Busi, questa è la ricetta del Padre ideale: crescere inventando di continuo se stessi di Dario Voltolini

Busi, questa è la ricetta del Padre ideale: crescere inventando di continuo se stessi Busi, questa è la ricetta del Padre ideale: crescere inventando di continuo se stessi RECENSIONE Dario Voltolini E pensare che so�vente si può leg�gere, nelle pieghe di qualche inter�vento sulla letteratura itahana contempora�nea, che Aldo Busi avrebbe sperperato il grande talento di cui diede prova ai tempi del Seminario sullagioventù(l984). Certo la lista delle pubblicazioni di Busi è impressionante, viaggia alla media di quasi due libri all'anno senza contare le traduzioni. Certo molti suoi libri sembrano scritti in un tempo minore di quello che occorre a un lettore anche rapido per leggerli. Certo è struttili almente impossibile che in una importan�te fetta della sua produzione possa comparire il Grande Romanzo Ita�liano che da Busi ci si potrebbe aspettare, se non altro perché si tratta di una produzione non roman�zesca (è quella a cui appartiene questo Manuale del perfetto papà, che segue di pochi mesi il Manuale déllapeifetta mamma). Tuttavia i conti non tornano mica tanto facilmente. Uno scritRECENDVol SIONE o lini tore anche dotato di grande talento non po�trebbe tenere il passo di Busi senza cadere in zone impresentabih della propria scrittura. Uno scrittore di gran�de talento non riusci�rebbe a salvarne nem�meno una briciola, del suo talento, se si imbarcasse in operazioni simili a questa di Busi: di raggiungere un pubblico amphssimo, oi^anizzando un discorso che mescoli autobiogra�fia e critica del Potere, denuncia dell'imbarbarimento civile del no�stro Paese e proposte di riforme alla legge, e altre trenta o quaranta cose. No, ce la può fare solo uno scrittore il cui talento non sia solo grande, ma enorme. E non bastereb�be ancora: occorre uno scrittore il cui enorme talento sia di tipo dissipativo e non distillativo. Occorre che quello scrittore sia Aldo Busi. È inuli.e chiedere a un suo manuale di perfetto parente di essere la Grande Opera che legittimamente vorremmo dalla sua penna, possia�mo semplicemente avere pazienza, se Busi deciderà di scrivere la sua Grande Opera, quella cioè che porte�rà lui stesso e il suo enorme talento di scrittore prossimi al calor bianco per sovraccarico di tensione, di autorichiesta, di desiderio di sfonda�re i propri limiti, bene. Busi lo farà. Se lo deciderà, lo farà: si metterà a repentaglio, esploderà da qualche parte, di sicuro non barerà. Per ora sembra muoversi all'interno dei pro�pri confini, poi si vedrà. Colpisce anche in questa par�ie della sua produzione letteraria la grande libertà di movimento di Busi, che è prima di tutto libertà di scrittura, e poi anche libertà di scelta: degli ai^omenli, dei registri, dell'esposizione retorica. La sua pro�sa è bella, colta, tramata di riferi�menti letterari lussuosi, ma brillan�te e antiaccademica, mai involuta, spesso vagante in mille direzioni, ma fondamentalmente tenuta a ba�da con notevole polso, e molto divertente. Qual è il Padre contro cui Busi costruisce questo Manuale? È un Padre enorme, perché è la com�plessione del suo vero padre, della figura del padre, del ruolo sociale del padre, della funzione sessuale della paternità, della posizione pa�tema nella famigha, e infine del Padre in quanto Potere. Il discorso di Busi è principalmente pohtico, in un senso della parola che ormai rischia di perdersi nella truffa mediatica che ne fa la caricatura quoti�diana e permanentemente preeletto�rale. Quello che Busi ha di mira e che non perde di vista mai è l'urgenza di una rifondazione delle libertà individuali, la rivendicazio�ne totale dell'importanza di autode�terminarsi come persone, singoli, in perenne stato di costruzione della propria vita. Il sesso (i sessi), il potere (i poteri), il denaro attraver�sano quel territorio originario che siamo e che siamo tenuti a essere, devastandolo, mortificandolo, avvi�lendolo, deviandolo, sterilizzando�lo. Alla base, alla fonte del discorso di Busi c'è ima scella radicale, uma�nistica totale, culturale: spesso prende la forma dell'auioglorificazione mitologica, ma perché non dovrebbe? Autobiograficamente magari è pure fondata, ma comun�que quello che importa è che retoricamente funziona a meraviglia. Volete un esempio di persona che è cresciuta, e cresciuta molto e molto bene, facendo affidamento solo su di sé? Sono io, Aldo Busi. A ben vedere è l'unica figura retorica che non suoni relorica. La lista di quanto costa e costerà l'impresa di autodeterminarsi, di inventare se stessi, è tanto più convincente quan�to più circostanziata. E il padre, qualunque maschera indossi sul suo volto invisibile, è soprattutto l'espressione quantificabile della spesa che occorre mettere in conto per affrancarsene. Un altro manuale di perfetto parente: l'urgenza di una rifondazione delle libertà individuali, l'importanza di autodeterminarsi Aldo Busi Manuale del perfetto papà (beati gli orfani I) Mondadori, pp. 286. L 24.000 PAMPHLET

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