Roma, la cena beneducata del candidato premier di Maria Laura Rodotà

Roma, la cena beneducata del candidato premier I «BANCHETTI ELETTORALI» DI RUTELLI APPRODANO NELLA CAPITALE: IN 500 ALL'EXCELSIOR, MEZZO MILIONE A TESTA Roma, la cena beneducata del candidato premier Maria Laura Rodotà BELLO però. Elegante, dignito�so, comunque vada a finire. Vi ricordate il '96? La ressa che c'era a serate cos�quando s'era capito che l'Ulivo andava forte? Stasera c'è tanta gente, quella che ci doveva essere, e si mette educatamente a tavola di buon umore». La signora intelligente prende fiato e beve un po' di bianco dignitoso, anche quello. Non è una serata a casa Buddenbrook, per carità; è l'ultima, la più ricca (500 persone, 500 mila lire a posto) delle cene per finan�ziare la campagna elettorale di Francesco Rutelli. E la più (educa�tamente) unitaria di questa fase del centrosinistra. All'hotel Excelsior di Roma, tra professionisti, imprenditori, grand commis, gen�te di media cinema e tv, dame, ci sono (uno per tavolo): il candida�to premier, il premier Giuliano Amato, l'ex premier Massimo D'Alema, il candidato vicepre�mier Piero Fassino, più l'ex vicepremier Walter Veltroni; che arri�va tardi perchè era in un barcone sul Tevere a convincere gruppi di avvocati a votarlo come sindaco. Poi ci sono quelli che la prendo�no con ottimismo. Quando arriva, in quota tavolo Cecchi Gori, una bomboniera guarnita pizzo a for�ma di Valerla Marini, notano: «E' dimagrita venti chili. Scrìvilo dai, son cose che portano voti». Perfi�no Cecchi Gori concede con rusti�ca eleganza: «Sto a cena 'o D'Ale�ma e 'o Rutelli, ho portato i miei amici, pure se me stanno a trom�ba», in quanto non verrà ricandi�dato. Perfino Anna Serafini, depu�tata in quota tavolo Fassino (suo marito) sorride e avrebbe solo voglia di parlare di quante poche donne potrebbero venire elette dall'Ulivo. La parte più ricca e/o colta e/o chic della classe dirigente di zona centrosinistra, convinta a stacca�re assegni da Monse Manzella (la smilza e bella moglie catalana del giurista deputato Ds Andrea) sie�de comunque composta ai tavoli assegnati. Tavolo imprenditori, con Raffaele Ranucci e Paolo Cuccia dell'Acea (non parente di Enrico, hanno chiesto a lui il riscatto della salma e ora gli amici gli fanno scherzi macabri); tavolo elitario, con Carlo Carac�ciolo e Vittorio Ripa di Meana; tavolo showbusiness, con Cecchi Gori-Marini-Pieraccioni-Ceccherini-Ricky Tognazzi-Simona Iz�zo; tavolo Rutelli, con Mario D'Urso e Lucia Annunziata più Ciucco Testa dell'Enel in visita; tavolo Fassino, accademico-gior�nalistico; tavoli mondani, come quello della famosa anfitriona Sandra Verusio con trofeo-Max D'Alema alla sua destra. Con tan�ti rimasti in piedi e aria generale di noblesse oblige, forse non vici�nissima al Paese reale, ma vabbè. Il tutto movimentato da Rutelb, un tipo più da generane socie�vole che da buona società progres�sista: fa battute appena può, ag�gredisce il tavolo dei rampolb di alcuni intervenuti con un «qui ci sono i giovani, qui si rimorchia». Si fa riprendere con Rita Levi Montalcini e Carla Fracci, ambe�due in costume ottocentesco, in posa da conte Swarowski dell'» Qttavo nano». Gira per i tavoli tipo sposo ai matrimonio, blan�dendo un pubblico che lo sostiene anche se magari preferiva Ama�to; alcuni D'Alema. Proprio Max, alla fine, li motiva. Parlando di una lotta tra «due grandi mino�ranze» con «molta incertezza» in mezzo su cui lavorare. Dicendo che l'waltra» classe dirigente «non è degna di un Paese civile euro�peo». Tutti approvano; e si tirano su con altro bianco, dignitoso anche quello, come si diceva.

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