Brambilla, il welfare del Palo di Aldo Cazzullo
Brambilla, il welfare del Palo INDICATO DA BOSSI «IN QUESTO PAESE CI SONO TROPPE PENSIONI» Brambilla, il welfare del Palo Il signor nessuno:pronto ad andareégoverno personaggio Aldo Cazzullo ROMA VOLETE Brambilla o Mastel�la? Uno che «uelà, a me della politica non me ne frega niente», o uno a cui non gliene frega niente di tutto il resto? Affidereste i risparmi a un tecnico lumbard «alla seconda consigliatura Inps», o a un prati�cone beneventano timoroso che il job-sharing sia una specialità anglosassone da disincentivare in quanto potenziale concorren�te dei croceantini di San Marco dei Cavoti detti appunto mastelhni? Mettereste le pensioni ecco forse il rovescio della medaglia nelle mani di un esperto il quale minaccioso avverte che «in Italia ci sono 21 milioni e 800 mila pensioni per 56 milioni di abitan�ti e questa è un'anomalia», o a un democristiano che darebbe la pensione d'anzianità pure a un semaforo purché residente nel collegio suo o della signora? Berlusconi non ha esitato e il ministero del Lavoro, quello che nel '94 affidò a Mastella (che c'ha preso gusto e ora lo rivendica per sé nell'Ulivo), stavolta l'ha offer�to a Brambilla. Del resto, c'è un Brambilla questo si chiama Alberto, come il marito della Pivetti dentro Berlusconi. Me�glio, nella fenomenologia di Ber�lusconi, insieme con il sovrano e la top-model (i suoi mitografi Gigi Moncalvo e Stefano D'Anna raccontano che il Cavaliere consi�dera il miglior complimento di tutti i tempi quello di un milani�sta che gli gridò «Silvio sei una gran bella f...»), il Brambilla è una figura essenziale il lavora�tore serio e determinato, senza grilli per il capo, che si è fatto da sé. Tre settimane fa, un lunedì, il dottor Brambilla, quello vero, era a cena ad Arcore e non ha dovuto fare neanche molta stra�da, con Berlusconi sono quasi vicini di casa, lui vive a Usmate Velate, comune limitrofo. Con loro si sono accomodati Maroni e Bossi («hai visto Silvio che testa che ti ho trovato») e, in versione verificatori, Tremonti e Urbani. Né esame, né adescamento, sorri�de il dottor Brambilla: «Una bella chiacchierata, molto ami�chevole, molto tecnica, del resto io sono un tecnico e Berlusconi un competente. Io gliel'ho detto subito, chi accetta a cuor leggero di farsi carico delle pensioni italiane o è un superficiale o è in malafede, con le pensioni si va a toccare i gangli vitali del Paese, per questo solo a nominarle tutti si mettono sulla difensiva. Gli ho detto anche che, sia chiaro, io non ho cercato nulla, stavo tanto bene a Milano a fare il mio lavoro». Ma no, vedrà che si troverà bene anche a Roma al ministero, ha rilanciato suaden�te il Cavaliere. Sì, ma quale?, è andato a vedere il Brambilla. Berlusconi deve aver raddoppia�to la posta, «non sappiamo anco�ra se si farà l'accorpamento pre�visto da Bassanini racconta Brambilla -, se davvero si mette�ranno insieme Lavoro, Sanità, Solidarietà sociale e parte della Funzione pùbblica verrà fuori una grossa bestia», dice proprio cos�Brambilla, grossa bestia, un'immagine da visione escatolo�gica o selva dantesca, e infatti «sarebbe un compito da far tremare le vene e i polsi». Berlusco�ni però è stato incoraggiante. I due si sono conosciuti nel '94, quando Brambilla («che im�pressione mi fece Silvio? Che domande, ottima no?») entrò nel�la commissione Castellino, e fir�mò un'analisi molto preoccupan�te dei conti pubblici. Poi, quando la Lega appoggiò Dini, Brambilla lavorò alla riforma delle pensio�ni e conobbe D'Antoni e Coffera�ti, «gente in gamba, che sa fare il suo mestiere. Se il Polo vincerà le elezioni, chiederò l'aiuto anche della Cgil». Vincere le elezioni tocca agli altri, «che ci pensino i grandi capi, io non mi occupo,di politica», però qualche idea alla scuola del Senatur se l'è fatta, «sarebbe bello andare sempre tutti d'accordo», infatti «quando ci fu il ribaltone un po' mi è spiaciuto, si vede che allora non c'era un vero patto ma una convenienza elettorale, quelle pe�rò sono decisioni che prende Bossi mica io». Lui, Brambilla, 50 anni, di Merate in provincia eh Como, laurea in programmazio�ne economica alla Statale, è cre�sciuto in Banca Intesa, dove ha creato i primi due fondi pensioni aperti d'Italia ed è responsabile della previdenza complementa�re, oltre che consighere d'ammi�nistrazione dell'Inps. Dottore, che sarà delle pensioni dopo la cena di Arcore? «Tranquilli, il grosso della riforma è già fatto. Basterà mettere un po' d'ordi�ne». I suoi ministri Berlusconi li vuole positivi, «e io sono positi�vo, anche se mi sento uno dei papabili, non il Papa. Sì, i manife�sti con le "pensioni più dignitose" mi preoccupano un po', ma cer�cheremo davvero di migliorare i casi più difficili, gliel'ho detto: io sono positivo, la popolazione in�vecchia ma io la considero una buona notizia. E' il momento di un new deal, di mettersi attomo a un tavolo e stringere un nuovo patto tra le generazioni. Sono sicuro che i papà italiani non sono tanto egoisti dal pensare "io mangio mangio finché mio figlio mi paga la pensione, non me ne frega niente se poi lui morirà di fame", sono sicuro che i papà faranno volentieri qualche sacri�ficio, accetteranno di mangiare un po' meno per far mangiare pure i figli», e forse questa delle mangiate in famiglia è una para�bola che piacerebbe pure a Ma�stella. «Sì, ho incontrato a Arcore il Cavaliere A cena con noi c'erano anche Bossi e Tremonti» «Tranquilli, il grosso della riforma è fatto Basterà mettere un po'di ordine Chi è anziano capirà» «Quando vedo i manifesti del centrodestra che promettono assegni "più dignitosi", mi preoccupo un po'» Una manifestazione della Lega
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