« Ambasciatore del business di New York »

« Ambasciatore del business di New York » Dopo la vittoria di Bush era stato nella rosa dei candidati alla sede diplomatica americana di Roma « Ambasciatore del business di New York » Charles Gargano in Italia: ai vostri politici consigli, non giudizi Mario Sensini ROMA D�fronte a una domanda diretta, preferisce non rispondere: «So�no molto soddisfatto dell'incari�co che ho». Charles Gargano non ammette di avere ancora qual�che speranza di ricoprire l'ambi�to incarico di ambasciatore degli Stati Uniti a Roma. Ogni scivolo�ne su un argomento cos�delicato sarebbe fatale. Soprattutto per�chè la Casa Bianca ha già desi�gnato un candidato, Rockwell Schnabel, e presentato le creden�ziali a Roma. Le speranze di Gargano, italia�no di nascita, da anni ministro dello Sviluppo dello Stato di New York e da sempre vicino alla famiglia Bush, sono legate alle pressioni degli italiani d'America sulla compagine re�pubblicana al Senato, che deve ratificare la designazione di Sch�nabel. Uno stimato banchiere della California, ex sottosegreta�rio al Commercio ed ex amba�sciatore in Finlandia con George Bush padre, sgradito alla poten�te comunità italiana anche per�chè Schnabel, di orìgini olande�si, non ha mai avuto nulla a che vedere con l'Italia. L'outsider Gargano, che i gior�nali americani definiscono lo «zar» dello sviluppo di New York, in questi giorni è in viag�gio in Italia. E' stato a Torino, dove ha avuto contatti con gli industriali della regione, e oggi vedrà a Roma il presidente della provincia di Roma, Silvano Mof�fa, e il presidente dell'Istituto per il Commercio Estero, Fabri�zio Onìda. «Sono in viaggio d'af�fari. Il mio lavoro è quello di favorire gli investimenti esteri nello Stato di New York, che oggi è uno dei più aperti alle imprese straniere», dice Garga�no «Ne abbiamo già tremila. E questo perchè abbiamo creato le migliori condizioni di business possìbile, operando il più massic�cio taglio alle imposte di qualsia�si altro Stato americano. Una sforbiciata da 100 miliardi di dollari (200 mila miliardi di lire) in dieci anni». Degli incontri con �politici Charles Gargano non parla, an�che se ammette di conoscere Silvio Berlusconi: «A qualsiasi coalizione dovesse governare suggerirei d�fare ogni cosa per snellire la burocrazia e agevola�re gli investimenti. In un merca�to globale ognuno deve avere il massimo interesse all'efficien�za. Negli ultimi anni in Italia sono stati fatti progressi. C'è più flessibilità nel mercato del lavo�ro e strumenti come i contratti di programma nel Mezzogiorno hanno funzionato. Nel futuro bisognerà però pensare a dare maggiori poteri alle amministra�zioni locali rispetto al govemo centrale». Consigli, nessun giudi�zio. La sua discretissima missione italiana prosegue. Gli italiani d'America lo appoggiano, e dalla sua ha anche buoni rapporti con la Curia. Il suo nome era nella lista trasmessa a George Bush jr. dalla Niaf, la National Italian American Foundation, insieme a quello di Lucio «Lou» Noto, ex vice presidente della Exxon Mo�bil, e di William Martini, già deputato al Congresso. Sebbene la designazione di Schnabel com�plichi assai le cose, non tutto è ancora compromesso. Ambascia�tore a Trinidad e Tobago con Ronald Reagan, Gargano ha di�retto nel 1992 la campagna elet�torale del vecchio George Bush e Dan Quayle. Nell'ultima campa�gna, ancora una volta vincente, è stato tra �principali portatori d'acqua, cioè di fondi, per Bush junior. Come ogni buon uomo d'affari americano dice di star bene nella sua attuale posizione. Come italiano penserà che la speranza è l'ultima a morire. «Abbiamo già 3 mila imprese straniere attirate dagli sgravi fiscali» Charles Gargano, business con l'Italia