Trucioli, ossi, gioielli francesi per i novant'anni di Carlo Bo

Trucioli, ossi, gioielli francesi per i novant'anni di Carlo Bo Trucioli, ossi, gioielli francesi per i novant'anni di Carlo Bo LA MOSTRA Sandro Doma ATTORNO ad un nucleo di opere di Carlo Bo si è voluto costruire, certo con lacune, una sua bi�blioteca "ideale" ponendo ac�canto a suoi libri quelli di alcuni degli autori da lui più amali e frequentati; con la speranza che le scelle di Stefa�no Verdino e mio incontrino il consenso del festeggiato». Cos�il raffinato collezionista geno�vese Beppe Manzini ha spiega�to il senso dell'esposizione di parte della sua raccolta nella Sala Lignea della Biblioteca Berio di Genova (aperta da sabato 24 marzo al 7 aprile 2001, escluse le domeniche, h. 16-18,30) in occasione dei fe�steggiamenti per i novant'anni del senatore Carlo Ho. Dal canto suo Stefano Verdino già curatore dell'opera poetica di Mario Luzi per i Meridiani di Mondadori nell'introduzio�ne al catalogo della mostra «Letteratura come vita libri d'artista e di poesia», conferma la qualità del materiale messo a disposizione dichiarando che «nel suo specifico comparto la letteratura contemporanea italiana e francese la bibliote�ca di Beppe Manzini è l'appros�simazione più vicina a queir agognalo Paradiso del libro che io abbia mai conosciuto». Non stupisce, quindi, che da queste premesse sia nato un catalogo illustralo arricchito da uno scritto di Carlo Bo e da una poesia inedita di Mario Luzi destinalo a diventare un utile strumento di consultazio�ne (Genova, Edizioni San Mar�co dei Giustiniani). Un successo annuncialo dal�la professionalità con cui sono slate redatte le schede dei volumi, integrate da note e precisazioni utili alla maggio�re comprensione dei libri. Esempio impeccabile è il rac�conto della lunga vicenda sof�ferta da Dino Campana prima di arrivare alla slampa dei suoi tormentali Canti Orfici e conclusa con il tardivo ritrova�mento del manoscritto. Oppu�re il singolare aneddoto a pro�posilo del rarissimo L'aprèsmidi d'un faune di Stéphane Mallarmé, opera illustrata da/ quattro incisioni di Edouard Manet, due delle quali colora�te a mano dal pillore: «per ridurre i costi della slampa», come scrisse Manet al poeta! L'esposizione segue un per�corso parallelo agli studi di Carlo Bo iniziali a Firenze con il corso di laurea in letteratura francese e indica ai visitatori i lesti dei suoi autori preferiti. Perciò apre la rassegna Mada�me Bovary di Gustavo Flaubert nell'edizione originale del 1857 (Paris, M. Levy). Poi, l'incanto di Une saison en enfer, la mitica plaquelte slampala a Bruxelles dalla Alliance Typographique nel 1 873, l'uni�ca pubblicazione curala perso�nalmente da Arthur Rimbaud, poeta che Camillo Sbarbaro ricordava come «la simpamina della mia giovinezza». Del poema Un coup de dés jamais n'abolirà lehasard (Bru�ges, NRF 1914) di Stéphane Mallar�mé, pietra miliare dell'editoria euro�pea anche per la rivoluzionaria di�sposizione dei versi sulle pagine, Paul Valéry ebbe a dire «... qui era lo spazio stesso che parlava, sognava, dava vita alle forme temporali. Aspettati�va, perplessità, concentrazio�ne, tutte erano cose visibili». Importante traccia dell'im�pegno di Carlo Bo per la cono�scenza del movimento artistico-lelterario del Surrealismo è la AntoZo^ia del Surrealismo naturalmente in mostra con un esemplare originale delle Edizioni di Uomo, Milano 1944 preceduto dal caldo suggeri�mento al lettore di «liberarsi dalla sottile e dichiarata tiran�nia dei suoi gusti e delle sue preferenze letterarie [...]e di cedere alla voce larga e trasci�nante dell'ultima poesia» per udire «la voce di Eluard» (Les yeux fertiles, Paris, G.L.M. 1936) e ammirare «la vivacità di Aragon» {Cantique à Elsa, Alger, la Revue Fontaine 1942). Le splendide copertine del Minotaure (Paris, Skira 1933-1939), impareggiabile ri�vista d'informazione, e Le Surréalisme et la peinture (Paris, Gallimard 1928), praticamente il vangelo dei surrealisti, scrit�to e divulgato dal loro capo e tiranno, André Breton, chiudo�no la rassegna di quel movi�mento. Una sezione a parte, pratica�mente un'esibizione di pura bellezza bibliografica, è riser�vata ai libri d'arte, veri gioielli dell'editoria francese abituata alla perfezione