Primo interrogalorro per il prigioniero Slobodan

Primo interrogalorro per il prigioniero Slobodan LE DRAMMATICA ORE DI BELGRADO TRATTATIVA E REAZIONE RABBIOSA . . ■-•., . ■•■: ■■■:.i.i ^ i ' ,'-..'.'■••.. z. ■. .. . ' . \.::...:.:.::.. ....:'. .-:'. Primo interrogalorro per il prigioniero Slobodan «Non mi sono mai occupato di soldi, sono innocente» inviato a BELGRADO Slobodan Milosevic ieri ha cambiato collina; da Dedinje, la zona più esclusiva della capitale, a Lekino, zona in cui sorge il carcere centrale di Belgrado. Si era consegnato all'alba, evitando che l'assedio alla sua villa sfociasse in attacco e forse in strage. Adesso è isolato in una cella normalissima, eguale a quella di tutti gh altri detenuti ma collocata al fondo di un braccio che è stato sgombrato per l'occasione. Non uscirà dal carcere prima di un mese, forse tre: in realtà nessuno pensa che potrà mai tornare libero. L'accusano d�malversazioni compiute con i mihardi delle dogane, lui si dice innocente ma sa bene che le prime accuse sono destinate a trasformarsi in valanga. Per esempio, fa sapere la radio indipendente B-12 citando una fonte del Ministero degli Interni, la polizia serba ha trovato nella villa un deposito di armi e «piani con ima serie di dettagli per una sollevazione prevista ad aprile». Non erano solo mitragliatrici o granate, ma anche due blindati per trasporto truppe e un lanciarazzi. Milosevic sarà interrogato ancora domani, si pensa di sottoporlo a confronti con altri imputati eccellenti. Appare depresso, la moghe Mira l'ha visitato in carcere ma in stato di piena crisi nervosa, la figlia Marija è sotto sedativi, la Serbia sotto choc. Ieri mattina, a Belgrado, quando le televisioni hanno mandato in onda le prime immagini dell'arre�sto (un uomo depresso, vestito di un cappotto chiaro che sale su una jeep della polizia speciale), le reazioni parevano di incredulità. Era il primo di aprile e anche in Serbia la tradizione degli scherzi resta viva. Radio «B92» ci ha perfino provato, mandando in onda la notizia e subito dopo l'annuncio: «L'uomo da cinquanta mihoni di dollari tornerà a casa nel pomeriggio». Lo scherzo però è durato pochissimo. L'ex padro�ne dei Balcani è stato lasciato in cella per qualche ora, l'hanno fatto visitare da un medico che l'ha trovato depresso e un po' iperteso, prescrivendogli dei calmanti. Nel primo pomeriggio c'è stato l'inter�rogatorio da parte di un «procuratore d'indagine» che si chiama Goran Cavlina, in passato non ha infierito su Zoran Djindjic ed è stato iscritto alla Jul. L'ex presidente jugoslavo ha scelto anche un difenso�re: si chiama Toma Filo ed è figlio di un ex avvocato famosissimo. Ha già difeso, tra gh altri, Jovanka Broz, vedova di Tito (che dopo la morte del marito doveva essere sfrattata da Dedinje) e Arkan. Milosevic nega tutto. «Non ho la minima cognizio�ne delle cose che dite», continua a ripetere, «Questi non erano fatti di cui un presidente potesse occupar�si). Era miliardi di dinari e mihoni di marchi, l'accusa gli fa carico di aver abusato dei suoi poteri e di aver distratto quasi 1800 mihardi, spostati dalle casse dello Stato a queUe del suo partito. Rade Markovic, ex capo dei servizi segreti, è già in carcere assieme a Nikola Sajnovic, eminenza grigia finanzia�ria, e altri sette gerarchi. Adesso la prospettiva è che dopo il crollo d'immagine del Capo uno degh altri parh. Alle accuse finanziarie si è unita quella di «resistenza alla giustizia» per la sparatoria che la notte fra venerd�e sabato portò al ferimento di due agenti e di un cronista. Milosevic ha già risposto: «E' stata ima reazione delle mie guardie del corpo, non l'ho certa ordinata io...». Quattro dei suoi «gorilla» sono finiti in carcere negli stessi momenti e il loro capo, Sinisa Vucinic, è quello che rischia di più. Il difensore ha già trovato un primo cavillo: «La notte di venerd�nessuno mostrò a Milosevic l'ordine di comparizione, era logico ritenere che quell'irruzione fosse dovuta a un commando di assassini. I giornali di Belgrado sono usciti tutti in edizione straordinaria, ma senza dichiarazioni dei politici di spicco. Solo il ministro serbo della Giustizia, Milan Panie, ha preso la parola per ricostruire i fatti e annunciare due cose: queste accuse nulla hanno a che fare con ima possibile estradizione all'Aia («In Serbia non esiste ancora una legge che ce lo consenta») e contro i familiari di Milosevic «non esistono accuse». Anche la figlia Marija, che ha sparato al momento della consegna del padre, viene considerata «insana di mente». In attesa che la vita pohtica riprenda, un nuovo scandalo rischia però di scuotere la fragile democrazia jugoslava. Eonti della presidenza federale fanno sapere che Vojslav Kostu�nica era stato tenuto ah'oscuro della prima incursio�ne della polizia. La partita pohtica sembra sul punto di incattivirsi. [g.z.] Il ministro della Giustizia: da noi non c'è una legge per l'estradizione La polizia: nella villa molte armi e piani per una insurrezione SABATO ORE 11.30 Il ministro dell'Interno serbo Dusan Mihajlovic (foto) entra nella villa di Slobo per convincerlo ad arrendersi. Alla trattativa partecipano anche due esponenti socialisti: Branislav Ivkovic e Slavica Dejanovic, La tv privata «BK» afferma che nel psp (capeggiato dallo stesso Milosevic) si è costituita una «corrente» favorevole a una resa. Le autorità continuano ad assicurare che l'arresto sarà effettuato quando s�potrà farlo con il minor rischio possibile DOMENICA ORE 3 Una radio belgradese annuncia' che i reparti speciali stanno per tentare una nuova irruzione nella villa, dopo quella andata a vuoto nella notte precedente. «Milosevic non vuole arrendersi», dice un suo collaboratore. Parlando con I giornalisti, un poliziotto aveva spiegato che nella villa c'erano una cinquantina di «mercenari» armati con fucili, mitragliatrici, bombe e lanciarazzi. Per una Interminabile ora non accade altro ORE 4.3 S.Dalla villa cinque colpi di amia da fuoco risuonano nella notte. Perunattinriosi teme II peggio, poi si saprà che a sparar^, in un ultimo, disperato tentativo di resistenza, è stata Marija, la figlia di Slobo, ma senza colpire nessuno. La polizia un attimo dopo la disarma In quel momento Milosevic ha già deciso di arrendersi, ma all'esterno la notizia non è ancora trapelata Milosevic dapprima aveva affermato che avrebbero dovuto ucciderlo per portarlo via, poi aveva minacciato II suicidio, e poi ancora di ammazzare la moglie e la figlia

Luoghi citati: Belgrado, Dedinje, Serbia