Il disoccupato diventa castellano
Il disoccupato diventa castellano Falliti i concorsi, tre giovani di Bovino si sono inventati imprenditori con un bed & breakfast Il disoccupato diventa castellano Anna Langone FOGGIA PUÒ' un castello seicente�sco diventare un'idea me�ravigliosa? L'esperienza di Pasquale De Angelis, Miriam e Lucilla Felli di Bovino, un paesi�no del Subappennino Danno di neppure cinquemila abitanti a un quarto d'ora da Foggia, lo dimostra. Da queste parti i giovani col diploma o la laurea in tasca hanno due altemative: fare centinaia di concorsi, o emigra�re, ma nel caso di Pasquale, Lucilla e Miriam non è andata così. Hanno messo gli occhi sul maniero che domina il paese e grazie alla legge 236/93 (che finanzia iniziative per la frui�zione di beni culturali e turi�smo a società di giovani resi�denti dall'Abruzzo alla Sarde�gna) sono riusciti a trasforma�re torri e spazi verdi in sale convegni e in un ristorante... sui tetti. Proprio così: tavolini e sedie sono comparsi come d'incanto tra terrazzo, giardino pensile e case e al tramonto c'è un colpo d'occhio mozzafiato. «Era il nostro sogno dice Pasquale De Angelis da ragaz�zi quel giardino abbandonato che si affacciava dietro il paese ci affascinava. Ci piaceva fanta�sticare che un giorno saremmo stati noi a recuperarlo». E dopo la laurea, ecco l'occasione offer�ta dalla 236. I tre giovani presentano il progetto con la richiesta di un miliardo di fi�nanziamento alla Ig (oggi Svi�luppo Italia) e intanto sottoscri�vono un accordo di programma con la Provincia di Foggia, la Curia (il castello è di proprietà dell'Arcidiocesi Foggia-Bovino) e il Comune. Nasce la Incastro srl, che prevede l'occupazione di 16 persone e un fatturato di 1.700 milioni annui. Il giardino pensile, con sta�tue magnifiche e piante rare rinate a nuova vita, diventa subito un punto di riferimento, se non per la massa, per quei turisti alla ricerca di qualcosa di diverso. Come un brunch nell'aria frizzante di monta�gna, a base di prodotti locali. come la mozzarella preparata col latte vaccino, il rosso e robusto Tuccanese di Orsara e adesso, in tempi di mucca paz�za, i salumi stagionati e affumi�cati davanti ai camini di Faeto. «I prodotti spiega Pasquale li acquistiamo dalle aziende della nostra zona, che fanno il formaggio come una volta e allevano il bestiame all'aperto, nei prati». Merito della genuini�tà, o della sorpresa di un gran�de castello tornato a vivere, il passaparola ha funzionato e la Incastro da qualche mese ha ingrandito il proprio raggio d'azione, ristrutturando un ca�sale vicino ad un fiume. Oggi quel vecchio edificio è l'accogliente ristorante "La per�gola", con il nome rubato, con un guizzo di genio, a una famo�sa pubblicità tv. E le cose vanno bene, perché anche qui "tira" la formula della semplici�tà e della bontà dei prodotti: dopo averli assaggiati, sono in tanti a volerli acquistare per avere a casa un souvenir gastro�nomico della gita fuoriporta. Come fare? Nell'epoca di In�ternet l'acquisto non può che avvenire on-line. I ragazzi del�la Incastro hanno colto l'occa�sione e questa volta, grazie ai finanziamenti del Leader II (un intervento a cofinanziamento europeo), allestiscono tre siti per le vendita di prodotti tipici. E già che ci sono, visto che a Bovino un punto di informazio�ni turistiche non c'è, trasforma�to il proprio ufficio in una piccola azienda di soggiorno, dove preparano itinerari (con mezzi e guide su richiesta) e fomiscono materiale informati�vo a chi volesse conoscere l'in�tera zona del Subappennino, poco pubblicizzata e per niente dotata di segnaletica turistica. Ma anche per il castello si intravedono delle novità: se riusciranno a superare i veti della Soprintendenza, i ragazzi della Incastro vogliono ricava�re nel maniero che fu degli spagnoli Guevara almeno 40 posti letto. E pensano anche di fornire ospitalità con la formu�la del bed Bbreakfast, ma questa storia la raccontiamo la prossima volta.
Persone citate: Anna Langone, Curia, Guevara, Lucilla Felli, Pasquale De Angelis
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