dell'esecuzione e insuperabile nell'accostare alla qualità del testo immagini adeguate. Di questo raffinatis�simo settore troviamo degna LA MOSaDo STRA ro ma rappresentanza nei Madrigaux di Mal�larmé illustrato da 25 litografie di Ra�oul Dufy (Paris, Ed. La Sirène 1920) e nei Calligrammes di Apollinaire im�preziositi da 66 lito�grafie di Giorgio De Chirico (Paris, Gallimard 1930). La mostra prende a prestito il titolo dal primo capitolo degli Otto studi (Firenze, Val�lecchi 1939), terza pubblicazio�ne firmata da Carlo Bo; Lettera�tura come vita era già apparsa su II Frontespizio del settem�bre 1938 a conclusione dell'ac�ceso dibattito sostenuto da Bo con Carlo Betocchi in merito alla «condizione del letterato». E, proprio dall'indice degli Ot�to studi, inizia una sorta di appello ai suoi poeti prediletti che trova immediato riscontro nelle loro edizioni. I poeti liguri (che giocano in casa) sono naturalmente rappresen�tati al meglio, cos�per Boine rispondono: Il peccato e altre cose (Firenze, Libreria della «Voce» 1914) e Discorsi miiifari (Firenze, Libreria della «Vo�ce» 1915); per Sbarbaro che fu insegnante di liceo di Carlo Bo le principali opere del poeta, da Pianissimo (Firenze, Libreria della «Voce» 1914) ai Trucioli (Firenze, Vallecchi 1920), da Liquidazione (Tori�no, Fratelli Ribet 1928) alle Rimanenze (Milano, All'Inse�gna del Pesce d'Oro 1955). Di Eugenio Montale è in mostra quasi tutto il pubblicato, con particolare accentò sugli Ossi di seppia. Dell'opera prima del Premio Nobel 1975 troviamo qui le prime cinque edizioni: da quella del 1925 di Gobetti, alla quinta di Einaudi del 1942 con la copertina di Francesco Menzio. Concludono la carrellata, at�traverso gran parte della sto�ria della cultura e dell'editoria italiana, i testi della poesia ermetica, movimento del qua�le Carlo Bo fu protagonista, teorico e animatore durante il periodo fiorentino. Tra queste opere, di Alfonso Gatto si nota Morto ai paesi (Guanda 1937), libro considerato «centrale dell'esperienza ermetica», e le liriche della resistenza de II capo sulla neve (Quaderni di Milano-Sera 1947). Acque e teire (Firenze, Solarla 1930), opera d'esordio di Salvatore Quasimodo stampata in soli 200 esemplari, si propone all' attenzione del visitatore per una bellissima dedica in versi del poeta siciliano rivolta alla sorella Rosa (allora sposata con Elio Vittorini). Naturalmente, per festeggia�re l'amico Carlo Bo è presente, anche fisicamente, Mario Lu�zi, che dell'ermetismo aveva fatta sua l'illuminante defini�zione di «poesia che inseguiva continuamente il suo oggetto e rimandava le sue certezze». Di Luzi per l'occasione è approda�ta a Genova una copia della sua rara opera prima: La bar�ca (Modena, Guanda 1935). SI INAUGURA OGGI A GENOVA LA MOSTRA «LETTERATURA COME VITA»: UN AUTENTICO PARADISO BIBLIOFILO, DALLA PRIMA EDIZIONE DI MADAME BOVARY A TUTTO MONTALE udire «la voce di Eluard» (Les yeux fertiles, Paris, G.L.M. 1936) e ammirare «la vivacità di Aragon» {Cantique à Elsa, Alger, la Revue Fontaine 1942). Le splendide copertine del Minotaure (Paris, Skira 1933-1939), impareggiabile ri�vista d'informazione, e Le Surréalisme et la peinture (Paris, Gallimard 1928), praticamente il vangelo dei surrealisti, scrit�to e divulgato dal loro capo e tiranno, André Breton, chiudo�no la rassegna di quel movi�mento. Una sezione a parte, pratica�mente un'esibizione di pura bellezza bibliografica, è riser�vata ai libri d'arte, veri gioielli dell'editoria francese abituata alla perfezione dell'esecuzione e insuperabile nell'accostare alla qualità del testo immagini adeguate. Di questo raffinatis�simo settore troviamo degna teire (Firenze, Solarla 1930), opera d'esordio di Salvatore Quasimodo stampata in soli 200 esemplari, si propone all' attenzione del visitatore per una bellissima dedica in versi del poeta siciliano rivolta alla sorella Rosa (allora sposata con Elio Vittorini). Naturalmente, per festeggia�re l'amico Carlo Bo è presente, anche fisicamente, Mario Lu�zi, che dell'ermetismo aveva fatta sua l'illuminante defini�zione di «poesia che inseguiva continuamente il suo oggetto e rimandava le sue certezze». Di Luzi per l'occasione è approda�ta a Genova una copia della sua rara opera prima: La bar�ca (Modena, Guanda 1935).