«Skopje misuri la sua azione»
«Skopje misuri la sua azione» LA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE LORD ROBERTSON E JAVIER SOLANA 11^ MISSIONE DOPO L'OFFENSIVA CONTRO L'UCK «Skopje misuri la sua azione» Il ministro Dini: non si deve creare risentimento intervista Honnarl LA caduta della roccaforte dei guerriglieri albanesi in Macedonia restituisce fiato alla diplomazia. Lamberto Dini risponde al telefono dal suo ufficio alla Farnesina dopo aver ricevuto il Segretario Generale della Nato, Lord Robertson. Sul suo tavolo c'è il testo di un messaggio firmato del Segreta�rio di Stato americano Colin Poweli. Le grandi manovre fra le capitali hanno in queste ore, spiega H ministro degli Esteri, due obiettivi: sigillare militar�mente il confine con il Kosovo per evitare il trasferimento di armi verso i ribelli in rotta; spingere il governo di Skopje a frenare l'azione militare e ad aprire un dialogo con la mino�ranza albanese sulle riforme inteme. Ministro Dini, cnrùa mes�saggio il Segretario Genera�le oella Nato ha portato a Skopje? «Lord Robertson dopo la sosta a Roma è partito per Skopje, dove è affiancato dall'Alto Rappre�sentante dell'Unione Europea per la politica estera, Javier Solana, per portare al governo macedone e in particolare al presidente un messaggio chia�ro: la comunità intemazionale è impegnata a sostenere ferma�mente la Macedonia, ma chie�diamo al governo di autocontrollare la reazione militare per�ché rischia di esacerbare gli animi della minoranza albane�se con conseguenti rischi di allargamento del conflitto. Non è la prima volta che questa richiesta di autocontrollo viene rivolta alla Macedonia, ma fino�ra abbiamo avuto poco succes�so». Da dove nasce la richiesta di Nato e Uè alla Macedo�nia di moderare l'uso della forza? «Le forze militavi macedoni, sebbene non bene addestrate né organizzale, sono certamente superiori ai ribelli. I macedoni hanno gli elicotteri da combatti�mento con 1 missili e li usano, possono attacr^ire dall'aria le postazioni vicino al confine con il Kosovo. Ma l'uso della forza non è la strada migliore da seguire per la Macedonia. Una repressione eccessiva causereb�be vittime fra i civili e rafforze�rebbe la causa dei ribelli». Lei che cosa teme? «Il rischio è che un eccessivo uso della forza antagonizzi la minoranza albanese, espanden�do l'area del risentimento e quindi del possibile conflitto». Che cosa dovrebbe fare Skopje? «La minoranza albanese in Ma�cedonia da tempo chiede il rico�noscimento dell'eguaglianza ri�spetto alle altre componenti della popolazione». Ma alcuni rappresentanti albanesi fanno parte del governo macedone... «Certo, gli albanesi sono presen�ti nel governo macedone. Ma chiedono in particolare l'adozio�ne di misure interne che diano maggiore soddisfazione a una minoranza compresa fra il 25 e 30 per cento della popolazio�ne». Di che misure si tratta? «Riguardano ad esempio l'edu�cazione: chiedono che l'albane�se si insegni non solo in scuole primarie e secondarie nelle zo�ne a prevalenza albanese, ma anche nelle Università. Il gover�no di Skopje finora si è opposto, ma adesso deve compiere passi pacificatori all'interno, affin�ché la minoranza albanese non abbia ragioni per volersi separa�re. E' bene non dimenticare che il 30-40 per cento dell'esercito macedone è composto da solda�ti di etnia albanese». La Macedonia è una crisi che ha improvvisamente messo d'accordo l'intera co�munità intemazionale. Per�chè? «La comunità intemazionale è compatta. Washington e Mo�sca, Nato e Unione Europea chiedono ai ribelli albanesi di arrendersi perché non è accetta�bile che gruppi armati sobillino sentimenti nazionalisti di mino�ranze in un Paese o nell'altro. Dagli accordi di Dayton sulla Bosnia in poi l'opera diplomati�ca nei Balcani ba sempre teso a favorire la coesistenza, non gli Stati etnici. L'ipotesi di dar vita a microentità etniche albanesi vicino al Kosovo deve essere scongiurata in ogni modo: fini�rebbero per diventare Stati ingestibili, in mano alla malavi�ta». La Nato ha avanzato nuove richieste di impegno all'Ita�lia? «Lord Robertson non chiede all'Italia un aumento del contin�gente nella Kfor, anche se la Nato sta cercando un rafforza�mento numerico. Alcuni Paesi, come la Svezia, hanno promes�so di mettere a disposizione unità di duecento soldati desti�nate a essere schierate al confi�ne fra Kosovo e Macedonia per rendere difficile, se non impossi�bile, almeno il trasferimento di armi pesanti». Teme un'ondata di naziona�lismo etnico albanese? «Ci sono segnali chiari del�l'emergere di un nazionalismo albanese nell'area che è impossi�bile sostenere, appoggiare. E' vero però che la presidenza dell'Unione Europea, alla vigi�ha del Consiglio di Stoccolma, ha ottenuto una dichiarazione di dissociazione dei leader alba�nesi kosovari dalla guerrigha in Macedonia. Lo stesso ha fatto il governo di Tirana, dicendosi contrario a ogni azione di vio�lenza». Che cosa c'è scritto nel messaggio che le ha inviato il Segretario di Stato? «Colin Poweli esprime pieno sostegno alla Macedonia e al�l'azione della Kfor per rafforza�re i controlli lungo la frr»uliara. Afferma inoltre, chiaramente, la disponibilità degli Usa a par�tecipare agli aiuti per la Mace�donia, anche per quanto riguar�da le forniture militari». Robertson e Solana hanno portato un messaggio chiaro: sosteniamo fermamente la . Macedonia, ma chiediamo autocontrollo al governo. Occorre dare soddisfazione alle minoranze, ma non bisogna creare microentità etniche difficili da gestire Il ministro degli Esteri Lamberto Pini con il segretario generale della Nato Lord Robertson
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