In Macedonia retate degli ultimi guerriglieri di G. Z.

In Macedonia retate degli ultimi guerriglieri Solana e Robertson a Skopje chiedono di accelerare le riforme che garantiscano la pace tra le etnie In Macedonia retate degli ultimi guerriglieri Conclusa la guerra lampo, iprofughi cominciano a tornare a Tetovo inviato a SKOPJE Sulle montagne di Tetovo non si spara più, i carri armati macedoni tornano verso valle e i primi profughi si riaffacciano in città. La «guerra-lampo» di Skopje si è conclusa con un successo militare indiscutibile ma un bilancio politico ancora tutto da decifrare. L'altra sera il presidente Bo�ris Trajkovski ha trascorso due ore a colloquio con il segretario generale della Nato, George Robertson, e il responsabile della sicurezza per l'Ue, Javier Solana. Al termine dell'incon�tro le dichiarazioni sono appar�se contrastanti. Tutti uniti nel parlare di «collaborazione e di contatti politici nel cammino della Macedonia verso l'Unio�ne Europea», ma quanto alla tappe di questo cammino i punti di vista paiono ancora contrastanti. Ieri per esempio il presiden�te Trajkovski ha tenuto a sotto�lineare in un intervento televi�sivo che «il dialogo con i rappre�sentanti politici albanesi conti�nuerà, soprattutto perché non si era mai interrotto». Quanto alle pressioni internazionli per una revisione delle norme che regolano i diritti delle minoranze, Trajkovski ha aggiunto: «Di diritti umani si può discutere sempre ma non nel senso di un'etnia contrappo�sta a un'altra, ma dei diritti di ogni cittadino. Per esempio, sarebbe interessante discutere dei diritti umani della donna nella società albanese...». Dunque, da parte della Re�pubblica di Macedonia massi�ma apertura al dialogo ma anche grande rigore nel difen�dere la linea di tolleranza se�guita finora. Voci insistenti che il portavoce del ministero degli Interni, Stevo Pendarovski, liquida come «fantasie giornalistiche» vogliono un governo pronto ad ulteriori con�cessioni sul piano linguistico, e soprattutto alla cancellazione del famoso «Preambolo alla Co�stituzione» che descrive la Ma�cedonia come terra dei macedo�ni e poi delle altre etnìe. Il gesto sarebbe poco più che simbolico, ma in questo mo�mento il governo di Ljupco Georgjevski sembra considera�re anche la più piccola conces�sione come una sorta di cedi�mento. Le pressioni del «Dpa», il partito albanese che appartie�ne alla maggioranza, potrebbe�ro comunque spingere l'esecuti�vo verso piccole concessioni, anche in vista dell'importante appuntamento del 9 aprile, gior�no in cui a Zagabria anche la Macedonia siglerà l'Accordo di stabilizzazione e associazione con l'Ue. Javier Solana prima di ripar�tire ha voluto visitare Tetovo, dove ha incontrato il sindaco albanese Myrtezan Ismaili e ha rinnovato l'invito «ad abbassa�re le armi e cominciare il dialo�go politico». In un breve incon�tro coi giornalisti, Solana ha annunciato che la settimana prossima tornerà a Skopje «per accelerare anche un processo già iniziatosi sul piano politi�co». A chi gli ha chiesto se intendesse incontrare anche i rappresentanti della guerriglia ha risposto con un secco «no». Secondo l'esercito macedo�ne, «ima dozzina» di guerriglie�ri albanese è stata catturata, molte armi leggere sono state recuperate e la fase degli scon�tri deve ritenersi chiusa. «I terroristi non esistono più sot�to forma organizzata conclu�de il portavoce dell'esercito, colonnello Markovski anche se nei villaggi di Vejce e Shipkovica esistono ancora nuclei di guerrigha che potrebbero tenta�re di ricompattarsi». La Kfor valuta in circa 2.500 le persone che dal massiccio dello Sciar sono riparate il Kosovo, e ieri mattina un repar�to tedesco della Kfor ha arresta�to 79 guerrigUeri che si ritirava�no, alcuni ancora con le armi. Dal Kosovo, il presidente Ibrahim Rugova, invita ancora al dialogo: «Il governo macedo�ne deve fare qualcosa in più, o la guerriglia si estenderà», di�ce. Il comandante Uck dell'area di Lipkovo gli fa eco con un annuncio come sempre minac�cioso: «Un giorno di tregua non basta a dire che la guerra è finita». [g. z.]