Il Takeshi Kitano show

Il Takeshi Kitano show Il Takeshi Kitano show Dal 4 aprile al Massimo 1 film del regista in Giappone popolare conduttore televisivo IL cinema di Takeshi Kitano rappresenta sicuramente una delle novità più belle del cine�ma mondiale di questi ultimi anni. Ed è singolare che il più famoso attore e regista del cine�ma giapponese contemporaneo giunga a fare cinema attraverso un percorso molto inusuale. «Be�at» Takeshi (con questo sopran�nome è famosissimo in patria) è infatti uno dei più noti condutto�ri di talk-show televisivi nel suo paese, e deve la sua notorietà in patria a questa sua attività prele�vante. All'estero lo conosciamo invece per i suoi film crudi, visionari e sognatori sulla yakuza, la mafia giapponese: ha vinto premi in tutti i festival più impor�tanti, raggiungendo il massimo risultato con il Leone d'Oro vene�ziano ottenuto grazie al bellissi�mo poliziesco «Hana-Bi». Insom�ma, è come se Maurizio Costanzo o Michele Santoro affiancassero alla loro notissima attività sul piccolo schermo un'altra nella quale figurano come gangster senza scrupoli in film d'azione tesi, avvincenti e un poco surrea�li. Basterebbe questo a definire la particolarità del suo cinema. Ma naturalmente ci sono altri motivi di interesse. Come avvie�ne per tutti i grandi interpreti di noir, da Humphrey Bogart e Eddie Constantine, Takeshi affa�scina per la particolare espressio�ne della sua faccia. Nel caso suo, però, la fissità del volto e dello sguardo hanno una precisa spie�gazione: una piccola paresi dovu�ta a un terribile incidente auto�mobilistico al quale Beat Take�shi è miracolosamente sopravvis�suto qualche anno fa. Piccole note biografiche che sono impor�tanti per capire meglio il lavoro di uno dei registi più interessanti del cinema contemporaneo, og�getto di un bell'omaggio nella sala del Massimo 3 da mercoled�4 aprile fino a luned�9 dello stesso mese. Il suo film di maggio�re successo in Italia è certamente «L'estate di Kikujiro», uno dei film più straordinari degli ultimi anni, presentato in concorso a Cannes nel 1999. Racconta di un ragazzo che è di fronte alla prospettiva di farsi un'estate da solo in città e di un gangster un po' cialtrone che si dedica anima e corpo a farlo divertire, coinvolgendo in questa impresa i più strani compagni di avventura: un film delicato ma intenso, poetico ma vigoroso che tiene attaccati allo schermo dalla pri�ma all'ultima sequenza. E che dire di «Sonatine», uno dei suoi primi film recentemente ripropo�sto sugli schermi italiani? Baste�rebbe la surreale sparatoria fina�le, la morte del protagonista che assomiglia però a un onirico lieto fine per dimostrarci che, in epo�ca di globalizzazione e di meticciato culturale imposto dall'al�tro, esiste ancora la possibilità di divertirsi con qualcosa che è completamente diverso rispetto alla nostra cultura. Spesso pro�grammato da Fuori Orario, la trasmissione cult di Raitre inven�tata da Enrico Ghezzi, il cinema di Takeshi Kitano è una boccata di ossigeno per chi non si accon�tenta dei film «carini» e politica�mente corretti sfornati in conti�nuazione da produttori europei senza idee e che non sopporta più il frastuono dei kolossal ame�ricani pieni di effetti e privi di idee. Di idee Takeshi ne ha tantis�sime: basta guardare, in «L'esta�te di Kikujiro», i mille modi che si inventa per cercare di fare auto�stop, in assoluto una delle se�quenze più divertenti di tutta la storia del cinema. Stefano Della Casa «SONATINE» «HANA-BI» «BROTHER» FRA 1 SETTE TITOLI IN RASSEGNA Al regista Takeshi Kitano è dedicata la personale organizzata dal Museo del Cinema

Luoghi citati: Cannes, Giappone, Italia