Poche parole e un grande mistero di Francesco La Licata

Poche parole e un grande mistero RETROSCENA DI UNA NUOVA PISTA Poche parole e un grande mistero I messaggi dell'imprenditore al centro dell'indagine analisi Francesco La Licata ROMA SONO bastate poche parole di Giuseppe Settipani, l'enig�matico nonno della piccola Caterina, perché tutti i dubbi evidenti e inespressi che ruota�no attomo a questo rapimento davvero fuori del normale si acca�vallassero fino a rendere incom�prensibile l'intera vicenda. Cosa ha detto Settipani? La frase che più sembra aver colpito l'immagi�nario collettivo è quella che il nonno ha consegnato alle teleca�mere per «chiedere scusa, se ho sbaghato in qualche cosa». Lo strano discorso si è chiuso con un evidente tentativo di rassicurare i suoi misteriosi interlocutori: «Comunque perdono i rapitori». Una volta ritornata a casa Cateri�na, l'imprenditore (chiaramente il vero bersagho di tutta l'opera�zione) ha sentito la necessità di rimettere a posto quella «normalità» che gh ha consentito per anni di vivere e lavorare tranquil�lo ad Alcamo e che nell'ultimissi�mo periodo deve essere stata stravolta da qualcosa, come di�mostra l'azione dimostrativa messa in scena col sequestro di Caterina. Questa è la pista privilegiata seguita dagli investigatori che da 48 ore lavorano ad Alcamo. In sostanza, prevale la convinzione che il rapimento della bambina sia solo la punta emergente volutamente consegnata all'am�plificazione dei media senza tut�tavia far correre rischi alla picco�la di un contesto ben più com�plesso che vede antagonisti Giu�seppe Settipani, da un lato, e un potere oscuro ma conosciuto al�l'imprenditore, dall'altro. Lui, pe�rò, non sembra orientato ad offri�re spiegazioni (anche dopo l'exploit televisivo che ha fatto scattare le antenne degli investi�gatori) ed è questo il motivo di ulteriori complicazioni dell'inte�ra vicenda. Un primo passo, gli inquirenti l'hanno fatto ed banno anche tradito tutto il loro interesse per il messaggio cripti�co di Giuseppe Settipani. Ieri pomeriggio, infatti, hanno chie�sto alla sede Rai di Palermo un duplicato della cassetta con la registrazione dell'intervista rila�sciata al tg3.I nuovi sviluppi hanno fatto passare in secondo piano l'ipotesi che il rapimento rossa essere stato organizzato da jalordi. In effetti riesce davvero arduo pensare a dei piccoli delin�quenti che si mettono in rotta di collisione con le regole ferree della mafia. Forse allora il senso di tutta la vicenda si può cogliere nelle parole del sostituto procura�tore Gabriele Paci, che ha detto: «Sbagliamo se diciamo che il sequestro di Caterina è opera della mafia, ma sbagliamo pure se diciamo che Cosa nostra con questo fatto non c'entra». E allo�ra? Cercando di decriptare le affermazioni del magistrato, si può giungere alla conclusione che Caterina sia stata la leva su cui hanno fatto forza persone che con Giuseppe Settipani hanno qualche conto aperto. E non deve essere neppure storia recentissi�ma, a giudicare dal resto del messaggio cifrato lanciato dal nonno della piccola. Richiesto di meglio argomentare le sue scuse ai banditi, ha aggiunto: «Cammi�nando uno può fare errori: se i rapitori hanno sequestrato la bambina non per soldi ma per altre ragioni, io allora chiedo scusa». E ancora: «Se c'è stata una cosa che... nella vita, purtrop�po, essendo esseri umani si può sbagliare. Giustamente io gli chie�do scusa. Se loro hanno qualcosa da dirmi, io sono ben lieto di scusarmi con loro». Poi ha lascia�to intendere che il «problema» possa essere esteso alla sua fami�glia: «...felice di chiedere scusa se lo vorranno, se la nostra famiglia ha sbagliato in qualche cosa». Evidente, per chi conosce il codice di lettura di simili atteggia�menti, la preoccupazione di Settipani di recuperare una situazio�ne che, in qualche modo, deve essergli sfuggita dalle mani, pro�vocando la «necessità» di diventa�re destinatario di un messaggio duro ma non cruento fino alle estreme conseguenze. Se è così, si può dire che l'intento di chi ha messo in atto il sequestro è riusci�to. Dal momento in cui Caterina è tornata a casa sana e salva, Settipani ha voluto mettere le mani avanti per dire: ho capito, ho capito pure che ho sbagliato col mio atteggiamento preceden�te (quale, saranno le indagini a dirlo), vi chiedo scusa e sono disposto a qualunque compro�messo. Questa sembra la spiega�zione che più convince gh investi�gatori e i magistrati. Una tesi che troverebbe conferma anche nelle dichiarazione antecedenti al rila�scio di Caterina, quando forse ancora troppo confuso il nonno aveva giocato la carta del «contat�to» in stile mafioso, suggerendo ai rapitori: «Vi consigUo di ripor�tare la bambina a sua madre, se volete». Evidentemente, nelle ore successive, gli si deve essere aperto un panorama più comple�to e allora ha scelto la via della «messa a disposizione»: «Va be�ne, mi dispiace e voglio ripara�re». Prevale la convinzione che il «blitz» sia solo la punta emergente di uno scontro tra Settipani e un «potere» che lui conosce E'chiara la sua preoccupazione di recuperare una situazione che dev'essergli sfuggita di mano trasformandolo nel destinatario di un «appello» LE FRASI .LE INTERPRETAZIONI «Se c'è stata una cosa che... Nella vita, purtroppo, essendo esseri umani si può sbagliare. Giustamente io gli chiedo scusa, hanno qualcosa da \. .rmi, io sono ben lieto di scusarmi con loro» r0 *Se ho sbagliato in qualche cosa, chiedo scusa. Comunque perdono i rapitori. In ogni modo non so spiegarmi le motivazioni di quanto è accaduto. So solo una cosa: sono una persona che lavora, che ha una vita serena, che non ha paura e non ne avrà mai» «Un gesto dettato dalla ragione: i rapitori alla fine hanno fatto quello che dovevano fare. Chi ha agito conosceva benissimo tutte le nostre abitudini e ci stava studiando: non capisco però perché accanirsi sulla bambina, mentre io, mia figlia o mio genero siamo sempre in giro e ci conoscono tutti» «La ragione li ha illuminati e hanno fatto quello che dovevano fare. Non capisco perché si sono voluti accanire su mia nipote e sicuramente è gente che conosce i nostri orari, le nostre abitudini. Da come si sono svolte le cose stamattina, però, non avevo dubbi Tra uomini si può sbagliare... E'owio il richiamo all'umanità. Settipani non si sente tranquillo, s�scusa e chiede quasi suggerimenti: «Se loro hanno qualcosa da dirmi». Il perdono ai rapitori della nipote potrebbe essere una sorta di assicurazione che non cercherà né vendette né interventi in sua difesa. Il richiamo al lavoro suona come il tentativo di indurre i suoi interlocutori a richieste abbordabili, appunto, persino da un semplice lavoratore. Perché mia nipote? Qui Settipani tradisce l'appartenenza ad un mondo che non è lontano da quello dei rapitori della nipote. Sa che una legge non scritta vieterebbe il sequestro dei bambini. Così, dunque, forse intende mettere in mora gli ideatori del rapimento. 4fc Manifesta tutta "V^ la propria soddisfazione per avere la che fare con «persone ^ragionevoli». L'ennesimo tentativo di rimettere a posto una vertenza che s�era messa male.

Luoghi citati: Alcamo, Palermo, Roma