D'Amato: il paese vuole un'altra musica di Roberto Ippolito

D'Amato: il paese vuole un'altra musica D'Amato: il paese vuole un'altra musica «Concertazione? Più coraggio per rompere vecchi tabù» Roberto Ippolito ROMA E' il presidente della Confcommercio Sergio Bilie a notarlo: «Oggi qui c'è il primo ritomo intomo al tavolo delle parti sociali». Il tavolo di cui parla Bilie è la cattedra dell'aula V della facoltà di economia dell'Università La Sapienza. Uno ac�canto all'altro, per un seminario sul mercato del lavoro in memoria di Ezio Tarantelli, l'economi�sta assassinato dalle Brigate rosse, si ritrovano i protagonisti della concertazione, il dialogo fra le parti sociali e il governo (unico assente). Ma la concertazione può davvero ricomincia�re? Il presidente della Confindustria Antonio D'Amato mette subito le mani avanti: «La concertazione dice non può più essere una specie di certificazione corporativa per non fare passi avanti: bisogna avere il coraggio di rompe�re i vecchi tabù e di dimenticare le vacche sacre di un'Italia che non c'è più». D'Amato aggiunge poi che «bisogna superare la logica della conflit�tualità fine a se stessa e dei veti ideologici. perché dare spazio a ciò ha un sapore del tutto retro». E invece «servono riforme vere non solo economiche ma anche istituzionali e politiche». D'Amato non si rivolge direttamente alla Cgil. Evita di rispondere al segretario aggiunto Gu�glielmo Epifani che, intervenuto subito prima, non risparmia qualche punzecchiata. Epifani lamenta che «la distribuzione dei redditi in questo decennio ha favorito l'impresa». E affer�ma che «il problema del paese non è il costo del lavoro ma innovazione e la qualità del prodot�to». La cattedra dell'aula V non è abbastanza lunga per tanti ospiti ed Epifani stenta a trovare posto: resta un po' distaccato. Una situazione che sembra simbolica dopo le tante polemiche fra la Cgil e D'Amato e la rottura provocata dalla sola Cgil, sotto la guida di Sergio Cofferati, delle trattative per le regole sui contratti a termine che la Cisl di Savino Pezzetta e la Uil di Sergio Angeletti avrebbero proseguito e concluso. Nell'aula V il contatto è ristabilito. Ma tutt'altra cosa, naturalmente, è il dialogo vero e proprio. Un chiarimento sul futuro della concer�tazione può arrivare oggi pomeriggio. In occasio�ne della presentazione del suo libro su «La comunità competitiva», il ministro dell'indu�stria Enrico Letta ha chiamato a confrontarsi faccia a faccia D'Amato e Cofferati. Il governo e i due litiganti si ritrovano nella sala del Cenacolo della Camera: cosa succederà? C'è spazio per la ripresa del dialogo? Ed eventualmente per fare cosa? Nel seminario di ieri è Pezzetta a proporre un forum tra le parti sociali dedicato alla prepara�zione di un'agenda da presentare al govemo che vedrà la luce con le prossime elezioni. D'Amato è d'accordo: «Bisogna trovare un momento di confronto responsabile tra le parti e tra le parti e il governo per rimettere al centro dell'attenzio�ne i problemi veri del paese». E Angeletti sollecita a «cambiare l'obiettivo della concerta�zione non più rivolta al risanamento ma allo sviluppo e alle crescita dell'economia e dell'occu�pazione». A questo punto si può parlare di un asse fra Confindustria, Cisl e Uil con la Cgil staccata dal tavolo? Resta il conflitto tra D'Ama�to e Cofferati? Cosa accadrà oggi con la regia di Letta? Queste domande affiorano mentre si guarda alla scadenza elettorale. Dice D'Amato: «Il paese si accinge a verificare se l'orchestra deve cambiare o meno. Ma al di là di questo il paese vuole una musica diversa». L'associazione degli imprenditori indica tre obiettivi per il prossimo govemo: «Aumentare il tasso di occupazione, diminuire il divario di prodotto interno lordo tra il Nord e il Sud e ridurre il divario dell'economia sommersa (pari attualmente al 300Zo del Pil italiano, il doppio di altri paesi europei come la Gran Bretagna e la Francia) rispetto ai competito�ri». D'Amato parla di un paese «più competitivo, più flessibile, più moderno, più coeso, più giusto, più attrezzato a dare soprattutto ai giovani prospettive di accrescere il benessere sociale». La situazione è in movimento. Bilie invita Cofferati a «non tirare troppo la corda» per i contratti a termine. E fa già sapere al governo che verrà: «Non firmeremo cambiali in bianco». Tutte le parti sociali ieri si sono trovate attorno ad un tavolo per discutere Dopo tante polemiche oggi il faccia a faccia tra il presidente di Confindustria e il segretario della Cgil

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