Scoperta a Milano cellula di Bin laden di Paolo Colonnello
Scoperta a Milano cellula di Bin laden Scoperta a Milano cellula di Bin laden Arrestati 5 tunisini, Bianco: sgominato il cervello pensante Paolo Colonnello MILANO. Il lato paradossale della vicenda è che, a quanto pare, il cuore fìe^ terrorismo islamicp in Italia bat-, te va pròprio nel cuore della Padania leghista) tra Varese e Gallarate. Il lato inquietante in�vece, è che proprio qui, nella verde brughiera, secondo la rico�struzione di polizia e magistrati, si reclutavano guerriglièri da mandare nei campi paramilitari afghani voluti dall'emiro-terrorista miliardario Osama Bin La�den, e si forniva appoggiò logisti�co per attentati e stragi'in giro per l'Europa, Come quello sven�tato il 25 dicèmbre scoròò nella piazza del mercato d�Strasbur�go: una strage evitata proprio grazie all'attività d'invèstigazione italiana è che portò ài ritrova: mento diarmi ed esplosavi è all'arresto di altri cinque terrori�sti, fermati a Strashurgo dalla polizia tedesca. E che l'altro ieri. ha portato al fermò di cinque persone nel nostro Paefee. Operazione «Al Mulrajirun», «il viaggiatore»: l'hanno ribattez�zata cos�gli agenti della Digps d�Milano e di,Busto,Arsizio, coa�diuvati dalla direzione centrale della polizia d�prevenzione cri�minale (ex Ucigos), che mercole�d�mattina hanno fatto irruzione in due appartamenti a Milano e Gallarate per arrestare �cinque presunti componenti d�quella che viene definita «la più perico�losa cellula terrorìstica islamica mai scoperta in Italia». Anzi, come'ha detto ièri il ministro degli Éatèrni Enzo Bianco: «Sia�mo convìnti di aver sgominato il 'CerveUopensantedelterrorìsmo islamico». Un gruppo talmente pericoloso che, pur non avendo in animò alcun tipo di attentato in Italia, sarebbe da' considerar, sì, secondo gli inquirenti, respon�sabile dell'dlarme che nel genna�io scorso aveva spinto i servìzi americani a far chiudere per tre giorni l'ambasciata di Roma. Circostanza che però ieri'non è stata confermata dal portavoce della missione diplomatica, lan Kelly. I cinque fermati, tutti d�origi�ne tunisina, non hanno opposto alcuna resistenza, non avevano armi ne esplòsivi! Ma tantissimi libri, videocassette (in gran par�te prediche di muezzin) e docur menti di varia natura, alcuni dei quali erano già stati intercettati in precedenza nel corso delle indagini che ai sono dipanante per oltre un anno. Le accuse ipotizzate nei loro confronti so�no di associazione per delinque�re aggravata dalla detenzione d'armi (in relazione al fallito attentato d�Strasburgo), falsifi�cazione d�documenti, favoreg�giamento aggravato di immigra�zione clandestina e illecito reclutamento di combattenti. Due d�loro sono stati fermati in via Dubini 3,, a Gallarate, in un appartamento frequentato an�che da altri musulmani, che dopo un controllò sono stati rilasciati. Tre invece sono statò presi a Milano, in viale Bligny 42, in un locale proprio sopra una macelleria islamica, sospettata da tempo di essere uno dei centri dei traffici illegali islami�ci. Questi �nomi dai fermati che oggi verranno interrogati in car�cere dal gip: Kammoun Mehdi, 33 anni, Boudhaucha Mokhtar, 32 anni, Ben Soltane Adel, 30 anni, Charaabi Tarek, 31 armi e Essid Sami Ben Khemais, 33 anni, considerato il capo della cellula. Ma nel provvedimento firma�to daipm Stefano D'Ambruosó e Giuseppe Battanino, glì'indagati sono m tutto otto, due dei quali già arrestati nei mesi scorsi in Giordania (e trasferiti in carceri tunisine) e tre residenti all'este�ro, a Monaco di Baviera é a Bruxelles, già da qualche giorno fuggiti dall Italia. In particolare l'attenzione è concentrata su Maarouf�Tarek, alias «Abu Ismail», considerato un perso�naggio d�spicco, e protagonista di un'intervista rilasciata non più d�un mese fa a «Le Monde», nonché autore ^ di una lettera inviata al quotidiano francese «L'Audace», nel quale accusava il governò della Tunisia «di aver apertamente diffuso notìzie agli organismi americani». Altri due terroristi poi, sono stati arresta�ti ieri, dalla polizia tedesca a Monaco di Baviera: avrebbero avuto contatti con la cellula milanese e con frange deh'estre�mismo algerino. Un'operazione dunque che gli inquirenti stessi hanno definito di ((respiro inter�nazionale», visto che nel corso dell'inchiesta sono state coinvol�te le polizìe d�Belgio, Francia, Germania e Inghilterra. Del re�sto proprio in Gran Bretagna, nel febbraio, scorso, si erano avute le anticipazioni dell'opera�zione scattata l'altro ieri con l'arresto di altri 4 terroristi, bloccati mentre si stavano im�barcando per il Medio Oriente, all'aeroporto di Heathrow. «Il gruppo individuato in Ita�lia ha spiegato ieri il pm D'Ambruosó compiva essen�zialmente attività di supporto logistico, ospitando nelle abita�zioni in Lombardia personaggi di grosso spessore del terrori�smo intemazionale islamico». Che per altro potevano contare su una sostanziale impunità per l'attività eversiva che, essendo rivolta verso altri paesi, non può essere contestata come reato in Italia. Mentre la cellula di Gallarate, verso cui procede la procu�ra di Busto Arsizio, attraverso la copertura di tre società coopera�tive di servizi (lavori edili) svol�geva soprattutto un'attività di proselitismo e di reclutamento per inviare uomini ai camp�di addestramento paramilitare in Afghanistan, la base di Milano avrebbe avuto un ruolo di vero e Droprio collegamento con le celulé sparse nel resto d'Europa e si sarebbe occupata anche di traffici d'armi attraverso la co�pertura del commercio di polli. Per �finanziamenti, sostiene la polizia, il gruppo si affidava alle donazioni dei fedeli: all'analisi degli investigatori d�Busto ci sono alcuni conti, sequestrati nelle banche d�Gallarate e Lega�no, sui quali sarebbero transita�ti poche decine di miUoni. Tra Varese e Gallarate venivano reclutati i guerriglieri da mandare nei campi paramilitari in Afghanistan Sequestrati libri videocassette e documenti l�traffico d'armi camuffato dal commercio di polli
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