Caccia al grande bottino di 1200 miliardi

Caccia al grande bottino di 1200 miliardi Caccia al grande bottino di 1200 miliardi Oro e dollari nascosti in Svizzera e net paradisi fiscali Ingrid Badurina ZAGABRIA «Chiunque abbia una sola prova del fatto che io ho dei soldi all'este�ro può prenderli come un mio regalo. Sono pronto a regalare tut�to. Non ho mai avuto un conto all'estero». Sfidando l'atto di accu�sa e l'ordine di cattura del nuovo governo jugoslavo l'ex presidente Slobodan Milosevic ha smentito ancora ima volta ogni coinvolgimento nei reati finanziari che gli vengono imputati. In un'intervista rilasciata dall'interno della sua resi�denza-prigione Milosevic ha ripetu�to di non aver mai avuto nessun conto privato in una banca estera. «Una volta anche l'inviato speciale americano Richard Holbrooke mi ha detto di aver saputo dal governo svizzero che hanno congelalo i miei conti. Ebbene, gli ho detto che può prendere tutti i soldi che trova e diventare ricco». Eppure le prime stime delgoverno jugoslavo sulla «rapina» di Milo�sevic ai danni dello stato parlano di 1.200 miliardi.di lire trasferiti al�l'estero in tredici anni di potere, e in particolare dal '92 in poi quando sono scattate le sanzioni contro Helgrado. «Dall'ufficio americano per il controllo dei depositi stranie�ri abbiamo ottenuto l'informazione che hanno scoperto un miliardo di dollari. Ma le nostre inchieste dimo�strano che soltanto nel '92 e nel '93, ai tempi dell'inflazione galoppante, Milosevic e i suoi hanno trasferito all'estero quattro miliardi di dolla�ri» ha dichiarato il governatore della banca centrale jugoslava Mladjan Dinkic, che dal primo giorno del suo nuovo incarico segue le piste dei conti esteri dell'ex padre della patria. Un compito arduo il suo perché il tesoro accumulato da Milosevic è sparso tra Grecia, Ci�pro, Svizzera, Russia, Liechten�stein e persino Singapore, nonché qualche isola dei Caraibi. Per cercare di scoprire i fili dell'intricata matassa le autorità di Belgrado hanno costituito una com�missione governativa guidata dal�l'ex generale dell'esercito jugosla�vo e attuale vice primo ministro Vuk Obradovic. «Vogliamo dimo�strare che nessun marco o dinaro sparito ha lasciato il paese senza la benedizione della famiglia Milose�vic» ha detto Obradovic. L'ultima scoperta risale a poche settimane fa quando le autorità svizzere han�no reso noto di aver scoperto un traffico illecito di lingotti d'oro provenienti dalla Jugoslavia. Tra il 21 settembre e il 2 novembre dello scorso anno, alla vigilia e subito dopo la sua caduta, Milosevic ha mandato in tutto 273 chili di oro in Svizzera. A spedire l'oro sono state alcune società registrate a Cipro e in Grecia. A ricevere il prezioso metallo, del valore totale di circa 3,8 milioni di franchi, è stato un commerciante svizzero che ha ven�duto il tesoro a Ginevra e ha deposi�tato i proventi della vendita sui conti delle stesse società che l'ave�vano spedito in Svizzera. In realtà si tratterebbe di compagnie off-sho�re appartenenti al clan Milosevic e che da più di dieci anni riciclano tutto il denaro sporco proveniente da Belgrado. Una partita di lingotti arrivati in Svizzera è stata inviata dalla capitale jugoslava, a bordo di un regolare aereo cargo. Sulla docu�mentazione doganale la merce era dichiarata come ima partita di stoc�cafisso. L'oro sarebbe stato preleva�to dalle riserve auree delle miniere jugoslave dai più stretti collaborato�ri dell'ex presidente. Tra gli illeciti di cui è accusato Milosevic vi è anche la requisizione dei proventi delle dogane. Il diretto�re delle dogane federali, Mihalj Kertes, da sempre uno dei più fidati collaboratori dell'ex leader, ha am�messo di aver dirottato una parte delle entrate doganali su un conto separato presso la Beo Banka, l'ex banca di regime di cui lo stesso Milosevic era stato direttore prima di entrare in politica. In seguito i proventi sono stati raccolti in con�tanti. Su ordine di Milosevic i soldi venivano distribuiti a vari benefi�ciari al servizio del regime. La settimana scorsa è stato arrestato un altro seguace del capo, ex funzio�nario dei servizi segreti e membro del partito socialista. Secondo i media serbi sarebbe proprio lui, Uros Suvakovic, ad aver portato lo scorso 6 ottobre, il giorno in cui è stato destituito Milosevic, due sac�chi di plastica con due milioni di marchi in contanti al presidente sconfitto. Ancora una volta i soldi provenivano dalle dogane. Una partita di lingotti ha viaggiato su un aereo cargo di linea sotto la voce: stoccafisso L'ex dittatore ironizza: se trovate dei fondi illegali potete prenderli come mio regalo Slobodan Milosevic rientra nella sua casa '.ulla collina di Dedinje a Belgrado circondato dalle sue guardie del corpo