto è bastato, dirà, per passare una brutta giornata in Questura e rischiare l'arresto. Nero di capelli, occhi, barba, maglione e jeans, Salhi è puntua�le. Saluta i clienti del bar e ordina una Coca Cola. «Oggi non sono andato al cantiere per farmi vedere da tutti, cos�non diranno che mi hanno arrestato. Ma i vicini di casa, adesso, cosa penseranno di me? E' questo che mi preoccupa». Salhi non nega l'amicizia con Essid, «sia�mo arrivati in Italia assieme». E Sfv41 suo-aJ^iGQjia comme^sp,reati affari suoi, lui non sa e non ha mai saputo. «Bin Laden?f Ho intervista trasmessa da una tv araba. L'intervistatore diceva che si aspettava un incontro in un grande palazzo, una grande cena, e invece si è ritrovato in montagna e gh ha offerto solo un uovo sodo». E' tutto quello che sa, dice. Resterebbe da capire come mai la polizia ha bussato anche alla sua porta. «Vorrei capirlo anch'io, ma ho solo una ipptesìftjr' E sarebbe questa: il bravo mura�tore Sall^ha aiutqÈP, l'amico Essid nel restauro d�un negozio di via Milano, quello dove avreb�bero aperto la sede della coopera�tiva di servizi «A.r.l.». Non sape�va che l'amico aveva dato il suo indirizzo come sede della coope�rativa. Non sapeva e non sa che Essid è accusato d'aver traffica�to in permessi di soggiomo e documenti falsi. «In Questura mi hanno contestato una patente non valida trovata in casa mìa. Ma quale patente?, ho chiatto. Di chi è? lontji guido, io non homi avuto una patente m vita mia Non mi hanno detto altro e mi hanno lasciato andare». Il bravo muratore Salhi rac�conta la sua grama storia di lavoro, lavoro e ancora lavoro. «Faccio fatica a pagare l'affit�to, devo 700 mila lire alla padrona di casa perchè que�st'inverno i cantierijjhiudevano per il bmftcTteinpo». Ancfife Essid, racconta la signora del pianterreno, aveva problemi. ^Jpo inconJggtqrgoGhi-gioFji a, eravamo assieme dàll'àmministratore, e lui ha chiesto una settimana di rinvio perchè non aveva soldi». Ecco, si domanda�no in via Dubini, possibile che un terrorista non abbia manco 300 mila lire per pagare l'affit�to? Nell'appartamento hanno trovato solo libri e videocasset�te, e cos�tanti e^aiUe.4sUjan aver ^peóra-organizzato: il tra�sloco h» Questura. Soldi, alme�no qui^j^'ente. La signora di via Dubing. è comunque soddisfat�ta. «Terroristi? A mefeasEa"che il prossimo inquilino non usi lo stendine...». «Ci aveva detto che aspettava sua moglie, invece abbiamo visto solo uomini con la barba» «Negli ultimi tempi c'era sempre quello con la borsa di tela blu. In cantina avevano taniche piene di benzina» Mr»n co niilì'i v, «iWU S»0 UUild , ', vrSf ^ II* Xld.lld. 111MC111C -^,-1 in \n*im.n A,-,*.^ ma IO laVOrO CUirO» Salhi Mohamed è un collega degli arrestati p «Non so nulla Il Siamo arrivati Gli inquirenti Illustrano l'operazione che ha portato ali'arresto dei cinque tunisini

Luoghi citati: Gallarate, Italia, Legnano