Kostunica ordina; qrreslaie MUosevii di Giuseppe Zaccaria

Kostunica ordina; qrreslaie MUosevii Kostunica ordina; qrreslaie MUosevii L'ex dittatore asserragliato in casa: non mi avrete vivo Giuseppe Zaccaria inviato a BELGRADO Per Slobodan Milosevic e la Jugoslavia questa è la notte decisiva. La polizia ha l'ordi�ne di arrestare a tutti i costi l'ex padrone del Paese, asser�ragliato in una villa senza più luce né telefono ma ancora illuminata nei sotterranei da un debole chiarore. A Dedinje c'è ancora un generatore auto�nomo in funzione. Lui potreb�be consegnarsi, potrebbe trat�tare come sta facendo da setti�mane, ma al tramonto ha risposto al ministro degli In�terni serbo: «Non mi arrende�rò mai». E' tarda sera mentre trasmettiamo questo articolo, e le ultime indicazioni parla�no di una sorta di «deadline» imposta non solo a Milosevic, quanto dello Stato serbo a se stesso. Al termine di un lungo incontro con i leader del Pae�se, Vojslav Kostunica ha lan�ciato un messaggio che altro�ve sarebbe risultato retorico ma qui suona rivoluzionario: «A nessuno può essere consen�tito di sottrarsi alla legge: non è accettabile che un uomo solo possa mettere in pericolo l'equilibrio di una nazione». Questa volta, dunque, la scadenza non è stata decisa da un premier a dispetto di un presidente, da un generale contro un altro, ma da uno Stato. Forse, il primo abbozzo di Stato dei cittadini che la Jugoslavia abbia mai cono�sciuto. A partire da questa notte o Slobodan Milosevic accetta di presentarsi al giudice ed a questo punto, di essere arre�stato o la polizia ha l'ordine di attaccare. Ed a giudizio di Bozo Prelevic, il «cervello» del ministero degli Interni, nulla di buono può accadere. «Anco�ra una volta dice Milosevic ha trasformato una situazio�ne di svantaggio in un pezzo di teatro. Trasforma la conchzione di cittadino normale, per lui inaccettabile, nella po�sizione di vittima. Quindi mi aspetto il peggio». Prelevic rivela un piccolo fatto straor�dinario: Slobodan Milosevic doveva comparire alla pobzia già qualche giorno fa: esatta�mente il 13 marzo. La cosa era sfuggita a tutti, l'altra sera s'era trasformata in fatto mediatico e adesso può sfociare nel dramma. Fino all'altro ieri, la condizione di Milose�vic avrebbe potuto paragonar�si a quella di chi da noi riceve un avviso di garanzia: «Gli sarebbe bastato presentarsi a un giudice, dire la sua e tomare acasa. Adesso non è più possibile: dopo quanto è acca�duto l'altra notte...». GU ultimi ex dignitari dell'« Sps» hanno tentato fino a tarda sera di convincere l'ex padrone del Paese a cedere, l'ultima missione ha visto sab�re sulla collina di Dedinje perfino una «Audi» nera con il ministro dell'Interno, Dusan Mihajlovic. Nel frattempo a Dedinje la pobzia aveva cari�cato la folla, attivisti di «Qtpor» avevano picchiato gio�vanotti dell'«Sps» e viceversa. Un tempo Mihajlovic fu allea�to di Milosevic attraverso il partito di «Nova demokratja», ieri sera in quanto esponente del nuovo potere ha tentato un'ultima mediazione, anche sul piano personale. La bion�da ex segretaria dell'«Sps», Corica Gajovic, sosteneva qualche ora fa che il vecchio leader fosse pronto a cedere le armi «in cambio di certe ga�ranzie sul processo». Le garan�zie ci sarebbero tutte, ma se si deve tener fede all'ultimo «tam-tam» sociabsta il vec�chio leader preferisce la mor�te eroica. A tarda notte la polizia ha bloccato DeOinje dando in senso del dramma che sta per compiersi. Resta da vedere se il nuovo governo cadrà neUa trappola. Fino a questo moment^ Milosevic sa che se si presenterà ai magistrati sarà processato a Belgrado per reati che nulla hanno a che fare con crimini di di guerra. Forse, neanche col suo arricchimento perso�nale. Lo vogbono indagare per «abuso di autorità», causa il passaggio di una cifra un po' esagerata per i parametri jugo�slavi (un miliardo ed 800 miboni di dinari più 200 miboni di marchi: in teoria, 1.800 miliardi in lire) che nel '95 sarebbe transitata dalle impo�ste di dogana ai fondi dell'« Sps». Volrebbero riparlare dei 173 chib d'oro spediti in Sviz�zera dal Tesoro jugoslavo. Tut�te accuse da discutere. Però nella mente di Milosevic de�v'essersi fatta largo la certez�za che, se finisce in carcere per questo, non ne uscirà più. Fino all'altro ieri era solo un «indagato»: adesso, giocando ancora col fuoco, s'è posto nella posizione di chi accetta di consegnarsi o accetta di morire. Nella villa di via Toltojeva 11,13,15 (sono tre i cancelb d'entrata) Slobodan in questo monento sta con la moglia Miijana, la figba Marja, l'amico Sinisa Vucinic e le guardie del corpo. In tutto non dovrebbero essere più di venti.

Luoghi citati: Belgrado, Dedinje, Jugoslavia