Quando la medicina ispira la musica

Quando la medicina ispira la musica Quando la medicina ispira la musica Succede con l'opera di Nyman dal racconto di Oliver Sacks Per il Piccolo Regio Laboratorio c'è anche «Zazie» di Queneau SE il titolo dello spettacolo in scena al Piccolo Regio vener�d�30 alle 21, «L'uomo che scambiò sua moglie per un cappel�lo», vi rimanda all'universo comi�co e paradossale di Achille Campa�nile, siete fuori strada; l'assurdità della situazione un uomo che ha perduto la facoltà cerebrale di decodificare il mondo visivo e di riconoscere oggetti e persone, ed è perciò costretto a muoversi in un ambiente caotico in cui l'ultimo riferimento noto è la musica è stata descritta in un saggio da Oliver Sacks, eminente neurologo, e trae spunto da una osservazione clinica reale d�un malato afflitto da agnosia visiva. Non sono molte le volte in cui la medicina riesce a ispirare la musica, ma in questo caso il bel libro di Sacks, tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi (Sacks è autore anche del celebre «Risvegli» da cui è stato tratto il film omonimo con De Niro), offre lo spunto per la elaborazione di una partitura da camera, realizza�ta una quindicina di anni fa dal talento di Michael Nyman il compositore noto anche per le colonne sonore di film come «I misteri del giardino di Compton House» e «Lezioni di piano» e ora approdata a Torino dopo ima for�tunata tournée mondiale.. L'incredibile vicenda del Dr. P., il paziente che riesce in qualche modo a riordinare il proprio mon�do interiore allucinato e astratto grazie alla musica, è narrata con un linguaggio sonoro che, parten�do da un impianto tematico di chiara matrice tonale, procede per variazioni dal sapore minimalista, inserite su un ostinato ritmico di notevole suggestione. L'attuale allestimento dell'ope�ra di Nyman, in prima esecuzione italiana, si vale della partecipazio�ne del soprano Manuela Giacomini, del tenore Matteo Mugavero e del baritono Enrico Bava, mentre la parte strumentale è affidata al Fiar�Ensemble Piergiorgio Ros�so e Daniela Godio ai violini, Sergio Origha alla viola. Massimo Barrerà e Matteo Salizzoni ai vio�loncelli, Sara Terzano all'arpa e Marcello Calapai al pianoforte diretto da Marilena Solavagione. La regia è curata da Vittorio Borrelli. In settimana, il Piccolo Regio ospita anche un altro interessante esempio di teatro musicale da camera, ovvero la commedia ar�monica in un atto «Zazie» che Andrea Basavi il compositore genovese allievo di Brian Ferneyhough e Luciano Berlo ha tratto dall'esilarante romanzo «Za�zie dans le mètro» di Raymond Queneau. Per il grande pubblico itahano, Queneau è soprattutto l'autore degli «Esercizi di stile», la geniale serie di variazioni linguistiche e stilistiche condotte a partire da una insignificante osservazione di cronaca. «Zazie dans le mètro», pubblicato nel 1959 e approdato al cinema grazie alla regia di Louis Malie, appartiene al medesimo filone degli «Esercizi» e allinea uno dietro l'altro, a velocità verti�ginosa, giochi di parole e non sense, partendo da una trama strampalata nella quale agisce una ragazza di provincia che vuo�le visitare il mètro parigino. Per la realizzazione musicale, Basevi è ricorso alla frequente e divertita citazione di linguaggi diversi, dal madrigale al rap; sulla regia di Andrea Nicolini si muovono gli attori e cantanti Francesca Rota, Patrizia Ercole, Andrea Nicolini, .Fabio Massimo Amoroso e Aldo Ottobrino, mentre il quintetto strumentale è diretto al pianofor�te dallo stesso Basevi. Il biglietto per entrambi gli spettacoli che rientrano nella rassegna Piccolo Regio Laborato�rio costa 10 mila lire; ulteriori informazioni allo 011/88.15.246 o sul sito del Teatro Regio, www.teatroregio.torino.it. Alfredo Ferrerò Marilena Solavagione dirige venerd�30

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