Berlusconi: ho avuto responsabilità terribili di Ugo Magri

Berlusconi: ho avuto responsabilità terribili Berlusconi: ho avuto responsabilità terribili Trattative chiuse dopo tre giorni, sciolto il nodo del Nuovo Psi Ugo Magri ROMA Tutte le volte che deve compilare le liste, e dire di no a qualcuno, Silvio Berlusconi smarrisce il suo solito piglio da condottiero. Un anno fa, alle regionali, confessò di essersi messo addirittura a piangere dopo certe scelte dolorose. Ieri mattina, asciando finalmente Roma per rifugiarsi ad Arcore, sembrava d�umore più disteso; eppure non ha potuto fare a meno di lamentarsi «per il meccanismo imposto da questa legge elettorale, che costrìnge ad assumere responsabilità davve�ro terribili». Per fortuna, ha sospirato, «abbiamo chiuso...». In realtà, poi, il Cavaliere ha dovuto trascorre�re l'intera giornata a occuparsi via telefono dei famosi «ultimi ritocchi», vale a dire una manciata di casi fastidiosissimi e ancora per aria. Il più serio, che s'è composto in serata, riguardava �posti dei socialisti. Berlusconi aveva promesso dodici collegi, ma Bobo Craxi e compagni si sono presto accorti che all'appello ne mancava uno, quello d�Canìcattì. Proteste, minacce d�presenta�re Uste autonome del Garofano al Senato, infine Canìcatt�è stata di nuovo conquistata dagli eredi d�Bettino. Dunque la segreteria del nuovo Psi ha dato vìa libera all'intesa, unico voto contrario quello d�Claudio Martelli. Altro alleato scontento, Rocco Buttiglione. La bocciatura di Calogero Mannino, ex ministro De nel mirino della Procura palermitana, proprio non gli è andata giù: «Davanti all'offensiva che si è scatenata contro d�luì, Berlusconi ha esitato... Noi, ovviamente, avremmo preferito maggior decisione». Il leader del Cdu è corso ai ripari: ha telefonato a Mannino e gli ha proposto di aggirare il veto mettendo il lista suo figlio Toto, 26 anni. L'ex ministro, racconta Buttigliene, «mi ha dato una risposta d�grande dignità». Insomma, non è detto che l'offerta venga accettata e che Toto Mannino entri in lista nel Biancofiore insieme con Alessandro Forlani, rampollo d�Arnaldo. Ciò che più irrita Buttiglione è la severità usata verso �«suoi» candidati, laddove Forza Italia non s'è fatta troppi scrupoli d�schierare a Palermo un protagonista della Prima Repubblica come Carlo Vizzmi, o un parlamentare sotto inchiesta per agganci locali come Gaspare Giudice. Per far posto a loro, se ne va a casa Cristina Matranga, mentre il magistrato Angelo Aliquò è scoiùparso dai radar. D'altra parte, rinunciare ai personaggi scomodi ha un prezzo, e quello che Berlusconi ha pagato per congedare Amedeo Matacena è piuttosto salato. Il partito della Calabria ribolle, con il coordinatore regionale azzurro Giovan Battista Caligiuri che s'è sfogato in pubblico: «Al tavolo romano della Casa delle libertà si è forse smarrito in queste ultime ore l'obiettivo che i candidati debbono vincere le elezioni...». A complicare le cose ci si è messa una giovane graziosa signora, Iole Santelli, che ha soffiato il collegio proprio al Caligiuri. «E' la segretaria del senatore Pera», accusano in Cala�bria. In realtà, è stato Berlusconi medesimo a paracadutarla laggiù, nonostante l'incolpevole Pera. Il Cavaliere si sarebbe aspettato quantomeno un grazie da Lucio Colletti, che dopo estenuanti tira-e-molla troverà posto in Lombardia, quota Droporzionale. Invece, macché: l'anziano filosofo iberal s'è mostrato piuttosto scettico: «La candi�datura c'è, ma in un posto molto incerto, e io non sono ancora del tutto stupido» (ma gli esperti di via del Plebiscito fanno notare che, grazie alle famose "liste civetta". Colletti è in una botte di ferro). Ben altro piglio guerriero ha mostrato Filippo Mancuso, il grande nemico di Scalfaro, che ha chiesto e ottenuto di pugnare nel maggiori�tario a Palermo, «contro chi non mi interessa». A sera non era esaurito il ping-pong sul duo TaradashGalderisi: finirà in una buona piazza il primo, si sente sacrificato il secondo e spara tutte le sue cartucce. Non ha fatto invece storie Alfredo Biondi, sloggiato dalla Liguria e trasferi�to in Lombardia senza colpo ferire. Incerta la sorte di Massimo De Carolis, la cui candidatura verrebbe giudicata «offensiva» dal sindaco Albertini. Ultimi fuochi che verranno spenti nelle prossime ore. E mentre si diradano i fumi della battaglia, si scopre come mai Giorgio La Malfa aveva fatto di tutto per passare inosservato. Il partito dell'Ede�ra, contro ogni previsione, ha ottenuto cinque collegi: uno nel proporzionale per il segretario, uno al Senato per Antonio Del Pennino, più tre semi-sicuri alla Camera. «Berlusconi è stato di parola», s'è lasciato andare La Malfa a operazioni concluse. E'quasi rivolta per gli azzurri in Calabria: forse a Roma hanno deciso di perdere Esclusa Matranga «salvato» Colletti A La Malfa 5 posti «Sono stati di parola»