«Non rubavo, i soldi servivano per la guerra»

«Non rubavo, i soldi servivano per la guerra» «Non rubavo, i soldi servivano per la guerra» Le prime ammissioni diMilosevic sui fondi trafugati Ingrid Badurina ZAGABRIA Gli hanno dato una cella di dodici metri quadri, una federa per il cuscino, un lenzuolo e due coperte. Gli hanno dato il per�messo di indossare i suoi vestiti e le sue scarpe, ma gli hanno tolto l'orologio e i documenti personali. Può ricevere visite e leggere i giornali, ma niente tv e niente radio. Di certo, per Siobo�dan Milosevlc la vita in carcere deve essere ben diversa da quel�la a cui è stato abituato finora. «Il mio cliente è depresso e prende dei tranquillanti. Non sa nemmeno perché è in prigione» ha dichiarato ieri il difensore dell'ex presidente jugoslavo, l'avvocato Toma Fila che ha presentato il ricorso contro il mese di detenzione stabilito dal giudice istruttore. Il documento in realtà è stato scritto e firmato dallo stesso Milosevlc e l'avvo�cato ne ha distribuito una copia ai giornalisti. Nel ricorso Milose�vlc contesta le accuse di pecula�to. «I soldi sottratti al bilancio statale sono stati usati per finan�ziare e armare l'esercito serbobosniaco e i serbi della Kraina» afferma l'ex padre della patria, ammettendo di fatto il coinvolgi�mento diretto di Belgrado nelle guerre in Croazia e in Bosnia. «Quei fondi non erano stati mes�si in bilancio perché si trattava di un segreto di stato». Una vera confessione che conferma tutte le accuse che per anni gli sono state imputate e che hanno por�tato all'incriminazione del tribu�nale penale internazionale del�l'Aia che lo ricerca per crimini di guerra e crimini contro l'uma�nità. «Ritengo che il procedimen�to a carico della mia persona sia stato orchestrato per motivi po�litici su ordine delle nuove auto�rità per infangare e svilire la mia opera, soprattutto perché mi sono opposto ai potenti del mondo nell'interesse dello stato e del popolo» aggiunge Milose�vlc. L'avvocato Fila ha smentito le speculazioni sulla cella di lusso e le condizioni favorevoli della detenzione di Milosevlc. «Si tratta di un carcere. Un carcere balcanico, senza televi�sione né radio, senza sauna né piscina». Benché quest'ala della prigione centrale di Belgrado sia stata rinnovata di recente in città viene chiamata «Hyatt» dall'omologo hotel l'unico pri�vilegio di cui dispongono le celle è l'acqua calda. Nelfrattempo il giudice ha sollevato un nuovo atto di accusa contro Milosevic: resistenza a pubblico ufficiale, perchè si è opposto all'arresto, nonché istigazione dei suoi colla�boratori alla resistenza. Sotto accusa si trova anche la figlia dell'ex dittatore per uso illegale di anni. Al momento dell'arre�sto del padre, Marja, addosso alla quale sono state trovate tre pistole, si è messa a sparare all'impazzata. Insieme alla ma�dre la giovane donna è stata sfrattata ieri dalla villa bunker di Dedinje. La televisione di Belgrado ha mostrato l'arsenale ritrovato dalla polizia nella resi�denza: due casse di bombe a mano, trenta mine, ventitré pi�stole automatiche, dieci casse di munizioni, lacrimogeni, un lan�ciarazzi, tre mitragliatrici e tren�ta fucili automatici, mentre nel giardino della residenza erano stazionati due veicoli blindati appartenenti all'esercito jugo�slavo. Nei tunnel e nei depositi sotterranei della casa-fortezza ci sarebbero ancora quantità enormi di armi nascoste. Nelle tasche di uno degli uomini arre�stati nell'azione contro Milose�vic sarebbe stato ritrovato il piano di un'insurrezione arma�ta contro le nuove autorità pre�vista per il mese di aprile. Se questo si rivelasse vero Milose�vic potrebbe essere accusato di tentativo di colpo di stato. Nei prossimi giorni il giudice comincerà a interrogare alcuni dei più stretti collaboratori del�l'ex presidente jugoslavo, tutti agli arresti, tra cui l'ex direttore delle dogane federali Mihalj Kertes, e il vecchio capo dei servizi segreti Rade Markovic che è in carcere da più di un mese. Sono state le testimonianze di Kertes e Markovic a incastrare Slobo. L'ex dirigente delle dogane ha parlato di sacchi con milioni di marchi in contanti prelevati dai proventi doganali e consegnati di persona a Milosevic, mentre Markovic avrebbe accusato l'ex presidente di aver dato gli ordi�ni per uccidere alcuni dei suoi nemici politici. E'in una cella di dodici metri quadri gli hanno lasciato scarpe e vestiti Il suo avvocato «E' depresso e prende tranquillanti» La moglie e la figlia cacciate dalla villa-bunker

Persone citate: Hyatt, Ingrid Badurina, Kertes, Markovic, Milosevic, Rade Markovic, Toma Fila

Luoghi citati: Aia, Belgrado, Croazia, Dedinje, Zagabria