«Non distruggete la nostra Italici» di Alberto Papuzzi

«Non distruggete la nostra Italici» IL CONGRESSO DELL'ASSOCIAZIONE PARTIGIANI: LA RESISTENZA NON HA INSEGNATO NULLA? «Non distruggete la nostra Italia» ìlÉmpv. la destra vuole stravolgere la Costituzione la memoria Alberto Papuzzi inviato a PADOVA N OI siamo appesi al filo sotti�le di ima memoria che si va disperdendo», dice Giusep�pe Maras, 79 anni, residente a Roma, sottotenente deibersagheri (Battaglione Zara), che l'S set�tembre del 1943 si un�con il suo plotone ai partigiani titini e un anno dopo comandava quasi cin�quemila uomini. E' uno dei cin�quecento delegati al 13" Congres�so dell'Anpi, l'associazione dei partigiani, e come molti dei suoi compagni pensa che la sua espe�rienza sia destinata all'oblìo con la scomparsa dei protagonisti: «Appena adesso si è riconosciuto il sacrificio della Divisione Acqui. Se penso che la resistenza è inve�ce cominciata con i militari al�l'estero». E alla domanda se l'Ita�lia in cui vive sia la stessa per cui ha combattuto, ci guarda con ironia: «Certo che non è quella. Non che io abbia da dire tanto male di questo paese, ma allora lo pensavo forse più povero però più onesto». «Oggi la memoria della resi�stenza al nazifascismo è minaccia�ta», ha detto anche Luciano Vio�lante, presidente della Camera, nel discorso tenuto per l'apertura del congresso, all'Università di Padova (poi i congressisti si sono trasferiti ad Abano Terme, dove i lavori si concludono domani, con l'intervento dell'ex presidente del�la Repubbhca, Oscar Luigi Scalfaro). Perché la memoria della resi�stenza è minacciata? Per un defi�cit di conoscenza della storia: «Dobbiamo temere ima memoria che col tempo si distacchi dalla storia». Ma la minaccia viene, per il presidente della Camera, anche dalle aggressioni ai valori per cui i partigiani hanno combattuto e sofferto: «Circolano proposte sul futuro del paese che sembrano frutto di una visione aziendale dell'impegno di govemo. Un'azienda ha un padrone, ha dipendenti, ha clienti. Un grande paese invece ha solo cittadini liberi». Il congresso è una corda tesa fra questi due opposti: la consape�volezza di essere vecchi in un mondo tutto diverso e la voglia di sentirsi ancora combattivi nella lotta pohtica. Gli associati sono oltre centomila, ma i più giovani sono settantenni: appartengono oggettivamente a un'altra stagio�ne. Tuttavia lai^a parte di loro è politicamente attiva, con radici nella sinistra, soprattutto il Pei, e militanza sindacale (d'altronde cattolici o moderati hanno altre associazioni). Ognuno ha la sua storia da raccontare, la sua storia di quei giorni, fra l'S settembre e il 25 aprile: un passato da dissep�pellire, sotto le macerie di revisio�nismi, polemiche, triangoli rossi, i fantasmi delle foibe, o le invettive di Storace. Ma ognuno ha anche il suo pezzo d'Italia che non funzio�na con cui fare i conti, e il suo desiderio di dire, finalmente, pa�ne al pane, di restituire davanti al taccuino del cronista un senso inequivocabile alle cose, senza giri di parole. Franco Bruno, 77 anni, friula�no, ferroviere, della brigata Buozzi (garibaldini) che operò sul confi�ne orientale: «Io avevo lapesante (mitragliatrice Breda), ero stato addestrato da un inglese. Io ho fatto saltare un ponte a trenta metri. Ho tirato giù un carro armato. I tedeschi mi chiamava�no il comandante rosso. Le pare che possa spaventarmi un Berlu�sconi? Si fa i suoi affari, come ha spiegato MontaneUi. Ero comuni�sta, ma mi piace MontaneUi: è sempre stato una persona seria», Leopoldina Voltolina, 69 anni, toscana, staffetta partigiana anco�ra ragazzina: «Nascondevo �mes�saggi nell'orlo della gonna e li lasciavo dentro l'incavo d'un albe�ro. Ero figlia di contadini persegui�tati. Non ho neanche potuto stu�diare. Sa chi è stata per me mae�stra e madre? Ada Gobetti. Una lunga storia. Ho fatto tanta fatica per istruirmi e adesso devo vede�re i giovani che si buttano via al Grande Fratello. Oppine Mediaset, che fa le telenovelas per lavare il cervello agh anziani». Scuote il capo Ermes Brezzare, 77 anni, friulano, coltivatore, del�la Brigata Osoppo, anche lui sul fronte orientale: «No che non mi va questa Italia. Non è l'Italia che speravamo. Io sono figlio di conta�dini, eravamo tutti digiuni di poli�tica. E poi l'Anpi non fa pohtica. Ma una cosa è sicura: i fascisti non li vogliamo. E, per me, An rappresenta sempre i fascisti: se ha cambiato nome, non ha cam�biato ideologia». Alza la voce Gina Montello, 75 anni, di Latisana, anche lei staffet�ta partipana: «Alla mia generazio�ne io dico che dobbiamo avere grinta, perché le cose si mettono male. Molto male; Ma come? Ab�biamo combattuto per una Costi�tuzione che è fra le mighori al mondo e questo padreterno terre�stre adesso la vuole rifare! Perché tanto i giovani, con tutti i grandi fratelli, vogliono solo diventare deitariconi». Sul palco del congresso si alter�nano gh oratori. Parla Bulov, cioè l'onorevole Arrigo Boldrini, medaglia d'oro, presidente dell'associa�zione. Parla Ettore Gallo, ex presi�dente della Corte Costituzionale. Parla l'ex magistrato Elena Paciotti, parlamentare europeo. Si alternano gh accademici incarica�ti di discutere il tema del congres�so; «Memoria e attualità della Resistenza per la democrazia». Costituita a Roma nel 1944, con il Nord ancora occupato, l'Anpi è a una svolta: «Dobbiamo passare da una memoria diretta, affidata a chi è stato protagonista della lotta armata, della resistenza mili�tare o della tragedia delle deporta�zioni, a una memoria storica, che si formi attraverso gli studi, la scuola, la comunicazione pubbhca, e valga per quando noi non ci saremo», dice il senatore Raimon�do Ricci, 80 anni, figure, autore della relazione di base per il con�gresso. Ufficiale di Marina, il 9 settem�bre di 58 anni fa andò in monta�gna per combattere i tedeschi. Arrestato in dicembre, consegna�to dai fascisti alle SS (altro che fascisti all'italiana), venne depor�tato nel Lager di Mauthausen, dove passò undici mesi. Fa parte dell'8 per cento di deportati a Mauthausen che è tornato a casa. Perciò dice: «Ho molti morti alle spalle che mi chiamano». Mentre in un angolo una televisione loca�le intervista l'ex comandante par�tigiano Maras, che il ministero della Difesa ha sempre lasciato al grado di tenente. Gli chiedono che cosa vorrebbe per il prossimo congresso, fra cinque anni: «Per prima cosa, vorrei esserci». Violante: «Circolano proposte sul futuro che sembrano frutto di una "visione aziendale" del govemo Un'impresa ha un padrone, clienti e dipendenti Un grande paese invece ha soltanto cittadini liberi» Una formazione di partigiani impegnati nella guerra di Liberazione Il Presidente della Camera Luciano Violante ieri a Padova durante il suo Intervento all'Assemblea nazionale dell'Anpi nell'Aula Magna dell'Università