L'Fmi alla Bce: subilo il tagtlio dei tassi di Stefano Lepri

L'Fmi alla Bce: subilo il tagtlio dei tassi Francoforte accusata di volere una «politica troppo tedesca». La crescita Uè rivista al 2^ L'Fmi alla Bce: subilo il tagtlio dei tassi Doccia fredda per l'euro. IlNasdaq scivola sotto quota 1800 Stefano Lepri ROMA Il costo del denaro in Europa va ridotto: D Fondo monetario inter�nazionale rende esplicito il suo consiglio alla Banca centrale eu�ropea. Mentre l'euro raggiunge�va un nuovo minimo delranno a 87,34 centesimi di dollaro (per poi risalire in serata sopra 88) ieri mattina il direttore generale del Emi Horst Koehlér, in un discorso alla commissione Finanze della Camera tedesca, ha detto che «un taglio ai tassi di interesse sarebbe senz'altro benefico per l'econo�mia europea». L'euro comunque «resterà de�bole nel prossimo futuro» preve�de Koehler, con quello che per gli economisti resta un mistero con�siderate le difficoltà degli Usa. lerisera a New York l'inmce Nasdaq è e sceso sotto 1.800 punti, con una perdita del SJS'Ki, men�tre il Dow Jones era a -1,6394 (ma c'entra anche la tensione politica tra Usa e Cina). Forse a un certo pùnto ci sarà quello che Paul Krugman chiama scherzosamen�te r«effetto Vilcoyote» (il dollaro cadrà come quei personaggi dei cartoni animati che camminano nel vuoto finché non si accorgono che sotto c'è il baratro); per ora un grosso appoggio alla moneta americana viene dalla debolezza dello yen, caduto ieri a un nuovo minimo di 126,69. Non è una bella figura, per Francoforte, che il Emi decida di uscire allo scoperto. In passato, era accaduto più volte che il Fondo monetario rimproverasse alla Bundesbank tedesca una poli�tica monetaria troppo restrittiva; ora tocca alla Bce, che talvolta appare «troppo tedesca» nelle sue scelte. I dati congiunturali di ieri sull'area euro con l'indice dei direttori d'acquisto dell'indu�stria manifatturiera sceso a 51,2 contro il 52,3 di febbraio fanno apparire sempre più probahile che un ribasso ci sarà, nella prossima riunione del consigho Bce 1' 11 aprile ; ma potrebbe esse�re di 0,25 punti soltanto. Per l'appunto l'impostazione alla tedesca della politica moentaria è stata cos�spiegata ieri da Juergen Stark, vicepresidente della Bundesbank: «La Bce pren�de le sue decisioni in base alle proprie analisi. Risposte troppo brusche ai movimenti dei merca�ti hanno un effetto di contaglio e ne fanno aumentare la volatili�tà». Ma se il Emi, guardiano della stabilità finanziaria mondiale, suggerisce di calare i tassi in un momento in cui la moneta euro�pea scende, significa che è abba�stanza d'accordo con l'opinione prevalente dei mercati: che la debolezza dell'euro non è dovuta a timori di inflazione o al livello dei tassi in paragone a quelli americani, piuttosto al timore che la crescita economica in Euro�pa rallenti fortemente. «In Europa attualmente l'infla�zione non è più un problema, e c'è invece abbastanza spazio di manovra per contrastare i rischi di recessione» ha detto Koehler. Stark, preparande il terreno in vista di una svolta a Francoforte, si è avvicinato cautamente: «La Bce è vicina all'obiettivo di garan�tire la stabilità dei prezzi» ovvero di riportare l'indice di inflazione nell'area euro sotto il 20z6, perché «le pressioni inflazionistiche in Europa vanno diminuendo». Il Emi è di sohto criticato perché le sue previsioni sull'eco�nomia mondiale le più complete esistenti vengono aggiornate con troppa lentezza; ma ieri Koeh�ler ha sottolineato che dallo scor�so ottobre ad oggi la previsione di crescita dell'area euro nel 2001 è scesa dal S^ al 2,507o, mentre la Bce è stata assai più lenta e resta più ottimista. Per l'intera econo�mia mondiale, l'aggiornamento è al 30Zo; non è roba da poco, visto che appena due settimane fa lo stesso Koehler insisteva ancora sul 3,40Zo dopo che il 2000 si è chiuso con un record, +4,8%. Non giova nemmeno, alla Ban�ca centrale, che si continui a discutere del patto segreto secon�do cui il presidente Wim Duisenberg dovrebbe lasciare l'incarico nel corso del 2002. «Resterà in carica almeno fino a metà del suo mandato» ossia all'estate del 2002, ha sostenuto ieri il presi�dente della Bundesbank Ernst Welteke. [s.l.] Koehler: «In Europa ora l'inflazione non è un problema mentre resta abbastanza spazio per contrastare inuovi rischi di una recessione» TRE MESI IN DISCESA o.875 Il cambio euro-dollaro da gennaio 2001 0,850 0,825 0,800 Gennaio mmm 87,72 Febbraio Marzo i Aprile

Persone citate: Ernst Welteke, Horst Koehlér, Juergen Stark, Koehler, Paul Krugman, Stark