La bandiera macedone sul nido dei ribelli

La bandiera macedone sul nido dei ribelli La bandiera macedone sul nido dei ribelli Nei boschi si spara ancora, la guerriglia può durare mesi Ingrid Badurina ZAGABRIA L'offensiva delle forze macedoni ha costretto alla ritirata i guerri�glieri albanesi dell'Uck, che han�no abbandonato le loro postazio�ni sulle colline a ridosso di Tetovo. Da ieri mattina l'esercito ha ripreso il controllo della strada che dal Nord della città sale verso le montagne. I carrarmati e i blindati si sono dovuti aprire un varco attraverso i tronchi d'albero che i ribelli hanno usato come barricate. I militari sono entrati nel villaggio di Gajre e hanno autoriz�zato i giornalisti a visitare l'abita�to che fino a poche ore fa era una delle roccaforti dei combattenti albanesi e adesso appare comple�tamente deserto. Alcune case sono state distrutte dai bombar�damenti, le automobili sforac�chiate dai proiettili. «Abbiamo sequestrato una grande quantità di armi e munizioni ma i terrori�sti sono scappati al di là del confine kosovaro, da dove sono venuti», affermano le fonti gover�native e il primo ministro Ljupce Georgijevski assicura che sono state smantellate tutte le posizio�ni strategiche occupate dai ribel�li. A pochi chilometri di distanza anche il villaggio di Selce, altra base dell'Uck, sembra deserto. Ma i soldati non si sono ancora avventurati nel paese. Dai fitti boschi che ricoprono la regione si sono sentiti spari e detonazioni: le sacche della resi�stenza tipiche della guerriglia che può andare avanti cos�per mesi. Ieri un poliziotto macedo�ne è rimasto ferito quando l'auto sulla quale viaggiava è stata bersagliata da 50 proiettili. Cresce intanto il numero di profughi. Nella notte tra domeni�ca e luned�1300 civili, per lo più donne vecchi e bambini, si sono rifugiati in Kosovo. Sferzati dal vento gelido, a piedi o a cavallo, hanno attraversato le ripide mon�tagne che separano la Macedo�nia dal territorio Kosovaro. Trentamila persone in tutto hanno già abbandonato la regio�ne dei combattimenti. La metà, per lo più i macedoni slavi, si sono sistemati da parenti o amici a Skopje. Oltre 7 mila profughi, quasi tutti albanesi o turchi, sono arrivati in Turchia. In serata a Skopje erano attesi il segretario generale della Nato, lord Robertson, e il rappresentan�te per la politica estera dell'Unio�ne Europea, Javier Solana. «Ci aspettiamo che facciano capire al governo macedone che deve tener conto dei civili e che pro�pongano una soluzione per avvia�re il dialogo sulle modifiche della Costituzione», ha dichiarato Muhamed Halili, uno dei leader del partito della prosperità demo�cratica, il partito albanese di opposizione che ha ritirato i suoi deputati dal Parlamento di Skopje finché non cominceranno i negoziati. Benché il governo e il presi�dente macedone Boris Trajkovski si siano opposti a qualsiasi trattativa con i gruppi di estremi�sti armati, le autorità macedoni sarebbero pronte a qualche con�cessione per ristabilire la pace: l'introduzione dell'albanese co�me lingua ufficiale e l'abolizione della premessa della Costituzio�ne, che stabilisce che la Macedo�nia è lo Stato dei macedoni. Durante il suo soggiorno in Sve�zia, in occasione del vertice Uè, lo stesso presidente Trajkovski avrebbe presentato un piano per soddisfare alcune delle richieste albanesi. Secondo i giornali di Skopje il piano, rimasto segreto proprio per non far perdere la faccia al governo che si era dichiarato irremovibile nella sua posizione, verrà proposto uffi�cialmente dalla Grecia, più che mai interessata alla stabilità del�la regione. Da parte sua il presidente albanese Rexhep Meidani ha pro�posto come mediatore della crisi il presidente croato Stipe Mesic, che «gode della fiducia delle due parti». E a Pristina diecimila albanesi del Kosovo sono scesi in piazza per manifestare a favore dei loro connazionali, scandendo lo slogan «Fermate il terrore macedone. Libertà per gli albane�si della Macedonia». Già trentamila profughi dall'inizio della crisi, 1300 sono fuggiti l'altra notte in Kosovo Un piano segreto di Skopje sponsorizzato dalla Grecia per riportare la pace

Persone citate: Boris Trajko, Javier Solana, Ljupce Georgijevski, Macedo, Muhamed Halili, Rexhep Meidani, Stipe Mesic, Trajkovski