Sognando la tv fai-da-te
Sognando la tv fai-da-te Sognando la tv fai-da-te Faclo Passarmi corrispondente da LONDRA ^'-rONOSTANTE l'ultimo secoJ lo abbia prodotto un'enor�mi me quantità di innovazioni tecnologiche e vere e proprie sco�perte, ancora fino a qualche anno fa certi annunci (per esempio, che entro qualche tempo ogni persona avrebbe potuto avere un proprio telefono personale portatile) veni�vano accòlti dal grande pubblico con una curiosità mista a divertito scetticismo. Con l'avvento dei tele�fonini e di Internet, che nel giro di pochi anni hanno cambiato profon�damente la vita di miliardi di persone, gli annunci sul futuro prossimo venturo vengono presi più sul serio. La gente pensa: sono cose che possono davvero accade�re e che «anche io» potrei vedere. E' anche per questo che si pagano 1000 sterline per partecipare allo «European Media Er Entertain�ment Summit», organizzato dalla «Dow Jones» con il concorso della «FricewaterhouseCoopers» e giun�to quest'anno alla terza edizione. Circa 250 persone, riunite al Landmark Hotel di Londra tra ieri e oggi, possono ascoltare dal vivo le esperienze dei grandi «boss» dell'industria multimediale euro�pea e anche rivolgere loro doman�de sui problemi dell'oggi e gli obiettivi del futuro, che si pensa diventerà presto presente. C'è grande disordine sotto il cielo del . multimediale ed è presto per dire se l'avvenire sarà radioso. Chi pun�ta sulla trasmissione via cavo, chi sulle fibre ottiche, chi sul satellite. Chi sostiene la teoria della «conver�genza» e, cioè, punta sulla televisio�ne interattiva; e chi privilegia la trasformazione del computer in mezzo unico per la fruizionepersonalizzata di informazione e intrat�tenimento. Ma il tema che è emer�so con forza al centro di queste discussioni è ancora quello del «video on demand», vale a dire uno schermo domestico in cui ciascu�no, con la tecnologia che si voglia, ordina e vede quello che vuole vedere. Ciascuno, cioè, si trasfor�ma in una specie di presidente della Rai e costruisce il proprio palinsesto. L'idea non è nuova. Quella che appare nuova è la convinzione che questa sarà presto un'opzione irre�versibile. Carlo Micheli, partner di «e-Biscom» (il gruppo che ha lancia�to il quotidiano online il Nuovo) e partecipante al convegno, non ha dubbi al riguardo e pensa già al 2009, «quando II milioni di case di italiani saranno raggiungibili dalle fibre ottiche». Arturo Artom, presi�dente e fondatore di «Netsystem. coni», partendo dal fatto che in Italia (unica in Europa oltre alla' Spagna) non esiste il «cavo» e che le fibre ottiche sono ancora dispo�nibili a pochi, ha puntato sul satelli�te. Con l'installazione sul compu�ter di un modem da 400 mila lire si può accedere a un portale video e a un certo numero di canali di webtv. «Spendi poco, fai operazioni tv integrate con il computer e godi di totale libertà», spiega Artom. Ma se le cose vanno in questa direzione, che fine farà l'informa�zione stampata? Tra i multimedia�li nessuno ha dubbi. I giornali diventeranno elettronici. Occhiali che ricevono testo e immagini. Oppure, l'idea di Nicholas Negroponte: «Un foglio spiega Micheli -, un foglio anche ripiegabile, che però diventa schermo e mostra testo e immagini».
Persone citate: Artom, Arturo Artom, Carlo Micheli, Micheli, Nicholas Negro
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