Sempre più pirati nefla Rete di Francesca Paci
Sempre più pirati nefla Rete I CRIMINI INFORMATICI IN ITALIA SONO IN COSTANTE AUMENTO Sempre più pirati nefla Rete Francesca Paci Non è il primo hacker italiano e non sarà l'ultimo. Ma «Kryvojrog», il trentenne pro�grammatore bolognese identifi�cato venerd�scorso dagli uomi�ni del nucleo regionale della Guardia di Finanza della Lom�bardia, entrerà negli archivi delle Fiamme Gialle come «il più pericoloso». Il suo virus, «Vierika», avrebbe potuto infet�tare utenti a catena con la potenza del famoso «I love you» filippino, che dieci mesi fa mandò nel pallone Yahoo!. Il maresciallo Dario Forte, esperto in sicurezza informati�ca della polizia tributaria mila�nese, ha consegnato il «pirata» alla giustizia nel giro di ventiquattr'ore. «L'abbiamo preso appena in tempo: aveva già violato mille pc e stava prepa�rando uh attentato ai danni di un grosso provider italiano». Adesso il terrorista virtuale «Kryvojrog» rischia pene reali: venti milioni di multa o due anni di carcere. La criminalità informatica nel nostro paese specie quella a fini estorsivi è in aumento e fa proseliti tra fasce d'età diver�sissime. Dario Forte che da quindici anni per passione prima e per lavoro poi veste i panni del «detective telemati�co», sfata il mito romantico del giovane hacker anarchico e scamiciato sintonizzato sui Nir�vana mentre naviga su inter�net. La Guardia di Finanza, dice, ne ha acciuffati di sessan�tenni con i piedi per terra e la fuoriserie metallizzata in gara�ge. Qualche caso? Niente da fare: «Preferiamo parlarne il meno possibile per non contri�buire alla mitizzazione del fe�nomeno. L'hacking è già ogget�to di decine di leggende metro�politane». Come quella del pira�ta redento assoldato dagli ex nemici? Forte sorride: «Fanta�scienza. Non esistono ad oggi istituzioni in Italia che abbia�no assunto cibercriminali con�vertiti. E anche negli Stati Uniti i posti per i 'pentiti' iniziano a scarseggiare». Secondo il settimanale «The Economist» il lavoro del mo�mento è piuttosto r«investigatore informatico». Gli america�ni che la guerra contro la pirateria online l'hanno inizia�ta parecchi anni prima di noi stanno già vincendo le prime battaglie. Secondo l'ultimo rap�porto Fbi sulla sicurezza infor�matica, le aziende Usa «viola�te» con conseguenti grosse per�dite economiche sono il 64 per cento del totale contro il 41 per cento italiano. L'ultimo proget�to messo a punto dai «compu�ter forensics» è «Honeynet»: una rete di pc, settata un paio d'anni fa da una trentina d'in�gegneri coordinati da Lance Spitzer della Sun Microsystem, che funziona da «specchietto per le allodole». Gli hackers vanno per inesperienza o per sfida e ci lasciano lo zampino. Roba d'oltreoceano. Nel vec�chio continente le leggi, come i computer, corrono meno. La convenzione intemazionale sulla cibercriminalità, riferi�sce uno degli ultimi inserti «Interactif» del quotidiano «Le Monde», è ancora ferma al Consiglio d'Europa, bollata co�me liberticida delle organizza�zioni per la difesa di privacy e diritto d'espressione. I pirati dell'online intanto, in barba alle beghe burocrati�che dei rispettivi governi, fan�no il giro del mondo senza passaporto. Il primo ladro ci�bernetico è stato pizzicato in America nell'agosto del 1986. Aveva rubato 75 centesimi dal laboratorio d'astronomia del�l'università di Berkeley, intru�folandosi nel computer del dot�tor CUffort Stoll è si era firma�to «Marku Hess». Era un tede�sco. Parlano gli investigatori che hanno identificato il primo hacker italiano: eragià riuscito a violare mille computer e stava preparando un attentato a un importante provider
Persone citate: Dario Forte, Hess, Lance Spitzer, Marku, Stoll
Luoghi citati: America, Berkeley, Europa, Italia, Stati Uniti
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